Coraggiosa o irresponsabile?Visita di Cassis a Kiev, l'analista politico: «Un forte segnale simbolico»
Di Stefan Michel
21.10.2022
Le reazioni alla visita di giovedì in Ucraina del presidente della Confederazione Ignazio Cassis sono molto diverse: qualcuno dice che è stata «coraggiosa», altri invece «irresponsabile». Ma ecco anche le considerazioni dell'analista politico Mark Balsiger a blue News.
Di Stefan Michel
21.10.2022, 15:54
21.10.2022, 16:27
Di Stefan Michel
La visita di Ignazio Cassis a Kiev ha suscitato reazioni più forti in Germania che in Svizzera. Questo perché lo stesso giorno il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha cancellato la sua visita nella capitale ucraina, che è sotto tiro dei russi, per motivi di sicurezza.
Diversi giornalisti tedeschi commentano la visita del presidente della Confederazione nei loro account Twitter privati e si chiedono perché le autorità svizzere valutino la situazione in modo così diverso dai loro colleghi tedeschi.
Während der deutsche Bundespräsident Frank-Walter Steinmeier aus "Sicherheitsgründen" nicht nach Kiew reist, ist der Schweizer Bundespräsident und Außenminister Ignazio Cassis gerade in Kiew eingetroffen https://t.co/KDwwEyQFvA
Der Schweizer Bundespräsident @ignaziocassis ist in diesem Moment in Kiew! Die deutschen Sicherheitsdienste und der Bundespräsident sollten beantworten, warum die Schweiz und andere Länder heute einen Besuch durchführen können, 🇩🇪 aber nicht. Peinlich!https://t.co/yvSTmgUvT4
Reazioni dalla Svizzera: da «coraggioso» a «irresponsabile»
Anche la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Il Centro/BL) si è espressa su Twitter, accogliendo la visita come un seguito della Conferenza sull'Ucraina che si è tenuta a Lugano.
Verstehe die Aufregung nicht. Ich begrüsse, dass @ignaziocassis in die Ukraine reist. Es ist wichtig, dass er sich ein Bild vor Ort macht, die humanitäre Hilfe der CH verstärkt vertritt und den Follow-Up zur Ukraine-Konferenz in Lugano an die Hand nimmt. https://t.co/iKeueezcJB
— Elisabeth Schneider-Schneiter (@Elisabeth_S_S) October 20, 2022
«Der Bund» citaFranz Grüter (UDC/LU), presidente della Commissione degli Affari Esteri, che ritiene che la visita sia sostanzialmente positiva. Tuttavia, ha chiesto retoricamente che cosa volesse ottenere Cassis con questa. Il motivo ufficiale della visita è che il presidente della Confederazione vuole avere un quadro realistico della situazione.
Uno dei punti all'ordine del giorno della delegazione svizzera è visibile in un tweet del redattore del «Blick» Peter Hossli, nel quale la mostra mentre visita i rifugi di emergenza, che un imprenditore svizzero sta facendo costruire in Ucraina per le persone che hanno perso le loro case.
Der Appenzeller Unternehmer Martin Huber (mit Hut) zeigt in der ukrainischen Gemeinde Fedorivka Bundespräsident @ignaziocassis eines der zahlreichen Holzhäuser, das er für obdachlose Ukrainerinnen und Ukrainer gebaut hat. pic.twitter.com/2QcUJTSQib
Ma se il consigliere nazionale dell'UDC Grüter approva la visita, il suo collega di partito Werner Gartenmann, segretario dei democentristi del Canton Zurigo, la ritiene sbagliata perché il presidente della Confederazione «non ha affari all'estero, a Kiev».
Il consigliere nazionale argoviese, sempre dell'UDC, Andreas Glarner critica ancora più duramente l'apparizione di Cassis nella capitale ucraina sui portali di informazione di CH-Media: «È assolutamente irresponsabile. La Svizzera è uno Stato neutrale. Non è accettabile che lui [Ignazio Cassis] si schieri, come ha fatto in passato».
Dal canto suo, invece, la consigliera nazionale del PLR bernese Christa Markwalder elogia il collega di partito Cassis definendolo «coraggioso» e vedendovi un'espressione di solidarietà con la popolazione ucraina. Sibel Arslan (Verdi/BS) sospetta addirittura che la presenza del presidente svizzero possa offrire una certa protezione alla popolazione.
L'analista politico: «Un segnale forte, visto che tutto è andato bene»
Ma qual è il parere al di fuori della politica e con occhi più critici? L'analista politico Mark Balsiger è d'accordo con i sostenitori del viaggio del consigliere federale, secondo cui rappresenta un forte segnale di solidarietà. «Il simbolismo non deve essere sottovalutato quando il presidente della Confederazione si reca in una città che è stata bombardata più volte negli ultimi giorni».
La visita ha assunto un significato ulteriore, ha detto, perché il suo omologo tedesco non ha effettuato il viaggio annunciato. Balsiger sospetta che anche il presidente Cassis voglia «riaccendere» la discussione sulla neutralità.
«Il riadattamento della politica estera svizzera non è sostenuto ovunque. Con le immagini da Kiev, Ignazio Cassis sta sollecitando il sostegno al suo corso». Ciò solleva la questione se il presidente della Confederazione debba ora recarsi a Mosca per rispettare la neutralità.
Ma Balsiger non lo ritiene necessario: «Il suo incontro con Lavrov si è concluso con un passo falso». Anche perché la Svizzera non ha alcun mandato in questo conflitto, come invece avviene tra Stati Uniti e Cuba e Stati Uniti e Iran. Un incontro con il presidente Putin non è quindi uno scenario realistico.
Il principale beneficiario della visita a Kiev? Lo stesso Cassis
Secondo l'esperto, il principale beneficiario della visita a sorpresa a Kiev è lo stesso Ignazio Cassis, che ha così messo a segno un successo di politica estera con un forte simbolismo, visto che tutto è andato bene. Tanto più che nel pomeriggio il ticinese ha incontrato anche il presidente ucraino Zelensky.
La delegazione svizzera comprendeva anche la consigliera nazionale Marianne Binder (Il Centro/AG) e il consigliere nazionale Mathias Zopfi (Verdi/GL), oltre a un rappresentante della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).
Se si fossero trovati in pericolo o addirittura fossero stati feriti o uccisi, la visita avrebbe ovviamente assunto una luce diversa. «Allora i riflettori sarebbero stati puntati prima di tutto sulle precauzioni di sicurezza», spiega Balsiger.
Un incidente del genere avrebbe dato ragione alle più caute autorità tedesche, che hanno valutato il rischio troppo elevato. Il consigliere nazionale Glarner non è preoccupato per la situazione della sicurezza, come ha dichiarato ai media CH: «Francamente, non mi interessa se è lì volontariamente. Deve saperlo lui».