Da OltralpeSono già diversi i bimbi affetti da bronchiolite trasferiti in Ticino
SwissTXT / Red
22.11.2022
Nelle cliniche pediatriche in Svizzera interna mancano posti letto: in meno di una settimana il Ticino ha accolto quindi già i primi sei piccoli lattanti e bambini affetti da bronchiolite nelle pediatrie del Cantone. L'allarme, lanciato settimana scorsa dai giornali di CH Media, trova conferma nella notizia divulgata lunedì dalla RSI.
SwissTXT / Red
22.11.2022, 14:45
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Il virus respiratorio sinciziale RSV (o bronchiolite), che causa raffreddore, tosse e difficoltà a respirare, solitamente – come ricorda la RSI – ha il suo picco tra gennaio e febbraio. La malattia sembra dunque averlo anticipato proprio in questi giorni.
«Una situazione così come la sta vivendo la Svizzera interna che proprio non hanno posti letto disponibili e bisogna fare così tanti trasferimenti tra un ospedale e l’altro, io non l’ho mai vissuta», commenta ai microfoni della RSI Giacomo Simonetti, primario di pediatria dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) a Bellinzona.
Quest'anno a stupire è infatti stato l'aumento repentino e rapido dei contagi, già nel mese di novembre, e la mancanza di posti letto. È difficile capire il perché di questa situazione: «I bambini con la bronchiolite che sono in ospedale sono dei lattanti molto piccoli, e spesso ricevono delle difese immunitarie dalle mamme. Con la pandemia e con la mascherina, probabilmente le mamme non hanno sviluppato questi anticorpi che quindi non hanno trasmesso ai loro figli», spiega Simonetti.
In Ticino però la situazione sembra essere ancora contenuta, anche se secondo il pediatra dallo scorso fine settimana ci sarebbero degli elementi che fanno suppore che i casi di bronchiolite stiano aumentando anche a sud delle Alpi.
«È possibile che fra un paio di settimane la situazione si inverta: che noi [pediatrie ticinesi] non abbiamo sufficienti posti letto e che nella Svizzera interna abbiano sufficienti posti letto anche per accogliere bambini ticinesi», sostiene Simonetti.
È una malattia grave?
Come ricorda alla RSI il pediatra, la bronchiolite è una malattia virale per cui non esiste nessuna terapia, generalmente non è grave e passa in una settimana.
Tuttavia, «i bambini molto piccoli possono avere dei problemi respiratori che conducono a un’insufficiente alimentazione e questi sono i casi che potrebbero diventare gravi. La stragrande maggioranza rimane comunque a domicilio».
«Alcuni bambini – continua Simonetti – vengono ricoverati perché hanno necessità di avere un po’ di ossigeno, o di essere aiutati con l’alimentazione. E pochissimi di questi lattanti hanno bisogno di un supporto respiratorio perché si stancano troppo a respirare».
Solidarietà e collaborazione
L'ondata di bronchiolite potrebbe durare poco o per settimane, mettendo sotto pressione il personale sanitario. Nel peggiore dei casi, i bambini più grandi potrebbero essere trasferiti in altri reparti, lasciando spazio ai neonati per far ricevere loro le cure specialistiche che necessitano.
Infatti come chiarisce alla RSI Simonetti, non ci sono le competenze specialistiche per curare dei bambini così piccoli al di fuori dei reparti pediatrici.
D'altra parte, se l'emergenza dovesse protrarsi in Ticino, come nel resto della Svizzera, si cercheranno delle soluzioni innovative: «Oltralpe ho sentito che dimettono anche bambini stabili, ma con ancora necessità di terapia con ossigeno, quindi qualcosa di nuovo che di solito a domicilio non si fa. Però con la collaborazione delle famiglie e probabilmente dei servizi esterni agli ospedali è possibile fare», aggiunge Simonetti.
Solidarietà e collaborazione tra le pediatrie e con le famiglie sono perciò i pilastri su cui contare per affrontare al meglio la situazione.