Medio Oriente Netanyahu boccia la tregua di Hamas: «Avanti su Rafah»

SDA

7.2.2024 - 21:32

Benyamin Netanyahu boccia la tregua di Hamas e annuncia che Israele andrà avanti nella guerra a Gaza fino alla «distruzione totale» della fazione islamica, con l'esercito che ora ha avuto l'ordine di dirigersi verso Rafah, nel sud della Striscia al confine con l'Egitto, dove ci sono centinaia di migliaia di sfollati. Un attacco a Rafah, ha messo subito in guardia il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, «aumenterebbe esponenzialmente quello che è già un incubo umanitario, con conseguenze regionali incalcolabili». E serie preoccupazioni sarebbero state espresse anche dal segretario di Stato Usa Antony Blinken nel faccia a faccia con Netanyahu.

Benjamin Netanyahu in una foto del 7 gennaio.
Benjamin Netanyahu in una foto del 7 gennaio.
KEYSTONE/EPA/RONEN ZVULUN / POOL

La possibilità di uno scambio di ostaggi e di un cessate il fuoco nella Striscia è svanita non appena Hamas ha fatto conoscere nel dettaglio le sue richieste, che Israele ha definito immediatamente «irricevibili». «Ho detto a Blinken che Israele è ad un passo dalla vittoria totale», ha esordito Netanyahu in una conferenza stampa dopo aver incontrato il segretario di Stato arrivato a Gerusalemme nella sua ennesima spola diplomatica nella regione.

«Solo la vittoria totale garantirà la sicurezza di Israele. Il giorno dopo, sarà il giorno dopo Hamas. Ci sarà la smilitarizzazione della Striscia e il controllo civile non sarà di certo affidato a chi istiga», ha aggiunto il premier, escludendo così la possibilità che sia l'Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen a governare Gaza.

Netanyahu ha poi avvertito che Israele, nel dopoguerra, si riserverà il diritto di entrare nella Striscia quando le necessità di sicurezza lo richiederanno, così come avviene oggi in Cisgiordania.

Quindi ha rivendicato l'efficacia dell'azione militare dell'esercito, che in 4 mesi di guerra ha ucciso o ferito circa «20'000 terroristi, ovvero la metà dei loro effettivi». «Agli Usa invece – ha osservato il primo ministro – sono occorsi nove mesi per sconfiggere 5'000 terroristi a Mosul in una città più piccola di Gaza e priva di infrastrutture militari sotterranee paragonabili a quelle della Striscia».

Dura reazione di Hamas

«Le parole di Netanyahu indicano che il suo obiettivo ora è compiere un genocidio», ha tuonato in serata Hamas accusando il capo del governo israeliano di voler «portare avanti il conflitto nella regione».

Che la trattativa mediata da Usa, Qatar ed Egitto nella capitale francese sia ora ad un punto morto lo ha ammesso anche Blinken. L'inviato di Biden – che con Netanyahu ha sollevato il tema dell'incremento degli aiuti umanitari a Gaza e ribadito che Washington sostiene la creazione di uno Stato palestinese – ha detto di sperare ancora in un accordo sugli ostaggi ma ha ammesso che «c'è ancora molto lavoro da fare».

Mentre dal Cairo sono giunte notizie che già da domani si avvierà un nuovo ciclo di colloqui sugli ostaggi mediato anche questa volta da Egitto e Qatar. Israele, secondo fonti dello Stato ebraico, ha chiesto ai mediatori «di fare pressione su Hamas affinché presenti una nuova proposta» visto che quella recapitata ieri dalla fazione islamica «contiene molte questioni sulle quali non c'è alcuna possibilità» di accordo.

Il piano di Hamas in tre fasi

Il piano di Hamas per l'intesa con Israele sugli ostaggi prevedeva un cessate il fuoco di 135 giorni da sviluppare in tre fasi di 45 giorni ciascuna con una scaletta per il rilascio degli oltre 140 rapiti e quello dei detenuti palestinesi. Quest'ultimi sono indicati nel numero di 1500 (di cui 500 condannati all'ergastolo e tra questi figure di spicco) ma Hamas ha chiesto anche il rilascio di «tutti i prigionieri palestinesi in Israele che sono più giovani di 19 anni o più anziani di 50 anni, così come di quelli malati».

Inoltre, la fazione palestinese pretende il divieto per gli ebrei di salire sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme (il Monte del Tempio per l'ebraismo).

Nel 124esimo giorno di guerra Israele ha stretto ancora di più la morsa sul sud dell'enclave palestinese, soprattutto a Khan Yunis. Lì l'esercito ha annunciato di aver scoperto un tunnel lungo un chilometro servito alla dirigenza di Hamas, tra cui anche il leader Yahya Sinwar, e nel quale sono stati tenuti almeno 12 ostaggi israeliani.

Mentre nella serie di attacchi mirati contro esponenti della fazione islamica, l'esercito ha centrato nel rione Shabura di Rafah l'automobile di un capo della polizia di Hamas, Majdi Abdel-Al, uccidendolo. Ma ora gli occhi di tutti sono puntati sul possibile attacco di terra a Rafah.

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