Guerra in Ucraina Dure sanzioni UE contro Putin e Lavrov, il nodo dello Swift

SDA

25.2.2022 - 21:21

Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov.
Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov.
KEYSTONE/EPA

Congelare, già nel secondo pacchetto di sanzioni, gli asset di Vladimir Putin e Serghei Lavrov. Lo scatto dell'Europa nella sua strategia antirussa si concretizza in una misura dall'impatto economico tutto da valutare, ma dall'alto valore simbolico. Il presidente e il potentissimo ministro degli esteri russo finiscono nella lista nera europea, così come di quella statunitense.

L'ipotesi, inizialmente, era di puntare al bersaglio più alto in un terzo pacchetto di sanzioni, ma con Kiev sotto assedio Bruxelles ha deciso di accelerare. «E non ci fermiamo», ha assicurato l'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell. All'orizzonte cresce infatti l'ipotesi di una sanzione che potrebbe essere un vero e proprio big bang finanziario, l'esclusione di Mosca dal sistema Swift.

Alla Commissione europea, ma anche alla Banca centrale europea (Bce), stanno già lavorando su una mossa che avrebbe un impatto senza precedenti, sulla Russia e sull'Europa. Stanno lavorando, soprattutto, sulle contromisure energetiche, industriali e finanziarie. «Si tratta di scegliere, l'esclusione dal sistema Swift significa, in linea di principio, azzerare gli scambi con la Russia. E se sei dipendente dal gas, ci vuole cautela», spiegava poco prima del Consiglio affari esteri un alto funzionario dell'Ue.

Alla riunione dei titolari delle diplomazie europee, oltre al secondo pacchetto di sanzioni, è stato tuttavia proprio il sistema Swift uno dei protagonisti del dibattito. L'ipotesi continua a dividere e, per dirla con Borrell, «al momento manca ancora l'unanimità». Ma il fronte dei Paesi perplessi, capitanato da Germania e Italia, ha cominciato ad ammorbidirsi.

Il ministro delle finanze di Berlino Christian Lindner ha spiegato che l'opzione «è sul tavolo». La titolare degli esteri, Annalena Baerbock, parlando ai suoi omologhi non ha chiuso, ma ha spiegato che quando la sanzione è stata imposta all'Iran non tutto è andato per il meglio.

Roma assicura compattezza con gli altri membri UE

Il pressing diplomatico di chi vuole la Russia fuori da tutto è salito sensibilmente anche sull'Italia. E allora Roma ha provato a fare chiarezza. Fonti di governo hanno rimarcato come «non sia stata chiesta alcuna eccezione» sulla sanzioni.

A Bruxelles il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha aggiunto che l'Italia «non pone veti, ha sempre votato in maniera compatta con gli altri membri dell'UE le proposte della Commissione e continuerà a farlo». E ha assicurato all'omologo ucraino Dmytro Kuleba che, sull'opzione Swift, Roma ci sarà.

Eppure, restano diversi però. Ed è stato il ministro dell'economia italiano Daniele Franco, all'Ecofin (che riunisce i ministri delle finanze degli stati membri dell'Ue) di Parigi, a metterlo in chiaro: con l'esclusione di Mosca, Roma e altri capitali non potrebbero pagare il gas russo. E «interrompere i flussi, per un Paese come l'Italia che utilizza quel gas per circa il 43% del suo fabbisogno potrebbe essere un problema».

Non certo solo per Roma. Berlino, Helsinki, Vienna ma anche Budapest avrebbero conseguenze serie. E poi c'è il nodo del coordinamento internazionale: se l'Ue esclude la Russia da Swift e la Cina non lo fa, l'impatto per Mosca sarebbe di certo meno devastante. Ma la voglia di punire il «nazista Putin» – copyright della Commissione europea – cresce di ora in ora.

«Escludere Mosca dal sistema di pagamenti»

La Francia, ad esempio, si è già detta favorevole ad escludere Mosca dal sistema di pagamenti, come la Spagna e come aveva già fatto la Gran Bretagna. La presidente del parlamento europeo Roberta Metsola si è esposta in prima persona mentre il presidente del Partito popolare europeo (Ppe), il polacco Donald Tusk, ha attaccato Italia e Germania dicendo che, sulle sanzioni, «hanno perso l'onore».

Di certo, dopo il vertice dei leader europei terminato nella notte non tutti erano soddisfatti. Bruxelles si è risvegliata con la sensazione di chi sapeva di poter fare di più.

Alla riunione degli ambasciatori della mattina, su spinta di Parigi, Putin e Lavrov sono entrati nella lista nera. E sono state confermate tutte le sanzioni sull'export, sulle banche e sui visti già annunciate. «Dobbiamo isolare Mosca politicamente e diplomaticamente», ha sentenziato Di Maio. Kiev combatte e in Europa sale la consapevolezza che nel rapporto con Mosca, ormai, è entrata in una nuova era.

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