VotazioniIl popolo affossa l'aumento dell'età di pensionamento
mh, ats
3.3.2024 - 18:22
No a un innalzamento dell'età della pensione. È una bocciatura inequivocabile quella del popolo svizzero all'iniziativa dei Giovani PLR sulle pensioni (Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile), che proponeva di ritoccarla verso l'alto a tappe. Il progetto è stato spazzato via dal 74,7% dei votanti. La partecipazione è stata del 57,4%. Nessun cantone ha approvato il testo.
03.03.2024, 18:22
03.03.2024, 18:27
SDA
A livello geografico, i dati di Ticino (75,5%) e Grigioni (73,4%) si avvicinano alla media nazionale. Più in generale, emerge un'opposizione più marcata in Romandia, con percentuali di «no» molto alte a Vaud (85,1%), nel Giura (85,0%), a Neuchâtel (81,5%) o ancora a Friburgo (80,4%).
L'opposizione è lievemente meno granitica in Vallese (76,5%) e a Ginevra (77,8%), così come oltre Sarine. Si va dai 69,5% di contrari a Zurigo, ai 69,9% di Zugo, fino al 75,1% di Glarona, passando per risultati intermedi in cantoni come Berna (75,0%), Argovia (73,8%), San Gallo (73,2%), Basilea Città (72,2%), Sciaffusa (70,2%), Lucerna (72,9%), o ancora Svitto (70,8%).
Una curiosità è rappresentata dal fatto che l'iniziativa è stata approvata in un solo comune in tutto il Paese: Bremgarten bei Bern (BE), con una percentuale addirittura del 70,1%.
Sempre nel canton Berna troviamo il comune che si è maggiormente opposto: Rebévelier, con un perentorio 100% di «no». Al terzo posto spicca Linescio (TI), con un consistente 95,5% di contrari.
Questione di «tempistica»
La bocciatura è dovuta semplicemente a «una questione di tempistica», secondo Pauline Blanc, presidente dei Giovani PLR vodesi. Secondo la 22enne, «non sfuggiremo all'innalzamento dell'età pensionabile», ha affermato ai microfoni della RTS.
«Oggi è un giorno nero per la nostra generazione e per quelle future. Ci è stata tolta la speranza di ricevere un giorno una pensione decente», ha da parte sua deplorato Matthias Müller, presidente dei Giovani PLR svizzeri, in una nota.
Rammarico è stato espresso anche dal PLR. Il progetto ha però permesso di «aprire un dibattito importante e necessario sul finanziamento dell'AVS in linea con il contratto generazionale e senza aumentare le imposte o le tasse», ha rilevato il partito in una nota.
Gli oppositori dell'iniziativa erano numerosi e nonostante ciò, l'iniziativa ha ottenuto un risultato di tutto rispetto, secondo il PLR, che ha concluso lanciando un ammonimento: «purtroppo, i nostri figli e nipoti pagheranno caro questo rifiuto».
Il consigliere nazionale Olivier Feller (PLR/VD) ha riconosciuto «un certo coraggio politico» ai Giovani PLR per il fatto di aver posto la questione all'ordine del giorno. Egli ha tuttavia ammesso che l'iniziativa era «probabilmente un po' sovraccarica», in particolare a causa del principio dell'aumento automatico dell'età pensionabile.
Soddisfazione a sinistra per «chiara disfatta»
Di tutt'altro tenore le reazioni a sinistra. In una nota, Unia ha espresso soddisfazione per la «chiara disfatta» dell'iniziativa. A farne le spese – ha rilevato – «sarebbero stati soprattutto i lavoratori e le lavoratrici impiegati in professioni fisicamente pesanti e in rami professionali a basso salario».
Ecco perché hanno lottato in prima linea contro questo progetto di smantellamento antisociale, ha proseguito Unia, aggiungendo che «la vittoria alle urne è anche un chiaro segnale contro ogni ulteriore smantellamento della previdenza vecchiaia».
Il sindacato ha annunciato sin d'ora che «sfrutterà questo slancio per contrastare il furto delle rendite nel secondo pilastro previsto nel quadro della riforma LPP».
Per Vania Alleva, presidente del sindacato, «il grande impegno ha dato i suoi frutti». Il doppio risultato odierno «è un progresso sociale notevole per la Svizzera e rafforza la fiducia nel futuro della previdenza per la vecchiaia», ha concluso il sindacato.
In una nota, Travail.Suisse ha parlato di iniziativa «inadeguata e antisociale», che «avrebbe solo aggravato le disparità sociali».
Per Edith Siegenthaler, responsabile della politica sociale di del sindacato, «l'elettorato ha detto chiaramente oggi che non vuole un ulteriore aumento dell'età pensionabile. Le persone che hanno lavorato duramente per tutta la vita devono poter andare in pensione in buona salute».
L'Unione sindacale svizzera (USS) ha definito la bocciatura «un sollievo per i lavoratori del Paese», mentre per i Verdi il «no» dimostra che l'iniziativa dei Giovani PLR sulle pensioni «non è in linea con la realtà», si legge in due comunicati.
È anche un segnale importante per la prossima riforma dell'AVS, che è già in corso: «l'aumento dell'età pensionabile non è un'opzione», hanno avvertito gli ecologisti. L'Alleanza del Centro ha dal canto suo accolto con favore il «chiaro no» popolare. Il partito si oppone attualmente a qualsiasi ulteriore aumento dell'età pensionabile, ha ricordato in una nota.
Baume-Schneider prende atto
La demografia e la tematica del finanziamento dell'AVS sono strettamente legate, ha commentato in conferenza stampa a Berna la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, prendendo atto che oggi la popolazione non è pronta ad aumentare l'età di pensionamento.
L'iniziativa
Promossa dai Giovani PLR, e sostenuta dal PLR e a livello nazionale anche dall'UDC, l'iniziativa proponeva di aumentare l'età pensionabile per migliorare la situazione finanziaria dell'AVS.
Dapprima innalzandola a tappe di due mesi all'anno, fino ad arrivare ai 66 anni nel 2032. In seguito adeguandola alla speranza di vita, aumentando di 0,8 mesi per ogni mese di aspettativa di vita supplementare.
In base alle previsioni attuali, i promotori stimano che l'età pensionabile salirà a 67 anni nel 2043 e a 68 nel 2056.