UcrainaZelensky insiste: «Dobbiamo usare le armi in Russia»
SDA
6.9.2024 - 20:43
Volodymir Zelensky vola prima in Germania, dove a Ramstein partecipa alla riunione del gruppo di contatto sull'Ucraina e parla con il cancelliere Olaf Scholz. Poi sbarca a Cernobbio, alla mini-Davos italiana, dove domani incontrerà Giorgia Meloni, attesa in mattinata al Forum Ambrosetti.
06.09.2024, 20:43
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L'obiettivo, all'indomani dell'offensiva in Russia e di nuovi pesanti raid di Mosca sul suo Paese, è di guardare in faccia gli alleati e chiedere, ancora una volta, più armi e più contraerea. Ma la tappa sulle sponde del lago di Como ha anche un altro fine, forse ancora più importante: convincere l'Italia a sdoganare l'uso delle armi fornite a Kiev per colpire in Russia.
La politica di parte dei Paesi occidentali di negare a Kiev la capacità a lungo raggio per colpire in Russia è «sbagliata», ha scandito il leader ucraino da Ramstein: «Abbiamo bisogno di questa capacità non solo sul territorio occupato dell'Ucraina, ma anche su quello russo, per far in modo che Mosca sia incentivata a cercare la pace».
«Ci tirano quattromila bombe al mese, Putin non si fermerà, dobbiamo arrivare ad un eventuale tavolo negoziale in posizione di forza», ha poi aggiunto Zelensky intervenendo al Forum di Cernobbio e spiegando che l'intenzione non è quella di usare le armi a lungo raggio «per colpire i civili ma i campi militari fino a 100-300 chilometri.
Non abbiamo altre idee di usare di queste armi», ha spiegato, ribadendo di «apprezzare tutti i passi che l'Italia ha fatto per sostenere l'Ucraina, tutti coloro che ci aiutano per la pace. Noi vogliamo porre fine alla guerra, ma non a danno del nostro Paese. Qui incontrerò Giorgia Meloni, sono fiducioso che insieme riusciremo a raggiungere importanti obiettivi», ha aggiunto il leader di Kiev.
Europa divisa
Sul tema l'Europa resta divisa. E se da Bruxelles l'Alto rappresentante Ue, Joseph Borrell, ha recentemente ribadito che le restrizioni andrebbero eliminate, resta proprio lo scoglio dell'Italia, che insieme all'Ungheria continua ad opporsi.
A Cernobbio c'era anche Viktor Orban, con cui i rapporti sono tesissimi. Il leader ungherese ha insistito sulla necessità di un incontro Zelensky-Putin ("è possibile e necessario") ma a Kiev, e non solo, viene ormai visto come la quinta colonna dello zar in Europa.
Zelensky intanto incassa altri aiuti: il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha annunciato a Ramstein un altro pacchetto da 250 milioni di dollari mentre il collega tedesco Pistorius ha assicurato altri 12 obici Panzer 2000 (6 entro il 2024).
E ulteriori 650 missili Martlet arriveranno da Londra, «come impegno del nuovo governo» Starmer; un'altra batteria contraerea da Madrid, nuove forniture dal Canada e 40 milioni aggiuntivi arriveranno dall'Ue per affrontare l'inverno e ripristinare le infrastrutture, soprattutto energetiche, pesantemente colpite dai russi.
Appoggio incondizionato anche dal segretario uscente della Nato Jens Stoltenberg: Kiev «ha bisogno di più supporto militare ora. Il modo più rapido per porre fine a questa guerra è fornirle armi. Putin deve rendersi conto che non può vincere sul campo di battaglia».
Duri scontri sul terreno
Un campo che continua a registrare duri scontri: Mosca ha rivendicato di aver conquistato un altro villaggio nel Dontesk, Zhuravka, mentre ha sferrato l'ennesimo raid con cinque missili balistici sulla città di Pavlograd. Il bilancio delle autorità locali parla di almeno 50 feriti (tra cui un bimbo di 4 anni) e un morto.
La guerra prosegue anche a colpi di cifre: Mosca ha fatto sapere che in un mese di combattimenti gli ucraini hanno perso 10.400 soldati, tra morti e feriti, impegnati nell'offensiva in Kursk mentre Zelensky ha quantificato in almeno 6.000 i soldati russi uccisi o feriti dalle sue truppe nell'operazione nella regione.
Il leader ucraino ha ricordato che dall'inizio del blitz Kiev ha conquistato 1.300 km quadrati della regione russa, dove si trovano più di 100 insediamenti. Un'avanzata che non vuole fermare guardando ancora una volta agli alleati occidentali, sferzandoli a continuare a fornire le armi e permettergli di usarle anche in casa del nemico Putin.