Medio Oriente Gallant: «Israele non vuole la guerra, ma può spianare il Libano»

SDA

27.6.2024 - 21:05

Israele non vuole la guerra ma non esiterà a spianare e riportare il Libano «all'età della pietra» se gli Hezbollah, alleati dell'Iran, non finiranno di attaccare. Il ministro della Difesa Yoav Gallant dagli Usa è tornato ad ammonire Beirut per una crisi che – secondo molti osservatori – sembra oramai a un passo del precipizio.

Il ministro israeliano della difesa Yoav Gallant in un'immagine d'archivio (immagine illustrativa). 
Il ministro israeliano della difesa Yoav Gallant in un'immagine d'archivio (immagine illustrativa). 
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27.6.2024 - 21:05

Washington lo ha messo in guardia sul fatto che anche una limitata azione di terra in Libano porterebbe a conflitto regionale che coinvolgerebbe anche l'Iran. Un allarme non ignorato dal premier Benjamin Netanyahu che però a sua volta ha avvertito: «L'Iran ci combatte» su più fronti, da Hamas agli Houthi, ma «vuole rovesciare anche la Giordania» e «conquistare tutto il Medio Oriente. È una minaccia per tutti».

Intanto non si ferma il lancio di razzi e droni da parte dei miliziani sciiti dal confine – cominciato l'8 ottobre scorso – e dei raid israeliani sempre più intensi. Di fronte alla situazione in bilico non sono pochi gli Stati che oramai consigliano ai propri cittadini di lasciare il Libano.

«Hezbollah – ha detto Gallant – capisce molto bene che possiamo infliggere pesanti danni in Libano se la guerra dovesse essere lanciata. Non vogliamo un conflitto – ha ripetuto – ma siamo pronti ad ogni scenario». Il capo dell'aviazione israeliana Tomer Bar ha detto che «Hamas sarà presto sconfitta» e che le Forze israeliane di difesa (Idf) sono oramai «pronte ad affrontare gli Hezbollah al nord». «Abbiamo i mezzi e le capacità. Bisogna attaccare il nemico nel suo territorio, questa – ha aggiunto – è la soluzione definitiva».

La situazione con gli Hezbollah – oltre all'operazione contro Hamas a Rafah, nel sud della Striscia che appare alle ultime battute – sarà al centro del Gabinetto di sicurezza israeliano al quale parteciperà anche Gallant appena rientrato dalla sua missione negli Usa.

Striscia di sicurezza israeliana in Libano

Il Financial Times – sulla base di foto satellitari e analisi di esperti – ha rivelato che negli ultimi mesi Israele avrebbe creato «una striscia di sicurezza» profonda 5 chilometri all'interno del territorio libanese. Lo scopo – per la stessa fonte – è «una zona morta» che tenga lontani gli Hezbollah dal confine con Israele. Secondo un alto funzionario dell'Idf, citato dal quotidiano, «non si tratta di una zona cuscinetto, ma si vuole solo spingere gli Hezbollah indietro».

Israele ha già evacuato circa 60 mila abitanti del nord a ridosso della frontiera, ma il Controllore di Stato Matanyahu Englman ha avvisato che il governo, in caso di guerra, deve assumere «un'azione unificata e ordinata» per spostare la gente. Basti pensare ad esempio ad una città importante come Haifa che si trova a pochi chilometri dal confine.

L'ambasciata Usa a Beirut – seguendo l'esempio di Paesi europei come la Germania e l'Olanda ma anche del Canada – ha avvisato i propri cittadini a «riconsiderare fortemente» i viaggi in Libano perché «l'ambiente di sicurezza rimane complesso e può cambiare rapidamente» e il governo libanese non «può garantire la sicurezza di cittadini statunitensi».

La Francia, che punta a una soluzione diplomatica della crisi, si è detta «estremamente preoccupata per la gravità della situazione in Libano», dove peraltro al sud è schierata la forza di interposizione dell'Unifil.

Com'è la situazione sul terreno?

Al 265/esimo giorno di guerra a Gaza, l'Idf è tornato a premere su Sujaia nel centro della Striscia con i raid e l'arrivo dei tank dopo aver chiesto ai residenti di evacuare verso le zone umanitarie a sud

. Secondo i servizi di emergenza locali ci sono stati nei raid israeliani 7 morti e decine di feriti Mentre langue ogni tipo di negoziato per una nuova tregua, secondo fonti riferite da Times of Israel, Egitto ed Emirati Arabi sono pronti a partecipare a una forza di sicurezza nel dopoguerra a Gaza.

Hamas invece vuole «un governo di unità nazionale palestinese che gestirà Gaza e la Cisgiordania».

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