Stati Uniti Musk partecipa alla telefonata tra Trump e Zelensky: «Ora basta guerre»

SDA

8.11.2024 - 22:21

Elon Musk ha assicurato al presidente ucraino che continuerà a sostenere Kiev con la sua rete di satelliti Starlink (foto d'archivio).
Elon Musk ha assicurato al presidente ucraino che continuerà a sostenere Kiev con la sua rete di satelliti Starlink (foto d'archivio).
KEYSTONE

«Le uccisioni insensate finiranno presto. Il tempo per gli speculatori guerrafondai è scaduto»: a scriverlo sulla sua piattaforma è Elon Musk, che ha partecipato anche alla telefonata di congratulazioni di Volodymyr Zelensky a Donald Trump per la sua vittoria, assicurando al presidente ucraino che continuerà a sostenere Kiev con la sua rete di satelliti Starlink.

Un dettaglio che conferma quanto potrebbe essere influente nella prossima amministrazione l'uomo più ricco del mondo, che in attesa di guidare la nuova commissione per l'efficienza governativa continua a vedere i titoli delle sue aziende spinti dal trionfo di The Donald: Tesla è tornata a valere oltre 1000 miliardi.

La telefonata è durata 25 minuti e non sarebbero stati discussi i dettagli del piano di pace ma Zelensky ne sarebbe uscito in qualche modo rassicurato, secondo Axios. Ora si attende un colloquio fra Trump e Vladimir Putin, che si è già detto pronto a rispondere alla chiamata.

Musk ha partecipato anche alla telefonata fra Trump e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, una delle tante ricevute da The Donald nel suo fortino di Mar-a-Lago, dove sta lavorando alla squadra di governo insieme al suo transition team.

Susie Wiles è la prima donna chief of staff della Casa Bianca

La prima casella l'ha già annunciata, nominando la sua co-campaign manager Susie Wiles come prima donna chief of staff della Casa Bianca, una delle cinque figure più potenti di Washington.

«Susie è forte, intelligente, innovativa ed è universalmente ammirata e rispettata. Continuerà a lavorare instancabilmente per rendere l'America di nuovo grande», l'ha lodata.

Soprannominata «Ice Baby» per la sua lucida freddezza, sempre dietro le quinte, la 67enne Wiles è una veterana della politica, dalla campagna di Reagan nel 1980 a quelle di Ron DeSantis, con cui ha rotto tornando da Trump, con il quale aveva già lavorato nel 2016.

Secondo la Cnn, ha accettato a condizione di poter esercitare più controllo su chi può contattare lo Studio Ovale, che nella prima presidenza del tycoon era un porto di mare. Una delle sue capacità è «creare ordine nel caos», come dice lei stessa: per ora quindi sembra la garanzia di un'amministrazione più disciplinata.

Un ruolo anche per Eric e Donald Jr. Trump

Trump, secondo il Financial Times, avrebbe chiesto inoltre a Robert Lighthizer, un falco anti-Cina fautore dei dazi, di tornare a fare il rappresentante americano per il Commercio mentre potrebbe offrire il ruolo di segretario al Commercio a Linda McMahon, la miliardaria co-presidente del transition team e alla guida della Small Business Administration nella precedente presidenza del tycoon.

Il governatore del North Dakota Doug Burgum, suo ex rivale nelle primarie, è in pole come zar dell'energia. Nella royal family invece, dopo il passo indietro di Ivanka (unica apparizione elettorale la notte della vittoria) e del marito Jared Kushner, potrebbero ottenere un ruolo senior i figli Eric e soprattutto Don Jr., che vuole riempire il governo con «persone che non pensano di saperne più di mio padre», quindi fedeli yes man.

Sventato un attentato iraniano contro il presidente eletto

Nel frattempo il dipartimento di giustizia ha desecretato le accuse contro un iraniano, Farhad Shakeri, imputato di essere stato incaricato in settembre da un dirigente dei pasdaran di fornire un piano per uccidere Trump prima delle elezioni, oltre che un giornalista americano critico verso il regime di Teheran e due businessman ebrei americani di New York.

Nel caso il piano non fosse stato pronto in sette giorni, l'Iran avrebbe rimandato il suo complotto a dopo il voto, ritenendo che Trump avrebbe perso e che sarebbe stato più facile assassinarlo.

Una protesta a due giorni dall'insediamento?

Per ora a sparare contro il tycoon, a parole, è stata Madonna. «Sto cercando di capire: perché un criminale condannato, stupratore e bigotto è stato scelto per guidare il nostro Paese, perché fa bene all'economia?», si è chiesta la cantante su Instagram, una delle tante star deluse che avevano appoggiato Kamala Harris.

La vittoria di Trump alimenta la protesta, con una manifestazione di 50'000 persone nella capitale il 18 gennaio, due giorni prima dell'Inauguration Day.

E probabilmente incoraggia razzisti e suprematisti, come suggeriscono i messaggi inviati da un mittente sconosciuto ai neri americani in 21 Stati e sui quali sta indagando l'Fbi: l'invito è a «spostarsi in una piantagione per raccogliere cotone».

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