TestimonianzaUcraina: «Non ci sono più soldi nei bancomat»
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25.2.2022
Quanto accade in Ucraina è seguito con preoccupazione anche in Ticino, dove non sono pochi i cittadini ucraini che vi risiedono e che hanno amici o parenti nel Paese invaso dai russi.
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25.02.2022, 21:02
25.02.2022, 21:08
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La RSI ha incontrato Inna Campioni-Kovalenko un’ucraina russofona, ex insegnante di lettere e letteratura russa e psicologa scolastica che vive da una decina d’anni nel Luganese dopo aver risieduto in Italia per molto tempo.
Inna ha una figlia di 35 anni e i suoi anziani genitori che vivono nei pressi di Rivne, una grossa città da oltre 250'000 abitanti che nelle ultime ore è stata pure oggetto di bombardamenti da parte delle forze armate di Mosca, racconta ai microfoni della RSI.
Inna mantiene i contatti con i suoi cari, amiche e altri parenti che vivono a Leopoli o in altre località dell'Ucraina grazie a social media come Viber o WhatsApp
Nella sua città ieri, giovedì, si poteva ancora prelevare ai bancomat, mentre già oggi gli automatici non sono più operativi, riporta la RSI. I supermarket si svuotano con il passare delle ore e la situazione si fa sempre più difficile, anche se a Rivne (per ora) funzionano corrente elettrica, acquedotti e Internet.
Delusione per il mancato aiuto da parte NATO
L'ex docente sottolinea ai microfoni della RSI la profonda e cocente delusione derivante dal mancato aiuto da parte della NATO su cui contavano gli ucraini.
L'aiuto all'Ucraina da parte di quasi tutti i Paesi occidentali si è poi tradotto in sanzioni durissime solo per chi le evocava, un aspetto che non può non generare frustrazione e sconforto nei cittadini ucraini, che hanno visto le loro terre sotto le bombe lanciate dai russi, riferisce la RSI.
Timore per il sito atomico di Chernobyl
In Ucraina tanto timore è suscitato pure dal sito atomico di Chernobyl, che le truppe russe e bielorusse hanno conquistato a caro prezzo giovedì. La struttura sarebbe rimasta danneggiata dai violenti combattimenti, riporta la RSI, con il risultato di far aumentare le radiazioni. Tuttavia il pensiero è rivolto alla mezza dozzina di centrali nucleari ancora attive nel paese, si legge sul sito della RSI.
Inna richiama le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ricordato come Chernobyl ed ogni altra centrale nucleare ucraina «non sono solo un problema nazionale, quanto mondiale».
Svanita l’illusione amara di un sostegno concreto (non solo legato alle sanzioni) contro l’attacco lanciato dal Cremlino, come l’ex docente ha riferito alla RSI, gli ucraini in Ticino possono solo augurarsi che il conflitto nel cuore dell'Europa sia il meno sanguinoso possibile e che finisca in fretta.