Guerra Il Parlamento ucraino vieta la Chiesa «legata a Mosca», la Russia condanna

SDA

20.8.2024 - 20:07

Kiev la loda come «una legge sull'indipendenza spirituale» dell'Ucraina dalla Russia. Mosca la condanna come un provvedimento per «distruggere alla radice la vera Ortodossia canonica».

Il patriarca russo Kirill (Immagine d'illustrazione).
Il patriarca russo Kirill (Immagine d'illustrazione).
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Il Parlamento ucraino ha approvato una bozza di legge che punta a vietare quel ramo della Chiesa ortodossa fino a un paio d'anni fa ufficialmente legato al Patriarcato di Mosca, a sua volta considerato molto vicino al Cremlino.

Una decisione adottata con 265 voti a favore e 29 contrari. E sulla quale pesa chiaramente la guerra tra Russia e Ucraina. Le autorità di Kiev dicono infatti di sospettare che alcuni membri di questa Chiesa possano collaborare con la Russia.

Ma il gruppo nega fermamente. E nel maggio del 2022 ha annunciato di aver preso le distanze dalla Chiesa russa dopo che il Patriarca Kirill – un fedelissimo di Putin – ha appoggiato apertamente l'invasione ordinata dal Cremlino.

Dure critiche

La mossa di Kiev è stata duramente criticata dal governo russo. «L'obiettivo qui è quello di sradicare il vero Cristianesimo ortodosso canonico e sostituirlo con una parodia, una falsa Chiesa», ha dichiarato la portavoce della diplomazia, Maria Zakharova.

Un'aspra condanna è stata pronunciata anche dal Patriarcato di Mosca, che per bocca dell'arciprete Nikolai Balashov ha parlato di «una persecuzione» e di «un'evidente violazione dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale».

Balashov è un consigliere del Patriarca Kirill, considerato tanto vicino a Putin che in passato è arrivato a definire il suo governo «un miracolo di Dio». Il capo della Chiesa ortodossa russa in questi anni ha tentato più volte di giustificare l'aggressione contro l'Ucraina e ha persino imposto una preghiera in cui si chiede al Signore di condurre la Russia verso «la vittoria».

Zelensky dovrà firmare

Tutt'altra la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che dovrà apporre la propria firma sul documento per farlo diventare legge: «È stata adottata una legge sulla nostra indipendenza spirituale», ha detto, mentre la deputata Iryna Gerashchenko parlava di un voto «storico».

Alla fine del 2022, i servizi di sicurezza ucraini hanno perquisito diverse parrocchie e l'antico Monastero delle Grotte di Kiev sostenendo di avervi trovato «letteratura che nega l'esistenza del popolo ucraino, la sua lingua, nonché il diritto stesso dell'Ucraina allo Stato».

Le autorità di Kiev hanno lanciato decine di procedimenti penali contro sacerdoti della Chiesa ortodossa prima dipendente dal Patriarcato di Mosca, in alcuni casi anche con accuse di «tradimento», sottolinea la Reuters.

Il metropolita Klymentiy, riporta sempre l'agenzia, ribatte però che la Chiesa di cui è portavoce non ha alcun legame con «centri stranieri» e ha criticato il disegno di legge definendolo uno strumento per prendere di mira le proprietà del gruppo religioso.

In Ucraina c'è anche un'altra Chiesa ortodossa, alla quale il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ha concesso nel 2019 l'autocefalia esaudendo i desideri dell'allora presidente ucraino Petro Poroshenko ma scatenando la rabbia del Cremlino. Quello stesso anno, Poroshenko si presentò alle presidenziali sotto lo slogan «Esercito, lingua, fede», ma non riuscì comunque a superare Zelensky.

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