Oltre a PanamaStati Uniti: Trump non è favorevole solo all'annessione di Panama ma pure Groenlandia e Canada
SDA
24.12.2024 - 13:26
Non solo il Canale di Panama: la stampa americana in queste ore si sta chiedendo come occorre interpretare recenti dichiarazioni i Donald Trump, fra il serio e il faceto, sulla «necessaria» annessione della Groenlandia e perfino del Canada, come 51. Stato dell'unione.
Keystone-SDA
24.12.2024, 13:26
26.12.2024, 18:52
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«Con le finalità della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d'America sentono che la proprietà della Groenlandia sia una necessità assoluta», ha detto domenica il presidente eletto nell'annunciare il nuovo futuro ambasciatore americano in Danimarca, paese di cui fa parte la grande isola artica con statuto di autonomia dal 1979.
Il primo ministro groenlandese Múte Bourup Egede ha risposto che le affermazioni di Trump sono senza senso.
«La Groenlandia è nostra. Appartiene al popolo della Groenlandia. Non siamo in vendita e non lo saremo mai», ha dichiarato Egede in una nota citata dai media americani. «Non dobbiamo perdere la nostra lunga lotta per la libertà», ha aggiunto il politico dell'isola ghiacciata abitata per lo più da Inuit.
L'agenzia AP ricorda come nel 2019 Trump cancellò una visita in Danimarca «dopo che la sua offerta di acquistare la Groenlandia fu rigettata da Copenaghen e non se ne fece nulla».
La stampa americana ricorda inoltre che di recente Trump ha fatto un'allusione estemporanea al Canada come al «51esimo Stato degli USA» e al suo attuale premier, Justin Trudeau, come al «governatore del Grande Stato del Canada».
«Con Trump, le differenze fra proposte politiche serie e boutade retoriche fatte solo per attirare l'attenzione dei media o per galvanizzare la sua base non sono sempre chiare. In altri momenti, le sue provocazioni sono sembrate essere lo sparo di via nei suoi tentativi di concludere accordi», commenta la CNN.
«Il Canada non diventerà parte degli Stati Uniti», ma forse le frasi di Trump sono destinate probabilmente «a reclamare una vittoria sulle tariffe commerciali o una stretta sui controlli ai confini o altre cose simili», dice l'esperto Stephen Farnsworth su «Time».
Ieri anche il capo dello Stato panamense José Raúl Mulino ha reagito alla minaccia del presidente eletto degli Stati Uniti di voler «riprendere» il controllo del Canale di Panama.
«Ogni metro quadrato del Canale e dell'area adiacente appartiene a Panama e continuerà a essere così», ha affermato Mulino in una nota pubblicata sulle reti sociali. «Sovranità e indipendenza non sono negoziabili», ha aggiunto.
Lamentandosi per le tariffe «esorbitanti» per il passaggio attraverso il canale e sulla gestione dell'infrastruttura, Trump ha minacciato di chiederne la «restituzione» se i principi «morali e legali» non saranno rispettati.
Gli Stati Uniti sono il maggiore cliente del Canale: il 70% delle merci che attraversano questa rotta provengono o sono destinate a questo paese.
Il Canale di Panama è stato costruito dagli Stati Uniti, che lo inaugurarono nel 1914 e lo amministrarono fino al suo trasferimento a Panama il 31 dicembre 1999, come stabilito nel Trattato Torrijos-Carter firmato nel 1977 presso la sede dell'Organizzazione degli Stati americani (OSA).