Guerra Trovate componenti svizzere nei missili russi

mh, ats

18.12.2022 - 13:48

Kiev sotto attacco russo
Kiev sotto attacco russo
Keystone

Ricercatori del think tank britannico Royal United Services Institute (Rusi) hanno esaminato i resti di missili russi caduti in Ucraina, trovando microprocessori prodotti dalla società STMicroelectronics, con sede nel canton Ginevra.

Lo riferisce domenica il SonntagsBlick. Si tratta di missili altamente tecnologici lunghi sette metri, denominati Kh-101. Vengono sparati da un aereo e trasportano mezza tonnellata di esplosivo. Volano molto bassi e i sistemi radar hanno difficoltà a individuarli. L'ultima volta sono stati impiegati il 23 novembre, quando Mosca ha bombardato Kiev.

Interpellata in merito dal domenicale, la società elvetica – che possiede stabilimenti di produzione in Italia, Francia e Singapore – non ha voluto commentare.

Lo ha invece fatto la Segreteria di Stato dell'economia (Seco). La sua portavoce, Antje Baertschi, ha affermato di essere a conoscenza della questione, aggiungendo che si tratta di beni industriali sfusi che non erano soggetti ad alcuna restrizione commerciale fino all'inizio della guerra, a fine di febbraio.

Non sono gli unici componenti svizzeri usati dai russi

La situazione è cambiata dal 4 marzo, quando Berna ha vietato la vendita di numerosi componenti elettronici alla Russia. A causa delle sanzioni la consegna e la vendita di questi prodotti sarebbe ora vietata, ha precisato ancora Baertschi.

Tuttavia, dato che i microprocessori sono stati probabilmente fabbricati in siti di produzione esteri, sono soggetti alle normative sulle esportazioni dei Paesi interessati.

Non si tratta comunque degli unici componenti svizzeri impiegati dalla Russia nella sua guerra. Secondo i ricercatori del Rusi, la Svizzera sarebbe il quarto più importante produttore di elementi presenti nei sistemi d'arma russi. Oltre a STMicroelectronics, i britannici citano il gruppo U-blox di Thalwil (ZH), ex spin-off del Politecnico federale di Zurigo.

mh, ats