Guerra in Ucraina Zelensky: «Anche dopo Bucha con Putin bisogna parlare»

SDA

30.4.2022 - 22:10

Dopo giorni in cui la parola sembrava affidata solo alle armi, tra mille cautele Russia e Ucraina tornano ad evocare i negoziati. «Se c'è una sola possibilità, dovremmo parlare», ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tornando a proporre un faccia a faccia con Vladimir Putin, anche se «dopo Bucha e Mariupol» il rischio di un fallimento è alto.

Il presidente ucranio Volodymyr Zelensky durante un incontro degli scorsi giorni. Immagine d'archivio. 
Il presidente ucranio Volodymyr Zelensky durante un incontro degli scorsi giorni. Immagine d'archivio. 
KEYSTONE/UKRAINIAN PRESIDENTIAL PRESS SERVICE

Dall'altro fronte risponde il ministro degli Esteri Serghei Lavrov: le trattative sono «difficili» ma proseguono, fa sapere, accusando i Paesi della Nato di ostacolarle e sostenendo che un'intesa deve prevedere la revoca delle sanzioni anti-russe dell'Occidente.

Proposta che Kiev respinge al mittente: «Questo argomento non è sul tavolo, e del resto Lavrov è solito parlare di cose in cui non è coinvolto», replica sferzante il negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak.

Negoziati tra Russia e USA sulle armi nucleari

Altri negoziati, riferisce Mosca, vanno avanti invece tra la Russia e gli Usa, nonostante i violenti scambi verbali delle ultime settimane, su un altro tema, quello delle armi nucleari di cui tanto si parla per i ripetuti allarmi su un possibile allargamento del conflitto dalle conseguenze imprevedibili.

Delegati russi e americani, ha detto il direttore del dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti presso il ministero degli Esteri di Mosca, Vladimir Yermakov, continuano a discutere per redigere un nuovo trattato che prenda il posto del New Start alla sua scadenza, nel 2026.

«Una guerra nucleare è inammissibile», ha affermato Yermakov, avvertendo dei rischi insiti in quella che definisce «la escalation irresponsabile delle azioni anti-russe» da parte dell'Occidente.

La Francia rafforza l'invio di armi all'Ucraina

Anche la Francia, dopo altri Paesi europei tra cui la Germania, ha deciso intanto di «rafforzare» l'invio di aiuti militari all'Ucraina, secondo quanto annunciato dall'Eliseo dopo una conversazione telefonica tra il presidente Emmanuel Macron e Zelensky.

Non è stato specificato di quali sistemi si tratta. Parigi invia già a Kiev cannoni semoventi ultramoderni Caesar. Ma durante la conversazione Macron ha anche evocato la «disponibilità della Francia a contribuire a un accordo che preveda garanzie di sicurezza per l'Ucraina».

Segno che l'impegno militare europeo non esclude quello a sostenere i negoziati, come conferma il contenuto di un'altra telefonata dello stesso Zelensky con il premier britannico Boris Johnson, durante la quale, fa sapere il presidente ucraino, sono stati discussi «i necessari sforzi diplomatici per arrivare alla pace».

Parole particolarmente significative in considerazione del fatto che Johnson è il leader occidentale più convinto – insieme al presidente Usa Joe Biden – della necessità di fornire a Kiev le armi più efficaci.

Si sa poco sulle trattative

Sul contenuto delle trattative si sa ben poco. Il negoziatore ucraino Podolyak, intervistato da Rainews24, ha detto che il capitolo sugli aspetti umanitari, è quello che è stato finora «maggiormente sviluppato», mentre in quello «politico-diplomatico» i progressi sono «più lenti».

Quello che per Kiev rimane irrinunciabile, ha aggiunto, è «una proposta concreta per le garanzie di sicurezza».

Podolyak non ha fatto invece alcun cenno ai futuri assetti territoriali, in particolare per la Crimea e il Donbass.

Per la Russia in gioco non ci sono gli interessi solo di Kiev

Per Lavrov, tuttavia, il problema di fondo è che Kiev continua ad agire pensando non ai propri interessi ma a quelli dei suoi «suggeritori remoti».

Vale a dire l'Occidente, o più precisamente gli Usa, che per Mosca sono il vero avversario in un confronto per il futuro degli equilibri mondiali di cui l'Ucraina è solo un capitolo.

Quella che la Russia chiama «l'operazione militare speciale» ha lo scopo, dichiara il ministro degli Esteri in un'intervista all'agenzia cinese Xinhua, di contrastare «il desiderio di Washington e dei suoi satelliti di imporre un ordine mondiale americano-centrico».

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