Un attentato ad un ex dirigente del Partito popolare (PP) catalano ha scosso la Spagna nel giorno in cui i socialisti e gli indipendentisti catalani hanno raggiunto il contestatissimo accordo a favore dell'amnistia.
I paramedici caricano la vittima sull'ambulanza.
Sono state isolate diverse aree vicino al luogo dell'attentato.
I paramedici caricano la vittima sull'ambulanza.
Sono state isolate diverse aree vicino al luogo dell'attentato.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Verso le 13.30 di giovedì, un uomo ha sparato in faccia a Alejo Vidal-Quadras, 78enne, ex presidente del PP catalano e tra i fondatori di Vox.
- La vittima stessa ha dichiarato in serata che a suo giudizio l'attentato è legato ai suoi rapporti con l'opposizione iraniana che, secondo fonti giornalistiche, finanziò Vox sin dalla sua nascita.
- Nello stesso giorno i socialisti e gli indipendentisti catalani hanno raggiunto il contestatissimo accordo a favore dell'amnistia.
Un'intesa che, malgrado il centrodestra gridi al golpe, di fatto spiana la strada al ritorno di Pedro Sánchez alla Moncloa: il leader socialista probabilmente si presenterà al Congresso già la settimana prossima per ottenere la fiducia.
Poche ore dopo l'annuncio dell'accordo, verso le 13.30, un uomo ha sparato in faccia a Alejo Vidal-Quadras, 78enne, ex presidente del PP catalano e tra i fondatori di Vox, ma ormai da anni ai margini della politica attiva nazionale.
Tutto è accaduto in pochi istanti, nel pieno centro della capitale. Il colpo, sparato da una pistola calibro 9 parabellum, ha perforato la mandibola da parte a parte dell'ex dirigente popolare che durante i soccorsi è sempre rimasto cosciente. Le sue condizioni sono gravi ma stabili e non è in pericolo di morte.
Attentato legato ai rapporti con l'opposizione iraniana?
A caldo le modalità dell'attentato hanno fatto pensare all'azione di un killer professionista e gettato un'ombra sull'intesa politica appena raggiunta.
Ma con il passare delle ore la pista politica interna è stata esclusa, e le indagini sono state affidate agli agenti del Gruppo omicidi della Questura di Madrid, non agli specialisti dell'antiterrorismo.
La vittima stessa ha dichiarato in serata che a suo giudizio l'attentato è legato ai suoi rapporti con l'opposizione iraniana che, secondo fonti giornalistiche, finanziò Vox sin dalla sua nascita.
Una situazione tesa
L'attacco ai danni di un ex politico catalano ha aggiunto comunque ansia e angoscia ad una società profondamente divisa sul tema delle relazioni tra Madrid e Barcellona.
Sin dal giorno dopo le elezioni della fine di luglio è stato subito chiaro che solo una legge di amnistia avrebbe garantito l'intesa tra i socialisti del Psoe e gli indipendentisti catalani, condizione necessaria per avere un nuovo governo e scongiurare l'ennesimo ritorno alle urne.
Dal suo incarico sino a giovedì Sánchez ha negoziato con Carles Puigdemont, il leader di Junts, di fatto latitante in Belgio dopo le condanne comminate ai suoi danni dai tribunali spagnoli.
Un leader a dir poco controverso, considerato un interlocutore politico dai socialisti, un fuggitivo e un delinquente dall'opposizione.
Centrodestra non contento
Così quella che per il Psoe e i progressisti è un'intesa necessaria per dare stabilità alla Spagna e aiutare la convivenza, per il centrodestra rappresenta invece «un golpe, un attentato all'unità del paese, la fine dello Stato di diritto», come ha tuonato giovedì il leader del PP Alberto Nunez Feijòo.
«La democrazia spagnola ha superato nel corso degli anni tanti problemi, ma il golpismo nel passato sfidava i primi ministri, quello di giovedì invece viene dal primo ministro – ha affermato -. Con questo accordo il Psoe ha sotterrato la sua natura costituzionale. Noi non ci arrenderemo».
Accuse molto simili a quelle lanciate dal leader dell'ultradestra di Vox Santiago Abascal, alleato spesso irrequieto dei popolari. «Con l'intesa di Bruxelles – ha detto – si è messo in marcia il golpe contro la democrazia e la legge: ora bisogna mobilitarsi in modo totale e permanente in parlamento e nelle strade».
Proteste nelle strade del Paese
Parole forti che negli ultimi giorni hanno incendiato la protesta nelle strade e nelle piazze di tutta la Spagna.
Ma è a Madrid che lo scontro ha assunto caratteri più radicali: per cinque giorni consecutivi, sulla spinta di Vox, si sono svolte manifestazioni egemonizzate da gruppuscoli della destra neofascista che, sull'onda di slogan come «La Costituzione distrugge la nazione», hanno assediato la sede nazionale del Psoe. Proteste finite con cariche, arresti, feriti, soprattutto tra gli agenti delle forze dell'ordine.
Un ritorno della violenza politica, dei simboli del regime fascista, dei canti franchisti, che preoccupa la società spagnola, sempre più spaccata.