USA-Cuba Cuba via da lista nera terrorismo, «rilasciati 553 prigionieri»

SDA

15.1.2025 - 08:25

Cuba ha annunciato la liberazione di 553 prigionieri detenuti per "diversi crimini" come parte dell'intesa che ha portato la Casa Bianca ad annunciare di volere rimuovere l'isola comunista dalla sua lista degli Stati sponsor del terrorismo. (Foto simbolica)
Cuba ha annunciato la liberazione di 553 prigionieri detenuti per "diversi crimini" come parte dell'intesa che ha portato la Casa Bianca ad annunciare di volere rimuovere l'isola comunista dalla sua lista degli Stati sponsor del terrorismo. (Foto simbolica)
Keystone

Via Cuba dalla lista degli stati sponsor del terrorismo in cambio della liberazione di decine di prigionieri politici, e di altre centinaia che gli USA considerano ingiustamente detenuti, entro la fine dell'amministrazione Biden.

Keystone-SDA

È una delle ultime mosse (tardive) di politica estera del presidente, grazie ad un accordo mediato dalla Chiesa cattolica, che tramite la conferenza dei vescovi USA aveva premuto in questa direzione, insieme alle organizzazioni per i diritti umani. La risposta dell'Avana è stata immediata con il rilascio di 553 prigionieri detenuti per «diversi crimini». Washington ha fatto un passo nella «giusta direzione ma il blocco rimane», ha affermato il ministro degli esteri cubano Bruno Rodriguez, riferendosi all'embargo statunitense contro l'isola comunista in vigore dal 1962.

La decisione di Biden verrà probabilmente revocata dal suo successore Donald Trump: il tycoon aveva reinserito l'Avana nella blacklist l'11 gennaio del 2021, quasi al termine del suo mandato, bloccando il precedente disgelo avviato da Barack Obama. The Donald aveva citato tra le motivazioni il sostegno di Cuba al leader venezuelano Nicolas Maduro e il suo rifiuto di estradare i ribelli colombiani in Colombia.

A lanciare il primo avviso è stato il senatore Ted Cruz, della commissione esteri del Senato: «La decisione è inaccettabile nel merito. Il terrorismo promosso dal regime cubano non è cessato. Lavorerò con il presidente Trump e i miei colleghi per invertire immediatamente e limitare i danni derivanti dalla decisione». Nessuna reazione per ora dal transition team di Trump né dal segretario di stato designato Marco Rubio, la cui famiglia lasciò Cuba negli anni '50 prima che la rivoluzione comunista portasse al potere Fidel Castro e che è un paladino delle sanzioni contro l'isola comunista.

L'amministrazione Biden sta notificando al Congresso la sua decisione, sostenendo di aver stabilito che «non ci sono credibili evidenze» che Cuba sia attualmente impegnata nel sostenere il terrorismo internazionale. In cambio, ha spiegato un alto dirigente della Casa Bianca in una conferenza a cui ha partecipato anche l'agenzia italiana ANSA, otterrà la scarcerazione di diverse decine di prigionieri politici.

Gli Stati Uniti allenteranno un po' anche la pressione economica su Cuba, insieme al memorandum del 2017 emesso dall'allora presidente Donald Trump che inaspriva la posizione degli Stati Uniti nei confronti dell'Avana. L'isola è sempre più soffocata dalle sanzioni, in un mix di povertà e scarsità di generi alimentari e energia.