Europa-Stati Uniti I timori dell'Ue sul neo presidente Trump: «Rischiamo di restare schiacciati»

SDA

20.1.2025 - 22:12

«Di fronte all'imprevedibilità americana serve più azione, più responsabilità», è il mantra che circola nelle cancellerie europee.
«Di fronte all'imprevedibilità americana serve più azione, più responsabilità», è il mantra che circola nelle cancellerie europee.
KEYSTONE

Avvolta in un cielo invernale e bianco, Bruxelles ha assistito al primo discorso da presidente degli Usa di Donald Trump come dinanzi ad un fosco copione già scritto. 

Keystone-SDA

Dal Green Deal (il Patto verde europeo, un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione con l'obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050) ai dazi fino alla stessa solidità politica dei movimenti pro-Ue, il ciclone Trump rischia di travolgere tutto.

Preoccupazioni per le elezioni tedesche

E dalle parti dei vertici dell'Ue si guarda con crescente preoccupazione alle elezioni tedesche del 23 febbraio e, soprattutto, alla scalata dell'estrema destra dell'Alternativa per la Germania (Afd), aiutata dalle continue ingerenze dell'imprenditore multimiliardario Elon Musk che , con l'ex candidato repubblicano alla presidenza degli Usa Vivek Ramaswamy, è stato nominato da Trump alla guida del Department of government efficiency (DOGE), il Dipartimento dell'efficienza governativa – che non farà parte dell'amministrazione ma sarà un organismo esterno di consulenza con ampia influenza ed il compito di ridurre le spese e gli sprechi dell'esecutivo.

«Imprevedibilità degli Stati Uniti»

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola e l'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas si sono precipitati a sottolineare sulla rete sociale X la crucialità del legame transatlantico, scegliendo di sorvolare sulle parole di Trump, che ha confermato la volontà di imporre dazi commerciali e ha annunciato la fine – o quasi – delle politiche verdi.

Ed è per questo che, al di là dell'apparente indifferenza, in Ue si lavora già alle contromisure. «Di fronte all'imprevedibilità americana serve più azione, più responsabilità», è il mantra che circola nelle cancellerie europee.

Linea duro con Pechino

A Bruxelles sono convinti che, di fronte al nemico cinese, Washington abbia bisogno dell'Ue anche nel commercio. Non a caso la Commissione ha scelto la linea dura con Pechino. L'ultimo atto è stata la richiesta di consultazioni all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro «pratiche sleali e illegali» della Cina sulla proprietà intellettuale.

Meloni unico leader Ue a Washington: «I dazi colpiscono tutti, anche l'Italia»

Potrà bastare? «L'Ue e la Francia rischiano di restare schiacciati», ha ammesso il primo ministro francese François Bayrou. Mentre il suo connazionale, il vicepresidente della Commissione Stéphane Séjourné, di fronte al fatto che la premier italiana Giorgia Meloni sia stata l'unica leader dell'Ue presente all'investitura di Trump, non si è scomposto ma ha avvertito: «I dazi colpiscono tutti, anche l'Italia. L'Ue deve parlare con una voce sola».

Rutte: «Turbo alle spese per la difesa»

Il dossier dazi è strettamente legato a quello della difesa, e in Ue c'è chi spera che, venendogli incontro sull'aumento dei fondi per la Nato, l'ira di Trump possa attenuarsi.

Il 5% del prodotto interno lordo (Pil) indicato dal presidente americano è un numero irreale, semmai una strategia negoziale. Al momento gli alleati stanno negoziando ferocemente e il 3% poteva essere un buon punto di caduta (Trump non è il solo a chiedere un maggior impegno: la Polonia già viaggia intorno al 4,7% e la Lituania ha promesso un esborso).

«Metteremo il turbo alle spese sulla difesa», ha sottolineato il segretario generale dell'alleanza Mark Rutte.

Ucraina, Russia e una Nato senza gli USA

Ma oltre ai quattrini c'è di più. Il futuro dell'Ucraina, ad esempio. La Nato ha appena avviato in Germania il comando per la gestione degli aiuti e dell'addestramento. Sopravviverà? E che ne sarà del suo percorso di adesione alla Nato?

Infine, il rapporto con la Russia. Un accordo Putin-Trump sull'architettura della sicurezza europea senza coinvolgere Bruxelles (o Kiev) svuoterebbe di senso la Nato, che resterebbe in piedi come mero mercato per l'industria bellica Usa. «Le nazioni si preparano ad un mondo post-europeo», avvertiva un editoriale del quotidiano statunitense The Wall Street Journal ad una manciata d'ore dall'inizio dell'era Trump.