Ricerca di sostenitori? Putin, a sorpresa: «Ci sono due tipi di Occidente»

Di Philipp Dahm

4.11.2022

Discorso calcolato: Vladimir Putin il 27 ottobre al Valdai International Discussion Club appena fuori Mosca.
Discorso calcolato: Vladimir Putin il 27 ottobre al Valdai International Discussion Club appena fuori Mosca.
Ap

A sorpresa Putin non mette più in un unico calderone tutti i suoi nemici dell'Occidente. In un recente discorso, ha sottolineato che anche in questa parte del Continente ci sono persone che la pensano come lui e difendono i valori tradizionali e cristiani. Il nemico ora chi è, quindi? L'«élite neoliberale».

Di Philipp Dahm

Ogni anno il presidente russo Vladimir Putin partecipa a una conferenza sulla politica estera a Mosca e risponde alle domande in sessione plenaria. Lo ha fatto anche a fine ottobre, per ben tre ore e mezza.

In quell'occasione, il capo del Cremlino è sembrato decisamente rilassato e «avvicinabile», in contrasto con le sue solite apparizioni sempre piuttosto rigide. E ne ha approfittato per svuotare il sacco: «Solo Mosca può garantire l'esistenza e l'unità territoriale dell'Ucraina, perché è stata la Russia a creare il Paese», ha detto al pubblico.

Le accuse di Putin all'Occidente sono ben note: provoca, distorce i mercati energetici e alimentari ed è responsabile della distruzione dei gasdotti del Mar Baltico: «Questo gioco è certamente pericoloso, sanguinoso e sporco. Nega la sovranità dei Paesi e delle Nazioni, la loro diversità e unicità, e non si cura degli interessi degli altri Stati».

A suo avviso, sono emersi «nuovi centri di un ordine mondiale multipolare»: «A un certo punto l'Occidente dovrà tenere colloqui alla pari sul nostro futuro comune», ha detto Putin, che rifiuta l'egualitarismo e il sistema occidentale. E proprio per questa ragione elogia il premier indiano Narendra Modi per la sua «indipendenza» perché non ha aderito alle sanzioni contro la Russia.

«Sono con noi. Lo sappiamo»

Fin qui, tutto prevedibile. Ma se da un lato non sorprende che il presidente russo, le cui truppe hanno invaso l'Ucraina, accusi l'Occidente di aggressività, dall'altro gli esperti sono colpiti dal fatto che il leader del Cremlino non metta più in un unico calderone tutti i suoi nemici: «Ci sono due tipi di Occidente», ha dichiarato infatti improvvisamente.

Da un lato c'è l'Occidente, che rappresenta «i valori tradizionali, soprattutto cristiani». La Russia potrebbe identificarsi con questa parte. Ma poi c'è il lato oscuro, ha deplorato Putin. «C'è l'altro Occidente: aggressivo, cosmopolita, neocoloniale, che funge da arma per l'élite neoliberale».

Questo, dice, è evidente nelle «dozzine di generi» e nelle «sfilate omosessuali». Questa frase suggerisce che Putin vuole rivolgersi a un gruppo target speciale: «Negli Stati Uniti c'è una fascia molto forte del pubblico che sostiene i valori tradizionali e sono con noi. Lo sappiamo».

Populisti nel mirino

La divisione di Putin dell'Occidente in «élite» liberali e tradizionaliste è logica: il presidente russo sta cercando di prendere per mano i sostenitori di Donald Trump, che non solo ha ammesso le sue simpatie per il capo del Cremlino, ma sostiene anche che con lui la guerra di Putin contro l'Ucraina non ci sarebbe stata.

Tucker Carlson, star del canale conservatore Fox News, non ha mai nascosto la sua ammirazione per Putin o per il presidente ungherese Viktor Orban. Deve aver apprezzato anche la dichiarazione di Kevin McCarthy: il leader della Camera repubblicano ha recentemente sottolineato che Kiev non dovrebbe ricevere un assegno in bianco per quanto riguarda gli aiuti in armi all'Ucraina.

«Si tratta di un trucco, nessuno dovrebbe rilassarsi», avverte l'analista russa Tatiana Stanovaya sul New York Times. «Putin sta costruendo una coalizione anti-occidentale su scala globale. Non pensa di essere messo all'angolo, ma bensì di assistere alla nascita di un nuovo mondo».

Ciò che è interessante è che Putin sta anche cercando di raggiungere il suo gruppo target negli Stati Uniti con il denaro. Mentre società di media come YouTube non fanno più affari con la Russia, il Cremlino continua a investire milioni di euro in altri prodotti della stampa occidentale, come riporta Politico. Ad esempio, Ghebi, una società che produce programmi radiofonici, ha ricevuto oltre 3,2 milioni di dollari da fonti russe.