Stati UnitiLa procuratrice della Georgia ammette la relazione con il collega, Trump l'attacca
SDA
2.2.2024 - 21:11
La procuratrice Fani Willis, cuore e motore del procedimento contro Donald Trump per i tentativi di ribaltare il voto del 2020 in Georgia, ha ammesso di avere una «relazione» con il collega Nathan Wade, da lei ingaggiato per guidare l'inchiesta.
02.02.2024, 21:11
02.02.2024, 21:21
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Willis ha però ha negato qualsiasi conflitto d'interesse. Si tratta di una svolta a sorpresa in una vicenda che negli ultimi giorni ha offuscato il caso in sé e i suoi imputati dando la sponda al tycoon per attaccare una delle sue avversarie più agguerrite.
Nei documenti presentati in tribunale dalla difesa si sottolinea che Willis e Wade «nel 2020 hanno sviluppato un rapporto personale oltre che quello professionale e d'amicizia».
Ma si nega che i guadagni del procuratore «siano stati condivisi o forniti alla procuratrice», come invece sostenuto da uno dei coimputati di Trump, Michael Roman, che l''ha accusata di «aver viaggiato con il fidanzato» a spese dei contribuenti e di aver inquinato il procedimento.
Il procuratore Wade sottolinea anche che il loro «rapporto personale non ha mai comportato vantaggi finanziari diretti o indiretti» per Willis. La procuratrice da parte sua insiste che non ci sono le basi giuridiche per rimuoverla dal processo contro l'ex presidente, peraltro uno dei più gravi tra tutti quelli a suo carico.
«Sebbene le accuse sollevate siano salaci e abbiano raccolto l'attenzione dei media nessuna fornisce a questa Corte alcuna base per la rimozione», si legge nell'affidavit presentato dagli avvocati della difesa nel quale si sottolinea inoltre che gli attacchi sono «imprecisi, non documentati e dannosi».
Udienza fissata al 15 febbraio
Il 15 febbraio è stata fissata l'udienza sulle accuse e se il giudice dovesse «squalificare» Willis e Wade ci sarebbe un cambio nel pool dell'accusa che potrebbe ritardare l'inizio del dibattimento. Nel frattempo, la procuratrice è stata anche convocata a testimoniare alla Camera Usa dal presidente della commissione Giustizia, il repubblicano Jim Jordan.
Insomma la questione è tutt'altro che archiviata, per la gioia di Trump che spera in un rinvio o addirittura in una sospensione, e ne ha subito approfittato per attaccare la procuratrice sul suo social media Truth.
«Fani Willis – ha tuonato in un post – mi ha indagato in collaborazione con la Casa Bianca e il Dipartimento di Giustizia e così, dando la caccia alla persona di più alto livello e candidato repubblicano, è stata in grado di ottenere per il suo «amante'' quasi un milione di dollari. Questo processo è una truffa e ormai completamente screditato».