Frana Calanca, sgombero al via. Come vive chi è isolato?

Swisstxt / pab

6.12.2022 - 13:40

I lavori di sgombero della frana che da domenica blocca la strada in Calanca inizieranno nel pomeriggio di oggi, martedì. Intanto la vita per gli abitanti isolati continua «quasi» normalmente.

Nella foto, i massi caduti sulla strada Cantonale della Valle Calanca, che ha di fatto isolato l'alta Valle.
Nella foto, i massi caduti sulla strada Cantonale della Valle Calanca, che ha di fatto isolato l'alta Valle.
© Ti-Press

Che la pulizia del tratto stradale possa partire lo ha confermato alla RSI l'Ufficio tecnico cantonale, dopo aver effettuato un volo di ricognizione, che ha permesso di escludere imminenti pericoli geologici. Fino a ieri, lunedì, giova ricordare, si temevano nuovi crolli.

Domenica mattina si erano staccati da una parete rocciosa circa 600 metri cubi di materiale, provocando ingenti danni alla cantonale, isolando la parte alta della valle fino a Rossa e tagliando di fatto fuori dai collegamenti circa 400 abitanti.

Anche se isolata, la valle non è «disconnessa». I residenti infatti, come sottolinea al RSI, stanno facendo fronte ai disagi grazie alla solidarietà, alla tecnologia e all'esperienza fatta con la pandemia.

Un'infermiera per tutti

Per anziani e persone bisognose di cure «il momento di crisi è stato domenica, perché tutti aspettavano le nostre infermiere» spiega ai microfoni della RSI Daria Berri, direttrice del servizio Spitex Moesa dell'Associazione per la cura e l'assistenza a domicilio.

«La frana ha bloccato tutti, ma la nostra responsabile delle cure ha reagito molto velocemente. Abbiamo avuto fortuna perché, tra chi è rimasto isolato, c’è anche una nostra ex collaboratrice, un'infermiera diplomata, che abita in Calanca».

«Conosce tutti, conosce il nostro sistema e già domenica siamo riusciti a organizzare le cure più urgenti. Ha funzionato subito. E l'infermiera ci aiuterà fino all'apertura della strada. Ha salvato la situazione».

Un ristorante per i pasti caldi

In soccorso è arrivato anche il metodo «antico», gambe e conoscenza del territorio. «Un forestale si è inerpicato per un sentiero, ed è riuscito a portare all'infermiera medicinali e un tablet collegato ai nostri sistemi informatici. Così ora può vedere, in tempo reale, cartelle, dati clinici dei pazienti e interagire con il medico», sottolinea Daria Berri.

Anche per i pasti c'è la soluzione. «Domenica abbiamo attivato una collaborazione con il ristorante di Arvigo», spiega Berri. Il ristorante si occupa di cucinare, ma anche di consegnare i pasti. «Si è attivato anche un municipale del Comune di Calanca, che ha organizzato un servizio di volontari per cucinare e consegnare i pasti».

La scuola a distanza grazie a internet

La tecnologia e l’esperienza della pandemia sono state utili anche per gli alunni. «I bambini più piccoli, dai 6 ai 12 anni, ricevono dalle maestre schede e video sulle mail dei genitori, mentre quelli più grandi seguono le video-lezioni direttamente sulla piattaforma Teams», spiega alla RSI Franco Marzoli, presidente dei consigli scolastici delle scuole elementari della Val Calanca e delle scuole secondarie di Roveredo.

«L'esperienza pandemica ha permesso ai docenti di capire cosa migliorare.  Abbiamo creato un data center a livello di tutto il Moesano: ogni allievo, ogni docente, ha un suo profilo su un server centrale. E ora stiamo valutando di dotare gli allievi di un computer quasi personale».

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