Inondazioni In Libia decine di corpi recuperati dal mare, a Derna si temono 20'000 morti

SDA

13.9.2023 - 21:06

Un'enorme scia di fango ha sepolto Derna e i suoi abitanti: dalle dighe sul Wadi Derna collassate sotto la furia della tempesta Daniel fino al mare, che a quattro giorni dalla catastrofe continua a restituire «decine di corpi».

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  • A Derna ci sono migliaia di morti e dispersi e le cifre aumentano ogni giorno.
  • Si teme un bilancio di 20'000 morti.
  • Le scorte d'emergenza del Paese non sono più molte e si temono nuovi imprevisti.

La città costiera dell'est della Libia non riesce a contare i suoi morti: sono 3'840 quelli finora accertati dalle autorità della Cirenaica (tra cui 400 stranieri, soprattutto sudanesi ed egiziani) e 2'400 i dispersi, ma le stime aumentano di giorno in giorno.

A fronte delle 10'000 vittime ipotizzate dalle agenzie internazionali, ora si teme un bilancio di 20'000 morti, secondo il direttore del centro medico di Al-Bayda, Abdul Rahim Mazi. I feriti sono circa 7'000, mentre 30'000 persone – riferisce l'Organizzazione mondiale per le migrazioni – sono state costrette a sfollare altrove.

La situazione è drammatica

Dalle immagini satellitari appare chiara la devastazione: il giallo del deserto, il grigio dell'asfalto e il verde degli alberi si confondono nel colore del fango e degli acquitrini lasciati dall'inondazione.

Nemmeno l'acqua del Mediterraneo è rimasta blu: la linea costiera è sparita in un marrone uniforme di melma e detriti. Per strada i superstiti cercano i loro cari, tra i palazzi sventrati e le auto capovolte dalla piena, i corpi riemersi vengono coperti da un lenzuolo in attesa di sepoltura.

Non restano molte scorte d'emergenza

«In Libia l'Onu ha rifornimenti di emergenza limitati», ha fatto sapere il rappresentante dell'Unicef nel paese, Michele Servadei. «Non ci sono rimaste molte scorte di emergenza», anche a causa del loro utilizzo per affrontare la crisi migratoria, ha spiegato l'alto funzionario da Tripoli, mentre i primi aiuti internazionali cominciano lentamente ad arrivare.

E mentre Derna – che nel 2014 cadde sotto la scure dell'Isis prima che il generale Khalifa Haftar la riconquistasse con le armi – è in ginocchio per l'alluvione, un'altra minaccia incombe sulla città: un responsabile del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), Erik Tollefsen, ha messo in guardia dal rischio che la valanga di fango abbia «spostato munizioni e residuati bellici non esplosi», mettendo di nuovo in pericolo la vita di sopravvissuti e soccorritori.

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