Medio Oriente Israele compie un'ennesima strage a Gaza mentre aumentano le tensioni interne

SDA

17.11.2024 - 21:10

Striscia di Gaza ancora sotto attacco.
Striscia di Gaza ancora sotto attacco.
Keystone

Israele intensifica i raid su Gaza e Libano, colpendo obiettivi strategici e causando gravi perdite umane. Allo stesso tempo aumentano le tensioni interne con manifestazioni contro il governo di Netanyahu.

Seppure non fosse «genocidio», come ipotizza il Papa, a Gaza si consuma una quotidiana carneficina. Decine di persone, forse oltre 100, sono rimaste uccise nei raid israeliani delle ultime ore sulla Striscia, dove Israele rivendica di aver preso di mira «obiettivi terroristici».

Così come in Libano, dove in un attacco mirato nel centro di Beirut è stato ucciso il portavoce di Hezbollah Mohammad Afif, diventato il volto della milizia sciita soprattutto dopo l'inizio della guerra aperta con Israele e l'assassinio del leader Hassan Nasrallah a settembre.

111 palestinesi uccisi solo domenica

I raid israeliani sulla Striscia hanno causato, secondo un bilancio di Hamas, almeno 72 morti solo a Beit Lahia, a nord di Gaza, e un'altra trentina tra Nuseirat, Bureij e Rafah.

Stando a fonti palestinesi, in particolare, a Beit Lahia è stato colpito un palazzo residenziale a più piani in cui vivevano 6 famiglie. Il bombardamento ha fatto crollare l'edificio, seppellendo «decine di persone, inclusi bambini e donne».

Secondo un bilancio della tv al Jazeera, in tutto sono 111 i palestinesi che hanno perso la vita nella sola giornata di domenica. Morti in combattimento anche due soldati dell'Idf.

Continuano anche i bombardamenti in Libano

I jet israeliani continuano ad attaccare anche al fronte nord, in risposta alla salva di razzi che quotidianamente Hezbollah lancia verso le città di Israele.

I raid si sono spinti fino al centro di Beirut dove l'Idf non colpiva da oltre un mese concentrandosi piuttosto sulla periferia sud, roccaforte dei miliziani filo-Iran: nell'attacco mirato - non preceduto da alcun ordine di evacuazione - contro la sede del partito siriano Baath, nel quartiere Ras al-Naba'a, è rimasto ucciso il portavoce di Hezbollah, circostanza che Israele non ha ancora confermato.

In serata un altro doppio attacco non annunciato sulla capitale avrebbe preso di mira un centro della Jamaa Al-Islamiya, ramo libanese dei Fratelli Musulmani, e un'automobile.

Unifil attaccata da milizie Hezbollah

Al sud invece due soldati libanesi sono rimasti uccisi in un raid che, secondo l'esercito di Beirut, ha preso di mira «direttamente» una postazione militare.

Mentre l'Unifil ha fatto sapere che sabato una sua pattuglia composta da caschi blu francesi e finlandesi è stata bersagliata da circa 40 colpi, sparati «probabilmente da attori non statali» - le milizie Hezbollah - mentre attraversava il villaggio di Maarakeh.

Alcuni veicoli sono stati colpiti dai proiettili, ma nessun militare è rimasto ferito, ha assicurato la missione Onu, ribadendo che non si muoverà dalle sue posizioni al confine tra Libano e Israele nonostante i recenti e ripetuti attacchi.

Crescono le critiche in Israele

Intanto in Israele continua a crescere di settimana in settimana la rabbia dei familiari degli ostaggi, da oltre un anno nelle mani di Hamas a Gaza, e dei manifestanti antigovernativi che sabato sera hanno lanciato razzi di bengala nel giardino della residenza privata di Benyamin Netanyahu a Cesarea. Il premier non era in casa in quel momento, ma la vicenda dà la misura della tensione interna dopo 13 mesi di guerra.

Tre persone sono state arrestate, compreso - secondo fonti di stampa - un generale di brigata riservista, noto per la sua partecipazione attiva alle proteste degli ultimi anni. Per il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, si tratta di «un incidente molto grave, ben lontano da una protesta legittima».

«Non accetteremo attività violente contro i simboli del governo», ha aggiunto Bar, promettendo di trattare «ogni caso con la massima serietà». Anche davanti alla casa del premier a Gerusalemme sono stati fermati sei manifestanti, tra cui Noam Dan, una parente dell'ostaggio Ofer Kalderon.

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