«Un omicidio pianificato», altro che «morte improvvisa» come sembra Mosca voglia liquidarla: il team di Alexei Navalny non ha dubbi che l'oppositore sia stato deliberatamente ucciso e accusa le autorità di non volere riconsegnare il corpo alla famiglia per «nascondere le tracce» del delitto. Il tutto mentre centinaia di russi sono scesi in piazza in decine di città per rendere omaggio al dissidente scomparso e la polizia ha fermato quasi 400 persone.
Candele e foto del leader dell'opposizione russa Alexei Navalny sono collocate vicino al consolato russo a Francoforte, in Germania, sabato 17 febbraio 2024. Navalny, che si è battuto contro la corruzione ufficiale e ha inscenato massicce proteste anti-Cremlino come nemico più feroce del presidente Vladimir Putin, è morto venerdì nella colonia penale artica dove stava scontando una condanna a 19 anni, ha dichiarato l'agenzia carceraria russa. Aveva 47 anni
Le persone si riuniscono, la sera del 16 febbraio 2024, in piazza Lubjanka a Mosca per deporre dei fiori in segno di ultimo saluto ad Alexei Navalny presso il monumento, un grande masso proveniente dalle isole Solovetsky, dove fu istituito il primo campo del sistema di prigionia politica Gulag.
La polizia sorveglia un'area mentre le persone depongono fiori per l'ultimo saluto ad Alexei Navalny (16 febbraio).
Le stesse scene si sono viste sabato 17 febbraio. Sullo sfondo l'edificio storico del Servizio di Sicurezza Federale (FSB, successore del KGB sovietico) a Mosca, Russia.
File davanti ai monumenti per l'ultimo saluto a Alexei Navalny
Candele e foto del leader dell'opposizione russa Alexei Navalny sono collocate vicino al consolato russo a Francoforte, in Germania, sabato 17 febbraio 2024. Navalny, che si è battuto contro la corruzione ufficiale e ha inscenato massicce proteste anti-Cremlino come nemico più feroce del presidente Vladimir Putin, è morto venerdì nella colonia penale artica dove stava scontando una condanna a 19 anni, ha dichiarato l'agenzia carceraria russa. Aveva 47 anni
Le persone si riuniscono, la sera del 16 febbraio 2024, in piazza Lubjanka a Mosca per deporre dei fiori in segno di ultimo saluto ad Alexei Navalny presso il monumento, un grande masso proveniente dalle isole Solovetsky, dove fu istituito il primo campo del sistema di prigionia politica Gulag.
La polizia sorveglia un'area mentre le persone depongono fiori per l'ultimo saluto ad Alexei Navalny (16 febbraio).
Le stesse scene si sono viste sabato 17 febbraio. Sullo sfondo l'edificio storico del Servizio di Sicurezza Federale (FSB, successore del KGB sovietico) a Mosca, Russia.
Il lungo viaggio notturno intrapreso dalla madre di Navalny e dal suo avvocato verso il distretto artico di Yamalo-Nenets, dove sorge la colonia penale IK-3 in cui era rinchiuso, non ha fruttato notizie certe, a parte la conferma della morte, comunicata ufficialmente alla donna.
Dal momento del loro arrivo nella regione, anzi, il viaggio si è trasformato in un'odissea, con il susseguirsi di notizie contraddittorie.
Dalla città di Salekhard, dove sono atterrati, la madre di Navalny e il legale hanno raggiunto il carcere, distante 50 chilometri.
La morgue è chiusa
Qui, ha fatto sapere la portavoce dell'oppositore, Kira Yarmysh, hanno dovuto aspettare due ore prima che un funzionario uscisse per dire loro che il corpo era stato portato in un obitorio a Salekhard, a disposizione del Comitato investigativo, che sta conducendo l'inchiesta.
Tornati a Salekhard, i due hanno trovato la morgue chiusa, e alla richiesta di notizie ad un numero telefonico affisso alla porta qualcuno ha risposto che la salma non si trovava là.
Per Mosca è «una morte improvvisa»
Ivan Zhdanov, dirigente della Fondazione anticorruzione di Navalny, ha riferito che però già alla colonia penale alla madre qualcuno aveva detto che Navalny era deceduto per una «sindrome da morte improvvisa».
Mentre all'avvocato, aggiunge il team di Navalny, è stato detto che «la causa della morte non è stata stabilita» e che la salma sarà trattenuta fino alla fine dell'inchiesta.
Ovvero fino almeno alla settimana prossima, quando dovrebbero esserci i risultati degli esami istologici.
«L'omicidio era pianificato»
La conclusione di Kira Yarmysh è netta: «Non c'è alcun dubbio – ha affermato la portavoce – che l'omicidio era stato pianificato. Ora chiediamo che il corpo di Navalny sia consegnato alla famiglia, e facciamo appello a tutti perché lo chiedano con noi. Questa è la cosa più importante che possiamo fare».
Un altro appello, lanciato da Yarmysh in un'intervista alla testata indipendente Dozhd, riguarda il futuro del movimento. «La cosa più importante – ha affermato – è continuare a lavorare. Non è scomparsa la nostra convinzione che la bella Russia del futuro verrà».
Molti memoriali improvvisati, quasi 360 fermi in 32 città
In decine di città russe è continuato intanto il pellegrinaggio agli improvvisati memoriali a Navalny.
Una fila ha cominciato a formarsi di prima mattina a Mosca davanti alla Lubyanka, l'ex sede del Kgb sovietico e ora dei servizi di sicurezza Fsb, per deporre fiori sulla Pietra Solovetsky, che ricorda le vittime della repressione durante l'Unione Sovietica.
La polizia si è limitata a sorvegliare la situazione senza intervenire, invitando solo le persone a non sostare a lungo. Una quindicina di persone, ha reso noto l'ong Ovd-Info, sono invece state fermate davanti ad un altro monumento della capitale che ricorda le vittime ai tempi dell'Urss, il cosiddetto Muro del cordoglio.
Gli agenti sono intervenuti quando dalla gente che si era radunata si è alzato il coro di «vergogna, vergogna». Ma poi la situazione è tornata tranquilla e l'omaggio ha potuto continuare.
In serata Ovd-Info, che tutela i diritti dei cittadini incarcerati, ha detto che 359 persone sono state fermate in 32 città, di cui almeno 120 sono state successivamente rilasciate.
Per la Cina «è un affare interno», Putin rimane silente
Intanto, mentre la Cina si è astenuta dal commentare l'accaduto, giudicandolo «un affare interno della Russia», sono continuate ad arrivare le condanne dell'Occidente.
I ministri degli Esteri del G7, riuniti a Monaco, hanno espresso la loro «indignazione» chiedendo alle autorità russe «di chiarire pienamente le circostanze» della morte di Navalny.
Ma Vladimir Putin, chiamato in causa direttamente da diversi leader, compreso il presidente americano Joe Biden, continua a rimanere in silenzio. E per il momento non c'è alcun segnale che i chiarimenti richiesti possano arrivare presto.
SDA