Pandemia Test e quarantene, il Governo cambia strategia contro il Covid

falu, ats

27.1.2021 - 15:42

Il Consiglio federale ha deciso che la Confederazione, a partire da domani, si assumerà i costi dei test per le persone senza sintomi
Il Consiglio federale ha deciso che la Confederazione, a partire da domani, si assumerà i costi dei test per le persone senza sintomi
KEYSTONE/PETER SCHNEIDER

A partire da lunedì la Confederazione si assumerà i costi dei test anche per le persone senza sintomi. Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale, che ha pure deciso di modificare le regole di quarantena a partire dall'8 febbraio: dopo il settimo giorno sarà possibile uscire di casa in caso di tampone negativo.

Si tratta di una misura volta a «proteggere meglio le persone particolarmente a rischio e combattere tempestivamente i focolai locali», ha spiegato in conferenza stampa Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell'interno (DFI), che raccomanda l'esecuzione di test preventivi nelle case di cura e per anziani, negli istituti medico-sociali nonché nelle organizzazioni di cure e d'aiuto a domicilio.

Un miliardo di franchi

Si tratta di un cambiamento di strategia da parte del governo, che finora invitava solo le persone con sintomi a farsi testare immediatamente. Secondo il «ministro della sanità», le stime dei costi per i test supplementari – stilate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) – raggiungono circa il miliardo di franchi.

Per le varie imprese, ha sottolineato Berset, «è già possibile acquistare test rapidi ed eseguire test». Tuttavia, ha aggiunto, un eventuale focolaio in un'azienda rappresenta anche una questione di salute pubblica e i costi dei tamponi non dovrebbero essere un freno in questo senso.

Test rapidi

Già a partire da metà dicembre, il Consiglio federale – nell'ambito dei vari piani di protezione – aveva approvato lo svolgimento di test sulle persone senza sintomi, per esempio nelle case per anziani e di cura, negli hotel e sul posto di lavoro. Con l'obiettivo di incentivare ulteriormente questi tamponi, la Confederazione ha deciso di assumersi i costi.

«Un test di massa a livello cantonale effettuato una sola volta non servirebbe a molto, mentre ripeterlo ogni settimana avrebbe costi enormi», ha affermato il «ministro» della sanità, secondo cui è più opportuno agire ad esempio nelle case di cura, nelle scuole oppure negli alberghi.

I test rapidi – facoltativi, a meno che non vengano ordinati dal cantone – potranno essere eseguiti sul posto dal personale stesso. In caso di risultato positivo, la persona interessata dovrà sottoporsi a un tampone PCR. I risultati negativi dei test rapidi, ha spiegato il governo, non dovranno essere notificati.

L'estensione della strategia di test, ad esempio nelle scuole, ha anche lo scopo di contribuire a identificare e contenere per tempo i focolai locali, in particolare alla luce delle nuove varianti del coronavirus più infettive. In questo ambito, i Cantoni devono presentare all'UFSP un piano che riporti dove sono eseguiti, su chi e con che frequenza e il tipo di test impiegato.

Quarantena: «Test e rilascio»

Il Consiglio federale oggi ha anche deciso di applicare una nuova strategia, definita «Test e rilascio», legata alle quarantene. A partire dall'8 febbraio, il periodo di quarantena di dieci giorni può essere abbreviato se dopo sette giorni il risultato del tampone – test antigenico rapido oppure PCR – è negativo.

In questo caso i costi del test sono a carico della persona interessata. Fino al termine ordinario della quarantena – ovvero i dieci giorni – la persona interessata è comunque tenuta a seguire alcune disposizioni: deve continuare a indossare una mascherina facciale e tenersi a una distanza di 1,5 metri dalle altre persone, salvo che si trovi nella propria abitazione o nel proprio alloggio (ad esempio in una casa di vacanza o in albergo). In caso di test positivo, la persona interessata deve mettersi immediatamente in isolamento.

«Si tratta di una misura attesa, ma ritardata a causa della diffusione delle nuove varianti del virus», ha affermato Berset, secondo cui c'erano state discussioni anche su una eventuale riduzione del periodo di quarantena da 10 a 5 giorni.

Test PCR 72 ore prima dell'entrata

Questa nuova strategia di «test e rilascio» vale anche per chi entra in Svizzera in provenienza da uno Stato o una regione con rischio elevato di contagio.

«Bisogna differenziare le aree ad alto rischio dalle altre», ha spiegato il consigliere federale. Per chi proviene dalle regioni più colpite è quindi necessario presentare la prova di un test PCR negativo effettuato non più di 72 ore prima. In seguito, bisognerà mettersi in quarantena per dieci giorni, con la possibilità di effettuare un tampone a partire dal settimo giorno.

I frontalieri non rientrano in queste disposizioni, ha precisato Berset, secondo cui una misura del genere genererebbe solo caos. «Non ci è sembrato né necessario, né praticabile», ha tagliato corto il capo del DFI.

Anche chi giunge in aereo da Paesi o regioni non considerati a rischio deve presentare un test PCR negativo. Il controllo è eseguito prima dell'imbarco, ha ribadito Berset.

In futuro, sempre a partire dall'8 febbraio, chi entra in Svizzera in aereo, battello, autobus o treno dovrà fornire i propri dati di contatto, anche se non proviene da un Paese o una regione che non presenta un rischio elevato di contagio. In questo modo si potranno tracciare più facilmente e rapidamente i contagi e interrompere tempestivamente le catene di infezione.

Multe

A partire da lunedì prossimo le violazioni dei provvedimenti per combattere l'epidemia – ad esempio chi non porta la mascherina nei luoghi pubblici e chi svolge manifestazioni private vietate – saranno sanzionate con multe comprese tra 50 e 200 franchi, a seconda della gravità dell'infrazione.

Sempre dal primo febbraio, aggiunge il Consiglio federale, la Confederazione assume anche i costi delle vaccinazioni effettuate dai farmacisti, alle stesse condizioni previste per le vaccinazioni nei centri di vaccinazione. Questo consente ai Cantoni di integrare le farmacie nel proprio piano vaccinale.

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