Ecco gli impianti apertiDopo Natale si torna sulle piste a sud delle Alpi... o quasi
SwissTXT / red
25.12.2024
A Bosco Gurin e San Bernardino si potrà nuovamente sciare. Carì e Nara riaprono gli impianti, ma non ancora le piste da sci. Airolo cerca di ampliare l’offerta.
SwissTXT / red
25.12.2024, 09:04
Sara Matasci
Le importanti nevicate cadute sul versante nordalpino negli ultimi giorni sono in parte riuscite a raggiungere pure la Svizzera italiana, imbiancando, seppur in maniera decisamente più contenuta, anche le stazioni montane ticinesi e San Bernardino.
Di conseguenza nei vari comprensori le piste aperte saranno ancora decisamente poche e per lo più dedicate ai principianti, ma tutti sono al lavoro per ampliare l’offerta, con un’occhiata speranzosa verso il cielo.
Già da giovedì, Santo Stefano, varie località potranno intanto dare il via alla stagione 2024-25.
Le varie aperture
A Bosco Gurin dal 26 dicembre saranno di nuovo in funzione il tappeto mobile e la giostra per i bambini, la prima seggiovia, il piattello, nonché la pista per le slitte e la slittovia. «Per aprire tutto il comprensorio o parte di esso - si legge sul sito web - servono ancora importanti precipitazioni», malgrado la produzione di neve artificiale.
Al Nara saranno in funzione le due seggiovie e la manovia e sarà riaperta la pista delle slitte. A pochi km di distanza, a Campo Blenio, sempre da giovedì è prevista la riapertura del tappeto mobile e dello sci-lift piattello.
In Leventina, ad Airolo-Pesciüm si scia (parzialmente) già dallo scorso fine settimana e non appena le condizioni lo permetteranno si estenderanno le aperture. A Carì invece da Santo Stefano per chi vuole passeggiare o effettuare una ciaspolata sarà di nuovo operativa la prima seggiovia, ma per il comprensorio sciistico c’è ancora da attendere.
San Bernardino ha invece annunciato che dal 27 dicembre rimetterà in funzione la cabinovia Fracch-Confin e i due tappeti mobili e riaprirà il bar della Capanna Confin.
Intanto la pratica dello sci resiste, nonostante i costi delle giornaliere al Nord e l’incertezza sull’offerta a Sud delle Alpi.