Stati Uniti Assist di Trump a Netanyahu: «Colpisca i siti nucleari iraniani»

SDA

5.10.2024 - 21:26

Donald Trump getta benzina sul fuoco.
Donald Trump getta benzina sul fuoco.
Keystone

A un mese dalle elezioni, Donald Trump critica la politica di Joe Biden sull'Iran, suggerendo a Israele di colpire i siti nucleari dell'Iran, mentre preoccupazioni su interferenze elettorali e l'impatto della guerra in Medio Oriente scuotono la campagna elettorale americana.

Israele dovrebbe «colpire i siti nucleari iraniani prima e preoccuparsi poi». A un mese esatto dal voto, Donald Trump attacca la linea di Joe Biden e offre un assist a Benyamin Netanyahu lasciandogli intendere che, con lui alla Casa Bianca, avrebbe le mani più libere per rispondere all'attacco dell'Iran.

Un messaggio che irrompe sulla campagna elettorale e arriva proprio mentre fra i democratici serpeggiano i timori di interferenze elettorali da parte del premier israeliano e sale la preoccupazione sulla debolezza di Joe Biden e sull'impatto che la guerra in Medio Oriente potrebbe avere sul 5 novembre.

«Netanyahu non farà nulla che possa aiutare le prospettive elettorali» di Kamala Harris, ha osservato con il Financial Times l'ex ministro degli Esteri giordano Marwan al-Mausker. Il premier di Israele, ha notato l'ex diplomatico israeliano Alon Pinkas, «sa giocare» con la politica americana «meglio della maggior parte dei politici statunitensi. E sta surclassando Biden».

Biden cerca di smorzare le preoccupazioni sull'isolamento USA

Il presidente americano ha cercato smorzare le preoccupazioni sul crescente isolamento e la perdita di influenza degli States in Medio Oriente. Fra gli Usa e Israele i contatti sono costanti, «anche per 12 ore al giorno», ha assicurato Biden, che si è detto contrario ad attacchi ai siti nucleari iraniani e venerdì ha frenato anche su quelli ai pozzi petroliferi, temendo un balzo dei prezzi dell'energia a poche settimane dal voto.

Tuttavia non è chiaro se i suoi appelli saranno ascoltati o meno da Netanyahu, a cui spetta la decisione ultima e che, negli ultimi mesi, con le sue mosse ha sorpreso più di una volta l'amministrazione a stelle e strisce.

Israele, ha riferito un funzionario del dipartimento di Stato alla «CNN», non ha dato garanzie sull'esclusione dei siti nucleari dai possibili target. Ed è «davvero difficile» dire se utilizzerà l'anniversario dell'attacco del 7 ottobre per vendicarsi di Teheran, ha aggiunto.

Il Pentagono si spacca

Mentre le consultazioni proseguono, il Pentagono si sta spaccando sulla rafforzata presenza americana in Medio Oriente. All'interno del dipartimento della Difesa molti sono convinti che la presenza statunitense nell'area limiti i rischi di una guerra più ampia. Altri invece temono che possa incoraggiare un'offensiva israeliana senza freni.

La preoccupazione, riporta il «New York Times», è che Netanyahu si senta totalmente protetto e decida quindi di alzare la mira dei suoi obiettivi.

Ad agitare il Pentagono è anche il timore che la crescente attenzione al Medio Oriente sottragga risorse alla regione dell'Indo-Pacifico, dove un'invasione di Taiwan da parte di Pechino o le tensioni crescenti nel Mar Meridionale della Cina potrebbero far finire la situazione fuori controllo.

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