Inondazioni in Libia A Derna già 11'000 morti, corpi ritrovati in mare fino a 140 km di distanza

SDA

15.9.2023 - 21:51

Si scava ancora a Derna. Nel fango per cercare ancora i dispersi, e a terra per seppellire i morti che affiorano ora dopo ora, fin sulle spiagge della lontana Tobruk, a 140 chilometri dall'epicentro della tragedia.

Keystone-SDA

L'ultimo bilancio della Mezzaluna rossa parla di oltre 11 mila morti nella città costiera, additata dal defunto rais Gheddafi come la culla del jihadismo libico e in prima fila nella rivoluzione del 2011. Altre 10'100 anime si contano tra i dispersi a cui si aggiungono quasi 40 mila sfollati che hanno perso tutto e piangono i propri morti.

L'Onu ha ammonito le autorità di Derna a non procedere con le sepolture nelle fosse comuni per poter un giorno restituire i corpi ai parenti. Ma in città c'è grande preoccupazione per il rischio di epidemie e contagi. E allora in 24 ore sono stati oltre 3 mila i cadaveri seppelliti, secondo alcune fonti si è già arrivati a quasi 5 mila. Nelle città vicine dove arrivano altri corpi senza vita, le autorità hanno fatto appello alla popolazione per aiutare i volontari nelle operazioni di sepoltura.

A Derna è arrivato il capo della Protezione Civile italiana, Fabrizio Curcio: «È stato un impatto devastante», ha detto di fronte alla distruzione del disastro, ringraziando tutte le componenti e le strutture operative del sistema di protezione civile che stanno facendo uno sforzo importante per aiutare la popolazione colpita.

I sopravvissuti vagano a piedi alla ricerca dei parenti dispersi

In una città divenuta fantasma, decine di sopravvissuti vagano a piedi alla ricerca dei parenti, dei figli dispersi nel tumulto furioso delle acque tra case disintegrate e auto capovolte, alcune finite nei secondi piani delle palazzine.

C'è chi ricorda quei terribili momenti, come il padre di un ragazzo di 22 anni che era riuscito a raggiungere il figlio, che passava la serata da un amico, e a mettersi in salvo con lui sul tetto. Ma è durata poco: «Abbiamo lottato per ore, poi l'acqua l'ha trascinato via e lo ha sbattuto contro una porta. Ha resistito finché ha potuto poi è morto, le ultime parole che ha detto sono state 'perdonami papà'».

«Abbiamo ancora speranza di trovare persone vive», ha detto un funzionario della Croce Rossa internazionale, Tamer Ramadan, ma le speranze della popolazione si stanno tramutando in rabbia, man mano che il bilancio dei morti sale così come le stime più cupe, con le autorità di Derna che si spingono a ipotizzare 25 mila morti.

Sotto accusa la gestione delle due dighe collassate

Sotto accusa in particolare la gestione delle due dighe collassate, che non avrebbero ricevuto l'adeguata manutenzione, così come le altre del Paese, hanno denunciato i media libici che ora lanciano l'allarme.

Un tragico destino per quelle strutture costruite negli anni '70 proprio per difendere Derna dalle alluvioni, sempre state frequenti e letali, come quella del 1941 che spazzò via carri armati e soldati di una colonna tedesca accampata nei pressi. Le dighe, arrivate alla fine del 1977, hanno garantito tranquillità ma anche favorito una crescita disordinata della città divenuta troppo fragile di fronte a fenomeni del genere, denunciano oggi gli esperti. E anche gli anziani faticano a ricordare l'ultima volta in cui è stata effettuata una manutenzione, nonostante un'alluvione nel 2011 senza vittime che avevamo mostrato le debolezze del sistema. «Forse nel 2002», ricordano alcuni per mentre per altri «era il 1983».