Guerra in Ucraina Stop al piano di pace di Scholz, «Putin non è disposto»

SDA

9.9.2024 - 22:04

Sembrano essere durate solo 24 ore le speranze di uno spiraglio diplomatico sul conflitto in Ucraina alimentate dall'appello di Olaf Scholz a «raggiungere la pace più rapidamente», e dopo che si erano diffuse voci su una sua iniziativa in questo senso.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (foto d'archivio)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (foto d'archivio)
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La Russia ha appreso solo dai media questa informazione, e comunque ritiene che «non ci siano le precondizioni» per una soluzione, ha affermato il Cremlino.

Dichiarazioni che mostrano come le autorità russe «non siano molto disposte ad avviare negoziati in modo costruttivo», ha risposto a sua volta il portavoce del cancelliere tedesco, attaccato peraltro anche in patria dalla Cdu all'opposizione che gli ha contestato di «spingere subdolamente Kiev verso una falsa pace imposta da Mosca» pur di fregiarsi del titolo di «cancelliere della pace».

«Il piano di Zelensky? Non ne abbiamo idea»

Accoglienza non migliore ha avuto l'annuncio fatto a Cernobbio dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky di avere messo a punto un «piano di pace» che intende sottoporre al presidente americano Joe Biden e ai candidati alla Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump.

«Non abbiamo alcuna idea di cosa sia questo nuovo piano», ha detto all'ANSA la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Secondo fonti parlamentari tedesche, Scholz starebbe lavorando ad «una sorta di Minsk 3», non escludendo di trasferire parte dei territori ucraini alla Russia per arrivare a una pace negoziata.

«Non stiamo respingendo alcun piano in anticipo»

E il cancelliere non avrebbe «alcuna esitazione ad avere un colloquio telefonico con il presidente russo» Vladimir Putin se ritenesse il momento «appropriato», ha assicurato il suo portavoce.

«Non stiamo respingendo alcun piano in anticipo – ha detto da parte sua il portavoce di Putin – ma dobbiamo capire di cosa stiamo parlando». «Ascoltiamo diverse dichiarazioni dei Paesi europei – ha commentato Dmitry Peskov – ma non vediamo dichiarazioni in merito da parte del Paese che sta conducendo l'intero processo, guidando l'intero Occidente collettivo». Vale a dire gli Stati Uniti.

Quanto al piano di pace che Zelensky ha detto di voler presentare proprio agli Usa, al suo rientro a Kiev dopo la trasferta europea, lo stesso presidente ucraino lo ha ribattezzato «piano di vittoria per l'Ucraina», aggiungendo di avere messo al corrente di alcuni dettagli una delegazione di congressisti Usa incontrati a margine del forum di Cernobbio.

«I territori russi non sono in discussione»

«Chi può fidarsi di Zelensky?», è stata la secca risposta di Zakharova. La portavoce russa ha ricordato che il presidente ucraino decise di ritirarsi nell'aprile del 2022 da un negoziato che era stato avviato il mese prima con un incontro tra delegati russi e ucraini a Istanbul.

Una decisione che, secondo l'allora capo negoziatore ucraino David Arakhamia, uomo molto vicino al presidente, fu presa anche su pressione del primo ministro britannico Boris Johnson.

Comunque «i territori russi non sono in discussione», ha tagliato corto Zakharova, riferendosi anche alle quattro regioni parzialmente occupate e annesse da Mosca nel settembre del 2022.

In una di queste, Donetsk, continua l'avanzata russa e oggi Mosca ha annunciato la conquista di un nuovo villaggio, quello di Memrik.

Dice la sua anche la Cina

In questo quadro fosco per la diplomazia si inserisce l'assicurazione del presidente cinese Xi Jinping, secondo il quale Pechino intende «persistere nel promuovere pace e colloqui con un ruolo costruttivo verso una soluzione politica».

Ma allo stesso tempo la Cina non rinuncia alla sua collaborazione militare con la Russia, e annuncia un nuovo ciclo di esercitazioni navali congiunte nell'Oceano Pacifico da tenersi in questo mese di settembre.

Pechino è accusata dalla Nato di fornire assistenza a Mosca per il conflitto in Ucraina, ciò che le autorità cinesi smentiscono. Così come fanno quelle iraniane, mentre funzionari europei citati dall'agenzia Bloomberg hanno affermato la settimana scorsa che Teheran ha raggiunto un accordo con la Russia per consegnarle missili balistici.

Il portavoce del Cremlino non ha né confermato né smentito la notizia: «Informazioni di questo tipo non sempre corrispondono alla verità», ha detto Peskov, aggiungendo però che Russia e Iran continueranno a sviluppare la loro collaborazione «in tutte le aree possibili, comprese le più sensibili».