Sull'accordo quadro Il presidente dell'Unione sindacale: «non vedo una soluzione vicina con Bruxelles»

hm, ats

16.11.2024 - 14:01

Quella di Pierre-Yves Maillard è una voce molto ascoltata nel panorama politico-sindacale svizzero.
Quella di Pierre-Yves Maillard è una voce molto ascoltata nel panorama politico-sindacale svizzero.
Keystone

Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard non vede una soluzione praticabile vicina nei negoziati per un accordo quadro con l'Unione europea.

A suo avviso sebbene vi siano alcuni miglioramenti, quanto si profila è addirittura peggiore in termini di protezione dei salari.

Quello portato avanti da Consiglio federale e Ue è un «progetto di liberalizzazione», ha detto il 56enne in un'intervista alla radio «SRF». Fa riferimento in particolare alla liberalizzazione del mercato del lavoro, di quello dell'elettricità e delle ferrovie: «Lo abbiamo sempre detto, non va bene andare in questa direzione».

La clausola di salvaguardia

L'ex consigliere di stato vodese ha anche relativizzato il grande dibattito in atto sulla cosiddetta clausola di salvaguardia. «Questa pseudo-clausola che ora è in discussione, con un paragrafo elastico che dice che in caso di problemi si discute, non porterà assolutamente a nulla», si dice convinto.

La Svizzera ha già una protezione, è quella dei salari. «Più questa è stringente, meno i datori di lavoro hanno un incentivo ad andare a prendere all'estero dipendenti che costano meno».

Un accordo ci sarà

A suo dire una soluzione deve essere nell'interesse di tutti, come è avvenuto negli ultimi decenni. Secondo Maillard i negoziati con Bruxelles troveranno comunque una conclusione concreta e il Consiglio federale invierà l'accordo al parlamento. «Poi vedremo», ha affermato il consigliere agli stati (PS/VD). «Se l'intesa rimarrà così com'è, ci opporremo».

Sul fronte della politica sociale, Maillard si è inoltre impegnato a sostenere l'iniziativa del Centro per l'aumento delle pensioni AVS delle coppie sposate. Si è poi espresso a favore di un aumento dei salari reali e di un ritocco degli assegni familiari: la popolazione lavora quanto tre anni or sono, ma sulla scia dell'inflazione riceve meno in cambio, ha sostenuto.

hm, ats