Guerra Raid russi su tutta l'Ucraina, morti a Odessa e Sumy

SDA

14.6.2023 - 22:11

L'ennesima notte, quella tra martedì e mercoledÌ, di bombardamenti russi sull'Ucraina porta con sé un nuovo tributo di sangue dei civili a Odessa e Sumy. Ma Kiev non si lascia intimorire e continua a parlare di «avanzate» nella controffensiva per liberare il Paese dall'invasore russo, mentre, secondo i media americani, la lentezza e l'elevato costo delle operazioni rischiano di minare la fiducia degli alleati di Kiev, malgrado gli sforzi profusi dalla Nato.

La gente del posto rimuove i detriti nel sito di un edificio danneggiato dopo un attacco missilistico a Kramatorsk, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale, il 14 giugno 2023. Almeno due persone sono state uccise e altre due ferite dopo un attacco missilistico sulla città.
La gente del posto rimuove i detriti nel sito di un edificio danneggiato dopo un attacco missilistico a Kramatorsk, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale, il 14 giugno 2023. Almeno due persone sono state uccise e altre due ferite dopo un attacco missilistico sulla città.
KEYSTONE

Intanto, lo spettro del nucleare si allunga da nord: Aleksandr Lukashenko ha annunciato che è iniziato il trasferimento delle armi nucleari tattiche russe in Bielorussia, affermando che «alcune sono tre volte più potenti delle atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki».

La recente intensificazione degli attacchi notturni di missili e droni russi, che riesce a eludere ormai le difese antiaeree solo nelle zone rurali e nelle città di provincia, ha di nuovo seminato morte.

Morti in un centro commerciale a Odessa

E in una zona di foreste nell'oblast di Sumy, nel nord-est vicino al confine russo, le forze russe sono accusate di aver sparato martedì contro un fuoristrada della guardia forestale, uccidendo sei persone: un episodio su cui la magistratura ucraina sta indagando.

Nella città portuale di Odessa, un missile Kalibr, l'unico a bucare le difese a fronte di tre abbattuti, lanciato forse da un'unità della flotta russa del Mar Nero, ha centrato il magazzino di un supermercato, uccidendo sul colpo tre addetti.

Almeno tre civili uccisi anche nella zona di Kramatorsk, nel Donetsk in mano agli ucraini, mentre una donna è morta per un raid nella regione di Chernihiv.

La controffensiva avanza o no?

Sul fronte della controffensiva, le forze scelte ucraine spingono sempre in quattro direttrici: Bakhmut, Marinka, Velyka Novosylka, nel Donbass, e dalla regione di Zaporizhzhia da Orikhiv verso Melitopol. Intanto, l'oligarca russo Yevgheny Prigozhin – tornato a inveire contro Mosca asserendo che il ministro della Difesa Serghei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov dovrebbero essere «fucilati» – ha promesso che i miliziani della Wagner torneranno sul fronte da agosto.

Negli ultimi tre giorni sono stati liberati dalle forze ucraine tre chilometri quadrati, annuncia l'esercito di Kiev, Andriy Kovalev. Da parte russa si rivendica che finora la controffensiva è costata la vita a ben 7.500 soldati ucraini e che tutti gli attacchi su Zaporizhzhia vengono sistematicamente respinti.

Che le cifre russe siano pura propaganda o meno, oggi il Washington Post apre uno squarcio nel silenzio ucraino sulla drammatica realtà del fronte, interpellando un soldato della 37ma brigata di ricognitori ucraini, di cui 30 uomini su 50 non sono tornati: uccisi, feriti o catturati dal nemico. «Ci hanno bombardato con i mortai da tre lati. Non potevamo fare nulla», ha raccontato.

S'incrina il sostegno degli Stati Uniti

Gli elevati costi umani e di prezioso materiale a fronte di risultati che paiono per ora uscire con il contagocce, ottenuti senza copertura aerea e con scarsa copertura d'artiglieria, potrebbero mettere alla prova la generosità degli Stati Uniti e degli altri alleati, che – scrive in un altro editoriale il Washington Post – «potrebbero dover rispondere a domande scomode per le quali non sono preparati».

E questo malgrado le dichiarazioni di sostegno da parte delle cancellerie occidentali e della Nato: al vertice di Vilnius dell'11-12 luglio «invieremo un forte messaggio di sostegno e solidarietà e diremo chiaramente che il futuro dell'Ucraina è nella Nato», ha dichiarato il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg.

Ma nel frattempo negli Stati Uniti cresce un «dilemma geopolitico», così definito dal New York Times, secondo cui le aziende americane attive nell'energia nucleare pagano miliardi di dollari all'agenzia nucleare di Mosca Rosatom, in quanto dipendono sul poco costoso uranio arricchito prodotto dalla Russia.

Dopo la rottura della diga ecco i primi casi di colera

Intanto, la diplomazia di pace prova a muovere timidi passi: se Vladimir Putin riceverà sabato a San Pietroburgo capi di Stato africani che gli sottoporranno il loro piano, la presidenza dell'Ucraina ha comunicato all'inviato speciale di Lula, Celso Amorim, il «grande interesse» affinché il Brasile partecipi al vertice per la pace promosso da Zelensky in programma a luglio.

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, da ieri a Kiev dove ha parlato con Zelensky, ha rimandato forse a domani, per questioni di sicurezza, la visita all'impianto nucleare di Zaporizhzhia, in mano ai russi.

Ma intanto ha offerto all'Ucraina un programma di assistenza per superare la crisi provocata dalla distruzione della diga di Kakhovka.

Nelle zone allagate, dove sono stati segnalati primi casi di colera, ora le persone che rischiano di rimanere senz'acqua potabile sono un milione.

SDA