Germania Sciopero a oltranza alla Volkswagen contro le chiusure

SDA

2.12.2024 - 18:36

Sciopero a oltranza alla Volkswagen
Sciopero a oltranza alla Volkswagen
Keystone

I dipendenti di Volkswagen hanno scioperato quasi in tutte le fabbriche del colosso dell'auto tedesca, nell'ambito della spinosa vertenza coi vertici del gruppo.

Questi hanno minacciato un taglio degli stipendi del 10% e la chiusura di almeno tre impianti nella Repubblica federale, presentando un piano di risanamento senza precedenti.

Le posizioni fra il consiglio di fabbrica e il sindacato «Ig Metall» da un lato, e i vertici dell'impresa dall'altro, non sembrano però avvicinarsi e la rabbia fra i lavoratori cresce.

È noto che il management intenda risparmiare 4 miliardi di euro con le misure radicali annunciate, mentre la controparte accetterebbe la riduzione delle buste paga (mettendo 1,5 miliardi sul tavolo delle trattative) salvando però gli impianti. Un piano che non convincerebbe i piani alti della Volkswagen.

Un'opposizione che è solo all'inizio

I dipendenti hanno incrociato le braccia per due ore a turno in nove dei dieci degli stabilimenti tedeschi, a partire da quello di Zwickau, per poi coinvolgere fra gli altri il quartier generale di Wolfsburg, le imprese di Hannover, Braunschweig, Emden e Chemnitz. Secondo il sindacato sono stati 66 mila i partecipanti alla mobilitazione, 35 mila di quali nella sede centrale della Bassa Sassonia.

Il periodo di dialogo sociale che la Germania ritiene obbligatorio si è infatti chiuso per 120.000 dipendenti del marchio alla mezzanotte di venerdì con un muro contro muro.

«Se necessario, questa sarà la battaglia contrattuale collettiva più dura che Volkswagen abbia mai conosciuto», ha avvertito Thorsten Groeger, negoziatore dei metalmeccanici tedeschi , ritenendo il management «responsabile, al tavolo delle trattative, per la durata e l'intensità del confronto».

Questo è stato solo «un avvertimento», ha continuato. «Chi ignora l'organico gioca col fuoco e sappiamo come una scintilla si trasformi in fiamme», la minaccia.

«Se non iniziano a ragionare, non sarà certo l'ultimo sciopero», ha avvertito il collega Dirk Schulze a Zwickau.

Risvolti anche politici

«Fra una settimana è previsto il prossimo incontro fra le parti, e a quel punto o si arriva a un avvicinamento o ci sarà una ulteriore escalation», ha annunciato dal canto suo la combattiva presidente del consiglio di fabbrica di origine italiana Daniela Cavallo.

Stando al gruppo, «gli effetti» della protesta di lunedì sarebbero stati «contenuti nei limiti». Una lotta per il lavoro prolungata farebbe però male a Volkswagen e potrebbe ledere la sua immagine.

La crisi della principale casa d'auto tedesca ha anche un forte impatto politico nella campagna elettorale in vista del voto anticipato del 23 febbraio. Infatti, il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha promesso di impegnarsi per salvare le fabbriche e avviando la sua campagna, sabato scorso alla Willy Brandt Haus a Berlino, ha chiesto all'opposizione di collaborare, immaginando un intervento insieme ai conservatori ben prima delle urne.

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