Votazioni federaliNiente freno ai costi sanitari, bocciata chiaramente l'iniziativa del Centro
mp, ats
9.6.2024 - 17:04
La Svizzera non introdurrà un freno ai costi sanitari. L'iniziativa popolare dell'Alleanza del Centro «Per premi più bassi» è stata nettamente bocciata oggi con il 62,75% dei voti. Sin dall'inizio del pomeriggio e dalle prime proiezioni dell'istituto gfs.bern, i giochi sono sembrati subito fatti.
09.06.2024, 17:04
SDA
Anche i primi trend cantonali hanno confermato il chiaro rifiuto all'iniziativa del Centro: a Zurigo, secondo l'ufficio cantonale di statistica, i votanti avrebbero respinto il testo con il 67,3% di voti contrari e il risultato definitivo non si è scostato molto da questa percentuale: 67,25% di «no».
Anche in tutti gli altri cantoni svizzero-tedeschi hanno prevalso i contrari all'iniziativa: si va dal 59,9% di Berna al 63,7% di Basilea Città fino al 72,6% di Appenzello Interno.
La stessa tendenza si è verificata solo in parte oltre Sarine: a Ginevra, l'iniziativa del Centro è stata bocciata dal 62,9%, mentre nel canton Vaud, il «no» è stato ancora più chiaro (71,5%). In controtendenza gli altri cantoni romandi, con percentuali di favorevoli oscillanti tra il 51,4% di Friburgo e il 60,8% del Giura. Pure Vallese (51,9%) e Neuchâtel (54%) hanno votato «sì».
Nei Grigioni, il freno ai costi è stato invece respinto dal 67,3% dei votanti, mentre in Ticino i «sì» l'hanno spuntata, seppur di misura, con il 50,6% dei voti.
«Per premi più bassi»
L'iniziativa, denominata «Per premi più bassi – Freno ai costi nel settore sanitario (Iniziativa per un freno ai costi)» chiedeva che l'aumento dei costi sanitari pro capite non potesse essere nettamente superiore (non più del 20%) all'incremento dei salari e alla crescita dell'economia. In tal caso, la Confederazione, i Cantoni e i partner tariffali sarebbero stati obbligati a prendere misure correttive.
Il chiaro «no» all'iniziativa del Centro, che voleva in tal modo frenare i costi del sistema sanitario, non deve sorprendere. Stando agli ultimi sondaggi SSR e Tamedia, l'iniziativa aveva perso terreno nelle ultime settimane e la bocciatura alle urne era già data quasi per certa.
Centro solo
Durante la campagna elettorale, l'Alleanza del Centro si è trovata molto sola a difendere il suo testo, a parte l'appoggio del Partito evangelico e di alcuni esponenti della sinistra. Le altre formazioni politiche hanno criticato l'iniziativa, definendola come inutile e addirittura pericolosa, perché avrebbe potuto portare a una medicina a due livelli.
Oggi il partito di Gerhard Pfister si è comunque rallegrato per il fatto che oltre il 37% degli elettori abbia approvato la sua iniziativa. Si tratta di una percentuale significativamente superiore al doppio della sua forza elettorale. Secondo il Centro, il segnale è chiaro: la popolazione si aspetta misure rapide. I vari attori sono chiamati ad attuare i provvedimenti che sono noti da tempo.
Il Consiglio federale e il Parlamento hanno infatti elaborato un controprogetto indiretto, che verrà applicato. Esso prevede che il Governo fissi ogni quattro anni un limite all'aumento dei costi dell'assicurazione sanitaria obbligatoria. Se i costi superano questo valore concordato senza giustificazione, Confederazione e Cantoni dovranno prendere in considerazione misure appropriate.
Promotori: «Un'occasione persa»
Sin dal primo pomeriggio non si sono fatte attendere le reazioni. Per i promotori dell'iniziativa «Per un freno ai costi», oggi è stata persa un'occasione. Secondo il consigliere nazionale Lorenz Hess (Centro/BE), gli elettori temevano una riduzione dei servizi e per questo hanno bocciato il testo. A suo avviso, i fornitori di prestazioni si erano fortemente mobilitati istigando questa paura.
Hess ha spiegato alla televisione svizzero-tedesca SRF che i promotori dell'iniziativa si aspettano ora dai politici che continuino ad affrontare il problema dell'aumento dei costi sanitari.
Dal canto suo, la consigliera nazionale Barbara Gysi (PS/SG), parlando a nome del comitato di opposizione, ha visto il «no» come un segno della volontà della popolazione di accedere a un sistema sanitario per tutti. L'iniziativa avrebbe portato alla cancellazione di alcune prestazioni dell'assicurazione di base.
A suo avviso, collegare i costi della sanità unicamente allo sviluppo economico non è sufficiente. Occorre tenere conto anche dell'invecchiamento della popolazione e del progresso medico.
«La sanità è una questione cantonale»
Il «no» all'iniziativa del Centro è una buona notizia per il sistema sanitario svizzero, secondo la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS). Un «sì» alle urne avrebbe minato il federalismo, poiché la sanità è una questione cantonale.
I Cantoni sono responsabili di fornire alla popolazione un'assistenza moderna. L'iniziativa avrebbe messo a repentaglio questo aspetto, poiché ignorava la parte giustificata della crescita dei costi dovuta all'invecchiamento e al progresso.
Il controprogetto indiretto, che ora entrerà in vigore, dovrebbe avere un effetto sulla riduzione dei costi, ha proseguito la CDS. Introdurrebbe obiettivi di crescita massima nell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. A differenza dell'iniziativa, il controprogetto tiene meglio conto della crescita dei costi.
Infine, l'associazione H+ Gli Ospedali Svizzeri ritiene che con il «no» odierno la qualità e l'accessibilità dell'assistenza sanitaria siano garantite. Legare la spesa sanitaria all'economia avrebbe portato a tagli nell'assistenza medica in tempi di incertezza economica. Questo avrebbe avuto gravi conseguenze, soprattutto in caso di crisi come la pandemia di coronavirus.