Festa nazionale Primo Agosto: Cassis invita ad «alimentare lo slancio del 1848»

ro, ats

31.7.2023 - 23:30

Il consigliere federale Ignazio Cassis invita gli svizzeri a «non rifugiarsi nella zona di comfort», ma a fare un uso attivo dei propri diritti. A suo avviso, la Confederazione non può riposare sugli allori in un mondo in continua evoluzione.

Ignazio Cassis, in una foto d'archivio.
Ignazio Cassis, in una foto d'archivio.
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Quest'anno la Svizzera celebra i 175 anni della Costituzione federale, ha ricordato il «ministro» degli esteri durante un'escursione sul massiccio del Gottardo con circa 160 lettori dei settimanali L'Illustré e Schweizer Illustrierte.

«175 anni fa abbiamo posto la prima pietra della Svizzera moderna e liberale, un modello di successo che molti ci invidiano. Dobbiamo alimentare lo slancio del 1848», ha affermato. «Perché se la Costituzione garantisce i nostri diritti, ci dà anche delle responsabilità».

«Lo Stato siamo noi»

Attualmente la Svizzera «sta bene»: l'economia è competitiva e innovativa, la disoccupazione è bassa, l'inflazione è relativamente contenuta e la fiducia nelle istituzioni pubbliche è alta, ha aggiunto.

«Ma con la prosperità e le comodità che ne derivano, tendiamo a rifugiarci nella nostra zona di comfort e ad aspettare che altri – anche lo Stato – si prendano cura di noi», ha lamentato il liberale radicale. «Ma nella nostra democrazia diretta, lo Stato siamo noi».

«Ognuno è chiamato a dare il proprio contributo, senza temere le differenze di opinione, nel rispetto degli altri. E tenendo sempre presente che anche l'altro può avere ragione», ha sottolineato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

«Questo è l'atteggiamento liberale che ha reso la Svizzera ciò che è». E invita a «mantenere lo spirito dei nostri antenati: la volontà di andare avanti insieme e uniti nel nostro Paese, mantenendo una porta aperta verso i nostri vicini e il mondo».

La via delle genti

In italiano, la strada che risale il Gottardo si chiama «La via delle genti». È proprio vero, ha detto il ticinese sottolineando che si tratta di un punto di passaggio, a volte difficile, perché collega culture profondamente diverse: il nord e il sud dell'Europa, la parte germanofona con quella italofona.

«Quando studiavo all'università di Zurigo, noi ticinesi attraversavamo le Alpi per «studiare indentro» – in Svizzera interna – come se il Ticino fosse un po' fuori dalla Svizzera.»

«Oggi per fortuna è diverso: insieme abbiamo costruito tunnel, vie ferrate e autostrade. La durata del tragitto si è ridotta. Non siamo mai stati così vicini. Ciò plasma la nostra identità e, con essa, quella di tutta la Svizzera», ha concluso Cassis.

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