Medio Oriente Rischio guerra in Libano, nave USA pronta a evacuare gli americani

SDA

28.6.2024 - 22:07

Rischio Libano: lo scontro totale tra tra Hezbollah e Israele sembra avvicinarsi sempre di più. Il Pentagono – secondo quanto ha riferito l'emittente Nbc – si è posizionato per essere pronto a evacuare gli americani dal posto nel caso di una intensificazione degli scontri che ogni giorni si fanno più gravi.

Nella città israeliana di Metulla, nel nord del Paese, si alza del fumo a causa dei razzi transfrontalieri lanciati da Hezbollah dalla parte libanese, visti dal villaggio di Khiam, in Libano, il 26 giugno 2024. 
Nella città israeliana di Metulla, nel nord del Paese, si alza del fumo a causa dei razzi transfrontalieri lanciati da Hezbollah dalla parte libanese, visti dal villaggio di Khiam, in Libano, il 26 giugno 2024. 
KEYSTONE/EPA/STR

28.6.2024 - 22:07

Secondo fonti citate dalla Nbc, la nave anfibia d'assalto USS Wasp e i Marine della 24th Expeditionary Unit, in grado di compiere operazioni speciali, si sono spostati nel Mediterraneo. Un'altra fonte Usa – citata da Haaretz – ha spiegato che la mossa ha anche valore di «deterrenza», visto che l'amministrazione Biden ha sottolineato il pieno sostegno, in caso di conflitto, a Israele. Posizione ribadita nei recenti incontri che il ministro della difesa Yoav Gallant ha avuto nella sua recente missione a Washington dove il dossier Libano è stato uno dei temi principali dei colloqui.

«Politico» ha riferito che funzionari statunitensi stanno cercando di convincere entrambe le parti a ridurre la tensione, un compito che sarebbe molto più semplice – hanno sottolineato – con un cessate il fuoco in vigore a Gaza, ma prevale il pessimismo sia sull'intesa per la Striscia, che langue da settimane, sia sul successo della diplomazia. La Giordania – aggiungendosi a numerosi altri Paesi – ha chiesto ai propri cittadini di non recarsi in Libano vista la situazione.

La possibile escalation del conflitto è ovviamente il perno delle attuali valutazioni militari e politiche israeliane, oggetto del Consiglio di sicurezza della notte scorsa. Gallant – secondo indiscrezioni sulla riunione del Consiglio, orami unico punto decisionale dopo il dissolvimento del Gabinetto di guerra per l'uscita dal governo del ministro centrista Benny Gantz – ha ribadito che Israele per ora preferirebbe ancora la soluzione diplomatica pur non escludendo la guerra. Sarebbe «accettabile – ha detto in Consiglio – un accordo in base al quale gli Hezbollah ritirino le proprie forze dal confine». Che è poi quanto prevede la Risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1701.

La posizione non è andata giù al ministro della sicurezza nazionale – e leader di destra radicale – Itamar Ben Gvir che nello stesso Consiglio ha attaccato sostenendo che ancora «non sì è appresa una sola lezione dagli ultimi 20 anni di accordi. Facciamo le intese – ha denunciato – e tempo un anno o due violenteranno le nostre mogli e uccideranno i nostri figli».

Intanto sul campo continuano i massicci lanci di razzi e di droni da parte degli Hezbollah nel nord di Israele, seguiti dai raid dell'Idf contro – secondo il portavoce militare – obiettivi militari delle milizie sciite, alleate di Hamas e dell'Iran. Gli Hezbollah hanno denunciato l'uccisione di 4 miliziani in 24 ore da Israele.

Dopo 266 giorni di guerra a Gaza, l'Idf continua a spingere a Rafah e nel centro della Striscia incalzando a Sujaia i miliziani di Hamas. Fonti mediche della Striscia riferite da Al Jazeera hanno denunciato che raid israeliani nella zona umanitaria di al-Mawasi a sud di Gaza avrebbero ucciso 11 palestinesi e feriti altri 40. Ma non c'è alcun riscontro da parte dell'esercito israeliano.

Intanto il Consiglio Ue ha deciso di inserire nell'elenco delle sanzioni 6 persone e 3 entità – collegate al portafoglio finanziario – responsabili di aver partecipato al finanziamento di Hamas e della Jihad islamica palestinese o di aver permesso le loro azioni violente.

SDA