Lugano La speranza per Marco Borradori si sta spegnendo

pab

11.8.2021

Conferenza stampa dal Cardiocentro di Lugano per aggiornare sullo stato di salute di Marco Borradori. Da sinistra Tiziano Cassina, Giovanni Pedrazzini e Stefano Demertzis.
Conferenza stampa dal Cardiocentro di Lugano per aggiornare sullo stato di salute di Marco Borradori. Da sinistra Tiziano Cassina, Giovanni Pedrazzini e Stefano Demertzis.
Ti-Press

I medici del Cardiocentro di Lugano hanno spiegato nel dettaglio, in conferenza stampa, la situazione disperata in cui si trova Marco Borradori. Le speranze che possa riprendersi sono praticamente inesistenti. «È una questione di ore».

pab

11.8.2021

In una seguitissima conferenza stampa dal Cardiocentro, i medici che hanno preso a carico Marco Borradori dopo l'infarto che l'ha colpito ieri a fine mattinata mentre faceva jogging a Vezia, hanno fatto il punto della situazione, ripercorrendo le tappe principali delle misure prese per curare il sindaco di Lugano. 

Il primo a prendere la parola è stato il direttore sanitario del Cardiocentro Tiziano Cassina che ha subito spiegato che «siamo partiti da una posizione molto sfavorevole poiché l'arresto cardiaco di cui è stato vittima Marco Borradori non è stato testimoniato, non siamo cioè in grado di stabilire con esattezza quanto tempo è trascorso dall'infarto ai primi soccorsi».

«Il fattore tempo in queste situazioni è primordiale. Le prime manovre di rianimazione sono iniziate con l'arrivo della polizia e poi proseguite con i sanitari dell'ambulanza. Ma è trascorso molto tempo e in queste situazioni sia l'ossigeno che il sangue non arriva in maniera ottimale agli organi. In queste situazioni l'organo più delicato è il cervello. E qui si parla di secondi».

Borradori è arrivato al Cardiocentro, «dopo un'ora di rianimazione meccanica e farmacologica, senza che mai il cuore abbia funzionato da solo. Non c'era battito e non c'era attività elettrica», ha spiegato dal canto suo il dottor Giovanni Pedrazzini. «Dalle analisi abbiamo potuto riscontrare un problema coronarico. Il quadro cardiaco, quando è arrivato da noi, era già estremamente avanzato, il cuore era praticamente fermo, segno che il paziente ha avuto un arresto cardiaco molto prolungato». 

In seguito il dottor Stefano Demertzis ha precisato che la posa del sistema di supporto extra corporeo, necessario poiché il cuore non era in grado di sostenere il sistema circolatorio, non ha rappresentato nessun problema. La macchina sostituisce la funzione del cuore e quella dei polmoni: «Si tratta però di un sistema a corto e medio termine, che ci permette di fare una diagnosi».

«È questione di ore»

In estrema sintesi, le condizioni di Marco Borradori sono e rimangono disperate. Come ha spiegato il dottor Cassina, il 62enne è mantenuto in vita dalle macchine, ma tutti i suoi organi hanno subito dei gravi danni, compreso il suo cervello, e questo perché non ha ricevuto ossigeno a sufficienza nelle prime fasi dell'incidente.

Il direttore del Cardiocentro ha affermato che il filo di speranza che Borradori riesca a salvarsi si sta assottigliando sempre di più.

Non si sa in effetti per quanto tempo la macchina possa sostenere ancora il sindaco: «È il paziente, è l'onorevole Borradori, che dirà fino a quando la macchina potrà supportare i suoi organi che ormai sono compromessi. È questione di ore», ha detto il primario di cardiologia Giovanni Pedrazzini.

La gestione di questa situazione di salvataggio, come tecnicamente viene chiamata nel gergo ospedaliero, «perché partiamo da una situazione difficile» ha precisato Cassina, si articola sempre nel ricorso a questo supporto meccanico esterno. 

Non ci sono quasi più speranze

Le opzioni, usando quest'apparecchiatura, sono due: «Un recupero da parte degli organi danneggiati a causa dell'assenza di ossigeno, e quindi reversibilità» oppure «si va verso una situazione in cui il danno non è recuperabile. E per ora siamo in questa seconda situazione. Nulla lascia pensare che si possa tornare alla prima».

«Malgrado lo sforzo fatto di apportare ossigeno in un secondo momento non è sufficiente per poter ripristinare. Sfortunatamente nella situazione attuale siamo confrontati con un quadro clinico di questo tipo: la rianimazione prolungata, la mancanza di ossigeno prolungata ha provocato dei danni severi a tutti gli organi, compreso il sistema nervoso centrale».

«Gli sforzi che stiamo facendo e anche l’interazione tra macchina e organismo cominciano a diventare difficili perché una macchina può funzionare con continuità mentre un organismo non recepisce più il supporto che viene fornito. Siamo in una fase estremamente difficile, nella quale non sappiamo fino a che punto la macchina riuscirà ancora a supportare l'onorevole Borradori», ha concluso mestamente Cassina.