Uno studio del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA), presentato oggi, conferma che è possibile ridurre le emissioni di CO2 nella Valle del Reno grigionese. Una nuova legge dovrebbe finanziare gli interventi necessari.
Keystone-SDA, anve, ats
15.01.2025, 15:40
SDA
L'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 nella Valle del Reno grigionese, che si estende da Fläsch a Rhäzüns, entro il 2050 è fattibile dal punto di vista tecnico. È quanto è emerso da uno studio realizzato dall'EMPA su incarico del Canton Grigioni, dei fornitori di energia e delle principali industrie presenti in questa regione. L'analisi ha anche sottolineato che nel migliore dei casi i costi annui per lo sviluppo e l'esercizio del sistema energetico possono diminuire fino al 30% rispetto allo scenario di riferimento. Un investimento sensato dal punto di vista economico anche se, si legge in un comunicato odierno, nell'attuale contesto di mercato, risulta redditizio solo in misura limitata.
La situazione di partenza
«In media in Svizzera una persona emette 4 tonnellate di CO2 all'anno. Nella Valle del Reno, questa cifra è notevolmente più alta», ha detto il capoprogetto dell'EMPA, Robin Mutschler, in conferenza stampa. Stando all'analisi del Laboratorio federale, su una popolazione di circa 80'000 persone vengono calcolate 10,5 tonnellate di CO2 pro capite all'anno. Il 63% dell'anidride carbonica viene prodotta dall'industria. Solo il cementificio Holcim di Untervaz produce quasi 420 chilotonnellate di CO2 all'anno. Il 37% invece proviene dal settore dell'edilizia e dalla mobilità.
Un'immagine che male si sposa con il traguardo del Canton Grigioni, che con il «Piano d'azione Green Deal» (PAGD) vuole ridurre a zero il saldo netto delle emissioni di gas a effetto serra.
Le misure
«Possiamo raggiungere questo obiettivo solo con la cattura e lo stoccaggio delle emissioni industriali di CO2», ha spiegato Mutschler. Ad esempio con il potenziamento del teleriscaldamento aumenterebbe l'efficienza e la resilienza del sistema energetico e sgraverebbe la rete elettrica. Nuovi vettori energetici come l'idrogeno, il metano sintetico, il biogas e la geotermia potrebbero contribuire a diversificare l'approvvigionamento energetico. Pure il risanamento energetico degli edifici potrebbe contribuire a ridurre il fabbisogno energetico complessivo fino al 25%.
Il finanziamento
«Al momento non possiamo ancora dire quanto costeranno i singoli progetti», ha dichiarato il direttore del Dipartimento dell'educazione, cultura e protezione dell'ambiente, Jon Domenic Parolini, a Keystone-ATS. Con il PAGD il Cantone ha calcolato costi di un miliardo di franchi fino al 2050.
«Ad oggi per le singole aziende non è economico. Abbiamo quindi bisogno di un sostegno iniziale per questi progetti innovativi. Questo è previsto nella nuova legge concernente la promozione e il finanziamento di misure per la protezione del clima nei Grigioni», ha continuato. Il disegno di legge verrà discusso nella sessione di aprile di quest'anno in Gran Consiglio.