Cina - RussiaXi e Putin rafforzano l'asse contro gli USA: «Più legami militari»
SDA
16.5.2024 - 20:50
La Cina e la Russia rafforzano l'asse anti Stati Uniti, legati dalla comune avversione al modello democratico occidentale. Il leader del Cremlino Vladimir Putin è atterrato in piena notte a Pechino con il dossier Ucraina sottobraccio e la richiesta di sostegno allo sforzo bellico. Si è presentato ore dopo su Piazza Tienanmen con la limousine Aurus Senat, blindata e orgoglio della produzione made in Russia: ad attenderlo, alla porta est della Grande sala del popolo, ha trovato l'amico Xi Jinping.
16.05.2024, 20:50
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Sorrisi, grandi strette di mano, colpi di cannone a salve e ispezione del picchetto d'onore su lunghi tappeti rossi, fino all'esecuzione dei rispettivi inni nazionali e di una parata militare in scala ridotta che la Repubblica popolare riserva solo agli ospiti più illustri.
Poi, due ore e mezza del bilaterale numero 43 in poco più di 10 anni, a dimostrare il legame tra i due leader, incentrate sui legami economici e commerciali: 240,1 miliardi di dollari di interscambio record nel 2023, regolato per il 90% in yuan e rubli a danno del dollaro, a coprire il passaggio di tecnologia a duplice uso decisiva per la macchina militare russa.
Approfondire i legami militari ed economici
I due leader hanno annunciato la volontà di approfondire i legami militari ed economici, riflettendo una partnership strategica – rafforzata da 11 accordi inter-governativi e da una dichiarazione ad hoc – volta a sfidare l'ordine globale guidato dagli Stati Uniti dopo colloqui «calorosi e camerateschi», con Xi che ha descritto la loro amicizia come «eterna» e modello di nuove relazioni internazionali.
Domani c'è la trasferta ad Harbin, capoluogo dello Heilongjiang che ha legami storici con la Russia. «La visita di Putin all'Harbin Institute of Technology (dal 2020 nella black list americana per i legami con le forze armate cinesi, ndr) è una scelta significativa. Dice due cose: solidarietà sino-russa contro le sanzioni americane e maggiore accesso alla tecnologia di difesa cinese per l'industria degli armamenti russa», ha notato Mathieu Duchatel, analista politico dell'Institut Montaigne.
Il sostegno cinese è stato vitale per la Russia
Il sostegno economico e politico della Cina è stato vitale per la Russia dall'inizio della guerra e Putin oggi ha espresso gratitudine per gli sforzi di Pechino. I due leader hanno concordato sulla necessità di «trovare una soluzione politica» e «di fermare ogni passo che contribuisca al prolungamento delle ostilità e all'ulteriore escalation del conflitto».
Ma la dichiarazione congiunta ha annunciato i piani per manovre militari congiunte ampliate, pur senza fornire dettagli. Tra i precedenti, quelle nel mar del Giappone e nel Golfo di Oman (con l'Iran), ma il timore è che la cooperazione arrivi anche nel mar Cinese meridionale, le cui acque sono agitate dalle tensioni su Taiwan e dai conteziosi tra Pechino e i Paesi vicini.
La Cina non può abbandonare USA e UE
Ma per Putin, alla disperata ricerca di successi sul campo di battaglia ucraino prima che a Kiev arrivino le armi americane, la priorità è capire fino a dove l'amico cinese è disposto ad aiutarlo. Xi, che non può tagliare i legami economici con USA e Ue che assorbono un combinato di 1.000 miliardi di export made in China, nell'incontro con i media senza domande ha detto di «sperare che pace e stabilità siano ristabilite rapidamente sul continente europeo», assicurando «un ruolo costruttivo».
A stretto giro però il leader cinese ha dovuto incassare il nuovo monito del Dipartimento di Stato americano: Pechino non può avere legami con la Russia e l'Occidente, «non può giocare su due tavoli», ha avvertito il vice portavoce Vedant Patel.
«Più conosco la Cina, più la ammiro»
Lo zar è arrivato a Pechino con una nutrita delegazione e il nuovo ministro della Difesa Andrei Belousov, economista con forti legami con i vertici mandarini. È la figura chiave per soluzioni utili a criptare transazioni e spedizioni di beni dual use proibiti, finiti sempre più nel mirino degli Stati Uniti.
A parte gli incontri ufficiali, «il faccia a faccia Putin-Xi di questa sera» e «la cena intima tra i rispettivi team della sicurezza nazionale sono i luoghi dove si sono prese le decisioni», ha affermato Alexsander Gabuev, a capo del Carnegie Russia Eurasia di Berlino.
Tra le pieghe, è rispuntato anche Aleksandr Dugin, il filosofo ultranazionalista russo vicino allo zar. In un'intervista al Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, Dugin ha rilevato che la Russia «ha perso l'Occidente, ma ha scoperto il resto. Più conosco la Cina, più la ammiro».