RussiaPrigozhin da Putin al Cremlino: «La Wagner ti è fedele»
SDA
10.7.2023 - 19:02
Cinque giorni dopo il tentato ammutinamento della Wagner, mentre tutto il mondo si chiedeva dove fossero finiti i suoi miliziani e soprattutto il suo capo, lo stesso Yevgeny Prigozhin e i comandanti dei vari reparti della compagnia privata erano in riunione con il presidente russo Vladimir Putin al Cremlino.
10.07.2023, 19:02
SDA
Un chiarimento durato tre ore e finito con una promessa di fedeltà al presidente, che ha ricambiato assicurando ai suoi interlocutori che continueranno ad avere un ruolo nelle imprese militari della Russia.
La notizia, anticipata dal giornale francese «Libération» e confermata qualche ora dopo dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, rimette in discussione tutte le analisi degli osservatori stranieri e le ipotesi su un indebolimento del potere di Putin.
Anzi, copre con una cortina fumogena ancor più fitta quanto veramente successo due settimane fa, quando alcune migliaia di uomini di Prigozhin hanno occupato senza colpo ferire la città di Rostov sul Don, caposaldo militare di fondamentale importanza a ridosso del confine ucraino, e poi hanno risalito il territorio russo indisturbati per centinaia di chilometri.
Fino a quando è stata annunciata una tregua, ufficialmente grazie a una (improbabile) mediazione del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che in teoria prevedeva il trasferimento in Bielorussia di Prigozhin e dei suoi. Ma a questo punto nulla è più sicuro.
Il comandante Gerasimov riappare in un video
Intanto il capo di Stato maggiore russo e comandante delle operazioni militari in Ucraina, Valery Gerasimov, bersaglio privilegiato degli attacchi di Prigozhin insieme al ministro della Difesa Serghei Shoigu, ha fatto la sua prima apparizione pubblica dopo i fatti del 24 giugno.
Un video, pubblicato dal ministero della Difesa, mostra Gerasimov che presiede una riunione in cui è stato informato di un tentativo da parte dell'esercito ucraino di effettuare attacchi missilistici in Russia e contro la Crimea domenica.
La Wagner garantisce la propria fedeltà a Putin
Lukashenko, che in un primo momento aveva confermato l'arrivo in Bielorussia di Prigozhin, il 6 luglio ha detto che non si trovava là, ma a San Pietroburgo, e «forse» era andato a Mosca. «Non abbiamo né la possibilità né la voglia di seguire i movimenti di Prigozhin», aveva risposto Peskov.
Ma una settimana prima era già avvenuto l'incontro chiarificatore tra Putin, Prigozhin e l'intero Stato maggiore della Wagner: 35 persone in tutto. Il presidente, ha spiegato il portavoce, ha dato «il suo giudizio sulle azioni della compagnia al fronte e sugli eventi del 24 giugno».
Quelli della Wagner gli hanno dato le loro «spiegazioni», gli hanno garantito la loro fedeltà e si sono detti pronti a «continuare a combattere per la madrepatria». Alla fine ci deve essere stata una sorte di assoluzione se, ha assicurato ancora Peskov, il presidente ha offerto ai comandanti «ulteriori opzioni di lavoro e di impiego nei combattimenti».
Due le domande che sorgono
Due sono gli interrogativi che sorgono a questo punto: il primo è se i comandanti della Wagner e i loro uomini continueranno ad essere inquadrati nelle file della compagnia privata o passeranno alle dipendenze del ministero della Difesa, come previsto da un decreto che mette al bando questa milizia privata insieme a decine di altre.
Sul canale Telegram Grey Zone, vicino alla Wagner, sono stati diffusi in queste ore diversi sticker propagandistici della compagnia, tra cui uno con la scritta «Tutto è solamente all'inizio». Quasi una promessa che la Wagner non sparirà.
Il secondo interrogativo è dove verranno impiegate le truppe (o ex truppe) di Prigozhin. Qualcuno pensa proprio in Bielorussia, per poter creare una minaccia che impensierisca l'Ucraina al confine settentrionale.
Di sicuro i miliziani della Wagner non torneranno a Bakhmut, la città del Donbass da loro conquistata in maggio dopo una battaglia sanguinosa durata mesi e che ora le forze ucraine dicono di essere sul punto di riconquistare. Il comandante ceceno Ramzan Kadyrov – che il 24 giugno si era detto pronto a «schiacciare» il tentativo di ammutinamento della Wagner – ha fatto sapere che il compito di resistere in questa «difficile» situazione è stato dato alle sue forze speciali Akhmat agli ordini di Apty Alaudinov.