Municipio di Lugano Successione di Borradori, Galeazzi invitato a decidere

Swisstxt / pab

26.8.2021

Tiziano Galeazzi
Tiziano Galeazzi
©Ti-Press / Benedetto Galli / archivio

Il Municipio di Lugano ha scritto all'esponente UDC Tiziano Galezzi, per sapere se ha intenzione di entrare nell'Esecutivo al posto del defunto Marco Borradori. L'interessato potrebbe rispondere già lunedì. Lo riferisce la RSI.

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È partita nel primo pomeriggio di mercoledì dal Municipio di Lugano la lettera a Tiziano Galezzi, primo subentrante nell'Esecutivo cittadino sulla lista Lega-UDC, dopo l'improvvisa scomparsa del sindaco Marco Borradori.

Secondo le informazioni divulgate dall'emittente di Comano, Galeazzi, che si trova fuori dal cantone, ha dieci giorni di tempo per decidere se entrare o meno nell'Esecutivo cittadino.

Insediamento già giovedì prossimo?

Già lunedì il democentrista potrebbe consegnare la sua decisione scritta. In caso di risposta positiva, giovedì 2 settembre potrebbe esserci l'insediamento, con l'entrata formale in Municipio e la successiva ripartizione dei dicasteri.

Si aprirebbe così la procedura per la ricerca di un nuovo sindaco, in presenza di un solo candidato che, verosimilmente, sarà l'attuale vicesindaco leghista Michele Foletti.

Una vicenda giudiziaria ancora pendente in Italia

Il politico, ricorda il sito della RSI, alcuni anni fa era rimasto coinvolto nell'inchiesta italiana «Pecunia olet». Una vicenda di presunto riciclaggio per cui si è sempre dichiarato innocente, ma che sul fronte italiano risulta sempre aperta.

L'inchiesta della procura di Bergamo per reati tributari e fallimentari risale al 2011 e aveva avuto un'appendice ticinese. Al centro delle indagini, che avevano portato inizialmente al sequestro di 10 milioni di euro, c'era un'imprenditrice bresciana, residente nel Luganese.

Galeazzi ha sempre negato tutto

Secondo gli inquirenti italiani la donna avrebbe svuotato società edili e trasferito il denaro verso conti svizzeri, di San Marino e Singapore. Sul registro degli indagati erano finiti anche due consulenti ticinesi, fra cui Galeazzi, che ha sempre negato ogni addebito.

La donna, per Galeazzi, era una cliente di vecchia data. L'aveva seguita anni prima lavorando in banca, solo come consulente patrimoniale e secondo le regole bancarie dell'epoca. Per gli inquirenti, lui e l'altro consulente ticinese l'avrebbero assistita nel trasferire all'estero i capitali sospetti.

Il dossier è ancora aperto in Italia

Nel 2018, la procura di Bergamo ha chiesto il rinvio a giudizio per 6 persone, compreso il deputato UDC. Il Tribunale penale federale di Bellinzona, ha poi smontato il reato di riciclaggio: i soldi (si parla di 5,5 milioni di euro) sarebbero infatti stati versati in Svizzera prima dei reati contestati in Italia.

L'incarto italiano rimane pendente. Il legale di Galeazzi, raggiunto dalla RSI, conferma infatti che si attende la decisione sull'eventuale celebrazione di un processo. Sempre per la posizione del suo assistito, ha riferito, il giudice potrebbe anche decidere per l'archiviazione. Un'udienza preliminare in programma lo scorso marzo, era stata rinviata. Da allora è tutto fermo.