USA - Medio Oriente Il monito di Blinken a Israele: «Troppi i palestinesi morti»

SDA

10.11.2023 - 20:19

I palestinesi fuggono nel sud della Striscia di Gaza in via Salah al-Din a Bureij.
I palestinesi fuggono nel sud della Striscia di Gaza in via Salah al-Din a Bureij.
KEYSTONE

Gli Stati Uniti cominciano ad essere seriamente preoccupati. Il numero delle vittime innocenti a Gaza e la durata del conflitto tra Israele ed Hamas stanno togliendo il sonno ai più alti funzionari dell'amministrazione americana, da Joe Biden a Antony Blinken, che per la prima volta dall'inizio della guerra e alla fine dell'ennesimo tour in Medio Oriente ha alzato la voce sui palestinesi uccisi nei raid dell'esercito israeliano e ha chiesto pubblicamente a Benyamin Netanyahu di fare di più per proteggerli.

«Troppi palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto in queste settimane. Vogliamo fare tutto il possibile per proteggerli», ha ammonito il segretario di Stato americano parlando con i giornalisti a New Delhi. Blinken ha riconosciuto i progressi compiuti da Israele per ridurre le vittime ma ha sottolineato che «non è abbastanza».

«C'è ancora molto da fare per proteggere i civili e per assicurarsi che l'assistenza umanitaria arrivi sino a loro», ha affermato il capo della diplomazia americana lasciando intendere che gli Stati Uniti hanno aumentato la pressione su Netanyahu affinché si impegni di più nella tutela della popolazione di Gaza, dopo l'allarme dell'Onu e di tanti Paesi nel mondo (non solo arabo) sugli orrori nella Striscia.

«Ogni giorno si verifica una catastrofe umanitaria»

Proprio in queste ore, il più grande sindacato degli Stati Uniti, quello dei lavoratori delle poste che ha 300'000 iscritti, si è unito all'appello di decine di altre organizzazioni sindacali americane chiedendo il cessate il fuoco a Gaza.

«Ogni giorno si verifica una catastrofe umanitaria. Migliaia di civili innocenti rischiano di morire», recita l'appello che invita il governo degli Stati Uniti, «il principale benefattore del governo israeliano, a usare tutto il suo potere per proteggere vite innocenti e contribuire a portare la pace nella regione, e a non usare i soldi dei nostri contribuenti per ulteriori guerre».

«Molte migliaia di vittime e ognuna è una tragedia»

Qualche settimana fa Biden aveva espresso dubbi sui numeri delle vittime fornite dal ministero della Sanità di Gaza. Ma l'amministrazione americana in questi giorni ha riconosciuto che sono migliaia i civili uccisi da quando Israele ha iniziato la sua campagna di ritorsione per l'attacco di Hamas.

Se pure da Washington non vengono fornite cifre ufficiali, martedì il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby ha ammesso in una conferenza stampa che «ci sono state molte migliaia di vittime e ognuna è una tragedia».

Il giorno dopo la vicesegretaria di Stato per gli affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf, ha rivelato ad una commissione della Camera americana che nell'amministrazione si ritiene che «i numeri delle vittime siano molto alti e potrebbero essere anche più alti di quelli diffusi da Hamas».

Mentre aumenta anche l'emergenza umanitaria. L'ufficio delle Nazioni Unite in loco ha dichiarato venerdì che non riesce più fornire aiuti a diverse centinaia di migliaia di palestinesi nel nord. «Se c'è l'inferno sulla terra, è il nord di Gaza», ha detto il portavoce dell'ufficio, Jens Laerke.

Aumenta il pericolo di un allargamento del conflitto

Nel frattempo, secondo quanto hanno rivelato alti funzionari americani al New York Times, l'altra grande preoccupazione a Washington è che più dura la guerra in Medio Oriente più aumenta il pericolo di un allargamento. Per questo, è la convinzione degli Stati Uniti, Israele deve condurre le sue operazioni militari «in un tempo limitato».

L'Iran, il principale fattore di rischio di un ampliamento della guerra, è tornato a minacciare gli Stati Uniti ed Israele su una possibile espansione.

In una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri del Qatar Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani, quello iraniano Hossein Amirabdollahian ha espresso profonda preoccupazione per la situazione umanitaria nella zona costiera ed ha avvertito che, «a causa dell'aumento dell'intensità del guerra contro i residenti civili di Gaza, l'allargamento del conflitto è diventato ormai inevitabile».