Dramma evitabile? Omicidio di Aurigeno, lo sparatore era seguito da psichiatri, gli allievi sono tornati a scuola

pab

12.5.2023

Aurigeno: centro scolastico "ai Ronchini" in una foto d'archivio. 
Aurigeno: centro scolastico "ai Ronchini" in una foto d'archivio. 
© Ti-Press

La pistola con cui è stato ucciso il custode delle scuole Ai Ronchini ad Aurigeno è stata ritrovata. Era detenuta illegalmente. Il rientro degli alunni è stato fatto dopo un briefing con gli specialisti cantonali. Alla RSI Omar Balmelli, capo della sezione delle scuole comunali ticinesi, ha spiegato come funzionano gli interventi dell'Antenna per gli eventi traumatogeni.

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Emergono nuovi dettagli sul dramma che ha avuto luogo giovedì nel primo pomeriggio alle scuole Ai Ronchini ad Aurigeno, in Vallemaggia, in cui il custode dell’istituto, un 41enne domiciliato nella regione, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco da un 42enne, ex marito della compagna della vittima.

In primo luogo l’arma, di cui lo sparatore si era sbarazzato nel tragitto tra Aurigeno e Losone, dove si è consegnato alla polizia, è stata ritrovata. Non si tratta di una pistola militare. Risulta, stando alla RSI, che il 42enne, nel frattempo arrestato al termine degli interrogatori, la detenesse illegalmente poiché non era registrata.

Ci sono poi delle conferme sulla modalità con cui è avvenuto l’arresto. laRegione ha riferito che un amico dell’uomo avrebbe offerto una specie di mediazione per fare in modo che lo sparatore si consegnasse alle forze dell’ordine, che avevano nel frattempo lanciato una vera e propria caccia all’uomo in tutto il Sopraceneri.

Alla RSI è stato pure confermato che l’assassino nei mesi scorsi è stato preso a carico da degli psichiatri, dopo che la polizia aveva condotto nei suoi confronti un’inchiesta per una serie di minacce nei confronti del custode e della sua ex moglie, con cui la vittima aveva iniziato una relazione sentimentale. Negli ultimi tempi sia il custode che la compagna erano piuttosto preoccupati, tanto che si è arrivati a una denuncia.

Il rientro a scuola con un briefing del DECS

Venerdì mattina alle 7:30, prima del rientro a scuola dei ragazzi, la direzione dell'istituto ha tenuto un briefing con il Dipartimento educazione, sport e cultura (DECS).

A spiegarlo alla RSI e il presidente della delegazione del locale consorzio scolastico Massimo Ramelli: «Ha coinvolto tutti i docenti della scuola dell’infanzia e di quella elementare e ha fatto seguito all’incontro già tenuto ieri, con lo scopo di accogliere al meglio il rientro dei bambini alle 8».

Bambini che oggi «hanno ripreso le lezioni nel modo più naturale e normale possibile, comprensibilmente qualcuno mancava, mentre altri hanno posto delle domande e i docenti – qualora lo desiderassero – sono stati affiancati dagli psicologi del Care Team e del DECS» aggiunge Ramelli.

Stasera c'è un incontro con i genitori, gestito dal DECS, perché «è ritenuto prioritario incontrare subito le famiglie che ieri hanno vissuto alcune ore di smarrimento e incertezza, per cercare di chiarire – per quanto possibile vista l’inchiesta in corso – le dinamiche e fornire alcune prime risposte e rassicurazioni alle famiglie».

L'intervento dell'Antenna per gli eventi traumatogeni 

Omar Balmelli, capo della sezione delle scuole comunali ticinesi, ha spiegato più nel dettaglio cosa è successo a livello di supporto psicologico.

«È stato contattato da subito l’ispettorato scolastico. In queste circostanze c’è un gruppo in ogni circondario che si occupa degli eventi traumatogeni, chiamato "Antenna"».

«Il fatto che il dramma abbia avuto luogo in una scuola elementare rende il lavoro degli esperti più complicato perché c’è una percezione del luogo, la scuola appunto, sicuro, dove ci sono adulti che mettono in sicurezza e proteggono gli allievi, per noi è importante che questo luogo riacquisti da subito la percezione di essere sicuro».

Molto importante tornare al più presto alla normalità

«Tornare subito a scuola è il principio sul quale basiamo tutti gli interventi come Antenna: il ripristino della normalità. L’idea di riprendere con le attività regolari è un passaggio importantissimo che permette di riavviare un percorso di ritorno alla normalità che l’evento traumatico ha sconvolto», continua Balmelli alla RSI.

«Con le famiglie bisogna avere un rapporto di grande ascolto sui loro vissuti. Si ascolta, si fornisce supporto. L'Antenna è anche attenta ai comportamenti dei bambini quando sono a casa, quello che raccontano, quello che hanno percepito, alle loro preoccupazioni».

«Noi già giovedì sera abbiamo fornito alle famiglie una comunicazione più dettagliata, con pure un opuscolo che descrive in maniera specifica per i genitori quali sono le caratteristiche di questi eventi rispetto al comportamento dei bambini», spiega il capo della sezione delle scuole comunali ticinesi.

«Oltre allo shock, ho percepito una grande forza interiore da parte dei docenti e del corpo non docente, della direzione, e delle autorità comunali nel volersi impegnare da subito a  ristabilire la normalità in favore di tutta la comunità», ha poi terminato Balmelli.