Come comportarsi?Dubbi e paure nella vita sociale ai tempi del Covid: «Nessuno ha osato dire nulla»
Di Oliver Kohlmaier
13.1.2022
La pandemia di Covid ha drasticamente cambiato il nostro comportamento sociale. Ormai i vari incontri quotidiani causano incertezza, frustrazione o persino conflitti. Come è giusto comportarsi in determinate situazioni?
Di Oliver Kohlmaier
13.01.2022, 18:39
13.01.2022, 18:45
Di Oliver Kohlmaier
È martedì sera in una piccola sala per lo yoga a Zurigo. Dopo la lezione, i partecipanti stanno ancora un po' insieme per fare due chiacchiere. Improvvisamente qualcuno dice, piuttosto casualmente, che non è vaccinato. Nella stanza piomba il silenzio e nell'aria si respira una sensazione di insicurezza. «Nessuno ha osato dire nulla», ha confessato successivamente un partecipante.
Ogni giorno in Svizzera si svolgono decine di incontri tipo questo. Ma con la pandemia di Covid, soprattutto con la variante Omicron, si sono create dimensioni completamente nuove di qualcosa per cui gli anglosassoni hanno creato la meravigliosa parola Awkwardness (che tradotto significa «imbarazzo», «disagio»).
Per la maggior parte delle persone, ad esempio, indossare una mascherina o vaccinarsi è una cosa ormai normale, data per scontata. Troppo spesso, però, si incontrano persone che, per negligenza o convinzione, non mostrano alcuna considerazione o addirittura disattendono le regole.
Che dopo diversi incontri periodici di gruppo emerga che una persona non è vaccinata o che i passeggeri salgano apposta sul treno senza mascherina: situazioni come queste provocano ogni giorno insicurezza, rabbia e frustrazione.
«Sei vaccinato?»
La sensazione di insicurezza, a causa della pandemia, è ormai cosa nota. Ciò non è cambiato con l'inizio delle vaccinazioni. Dopotutto, non puoi chiedere lo stato vaccinale di tutte le persone che incontri.
Perché la richiesta, apparentemente innocua, potrebbe essere invece innescare una bomba: «Il tema della vaccinazione appartiene all'area dell'ortodossia delicata. Bisogna fare i conti con le guerre di religione», spiega il terapista di coppia di Liebefeld Klaus Heer in un'intervista a blue News.
La domanda «Hai già fatto il booster?», è un po' come chiedere «Credi nel paradiso e nell'inferno?». Secondo Heer si tratta di «una questione intima della sfera religiosa personale».
Il silenzio è spesso il mezzo scelto
Stare zitti o dire qualcosa? Restare o andarsene? Dall'inizio della pandemia di Covid quasi tutti si saranno posti queste o domande simili in determinati momenti.
Descrivono un conflitto tra il bisogno di sicurezza e il desiderio di interazioni il più possibile prive di scontri. Dopo due anni di pandemia, la frustrazione è profonda. Dopo tutto questo tempo, chi ha ancora voglia di discutere della stessa cosa?
Come nella sala di yoga di Zurigo, il silenzio è quindi spesso il mezzo che viene scelto. Anche perché in molti casi è possibile ridurre al minimo il rischio di infezione, ad esempio mantenendo una distanza sociale.
A volte, tuttavia, può essere necessario insistere, rischiando così un conflitto. Questo soprattutto se lo scopo è quello di essere previdenti. Alla festa di famiglia per il 90esimo compleanno della nonna immunodepressa, ad esempio, potrebbe avere conseguenze fatali lasciare che gli zii, non vaccinati e senza mascherina, si avvicinino troppo alla festeggiata, solo per evitare una spaccatura.
Comunicare in modo chiaro e tempestivo
Tuttavia, non tutte le persone senza mascherina e non vaccinate sono negazionisti radicali del Covid. Qualcuno potrebbe infatti semplicemente essersi dimenticato di indossarla, la mascherina. Quindi, come può essere espresso e richiesto il bisogno di sicurezza senza che l'altra persona si senta rimproverata o vittima di bullismo?
In un'intervista a blue News Simone C. Styger, esperta di stile ed etichetta, suggerisce che, nel caso citato, si può semplicemente andare dalla persona e dire: «Potresti per favore indossare la mascherina correttamente? Mi sento molto insicuro e temo una possibile infezione».
Non sapremo se la persona a cui sto facendo la mia richiesta si sentirà comunque rimproverata: «Non possiamo sapere in che stato d'animo si trova la mia controparte in quel momento. Quindi devo decidere tra il mio benessere e i possibili sentimenti dell'altra persona».
Le cose sono invece più facili in aree non pubbliche, ad esempio nel caso in cui un operaio debba venire a casa nostra per fare una riparazione. Secondo Styger, in questo caso è consigliabile comunicare le nostre necessità fin da subito: «Se vi sentite insicuri in presenza di persone non vaccinate, allora potete già annunciare al momento dell'assegnazione dell'appalto che permetterete solo a persone immunizzate di entrare in casa vostra. In questo modo non ci saranno sorprese spiacevoli ed è utile per entrambe le parti».
Può venire lo zio?
Negli spazi pubblici o con conoscenti occasionali, le situazioni non sicure possono essere risolte attraverso richieste educate, ma specifiche. Ma cosa succede quando una discussione non può essere evitata ed è richiesto un punto di vista chiaro?
Il potenziale di conflitto è enorme, soprattutto nell'ambiente familiare. Per riprendere la situazione immaginaria con il compleanno della nonna: il silenzio o anche solo allontanarsi non aiuta in questo caso. Oppure, come spiega Klaus Heer: «Non potrai evitare tentativi espliciti e coraggiosi di comprensione».
Prima di tutto, si deve chiedere alla festeggiata. Se vuole incontrare lo zio, i padroni di casa potrebbero cercare un compromesso creativo. Lo zio potrebbe mantenere una distanza sufficiente e restare solo per poco tempo: «Alcuni dilemmi sembrano non avere subito una soluzione, ma possono essere risolti negoziando e venendosi incontro».