GuerraKiev: «La Wagner è tornata in Ucraina con nuovi capi»
SDA
27.9.2023 - 21:57
Il 25 maggio Yevgeny Prigozhin salutava con grandi strette di mano gli ultimi contingenti del Gruppo Wagner ancora rimasti a Bakhmut. Nella città del Donetsk teatro di una cruenta battaglia durata nove mesi l'ex chef di Putin non tornerà mai più, i suoi uomini e i nuovi comandanti invece sì, come conferma l'esercito ucraino.
27.09.2023, 21:57
27.09.2023, 22:26
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I Wagner sarebbero tornati a Bakhmut.
Mosca ha diffuso un'intervista video dell'ammiraglio Viktor Sokolov, dato per morto dagli ucraini e già apparso martedì in streaming a una riunione dei vertici militare russi.
In Crimea la Russia sta soffrendo i raid ucraini. Già nei giorni scorsi, dopo che alcune navi della sua flotta erano state neutralizzate, dal Cremlino era arrivato l'ordine di avvicinarle verso lidi più sicuri.
In quell'aerea gli scontri aumentano di intensità, con i russi che si servono spesso di droni iraniani kamikaze per attaccare le posizioni nemiche.
Armi che sarebbero assemblate anche grazie a più di 50 componenti europei, secondo un documento di 47 pagine top secret inviato in agosto da Kiev ai governi del G7 e intercettato dal Guardian.
Oltre 600 raid lanciati si sarebbero serviti della tecnologia occidentale, nonostante le sanzioni.
Ammiraglio russo dato per morto appare in video
Mosca, intanto, cerca di mostrarsi forte e diffonde un'intervista video dell'ammiraglio Viktor Sokolov, dato per morto dagli ucraini e già apparso martedì in streaming a una riunione dei vertici militare russi.
«La flotta del Mar Nero assolve con sicurezza i compiti assegnati», sostiene Sokolov nel video rispondendo indirettamente a chi sosteneva fosse rimasto coinvolto nell'attacco al quartier generale della flotta a Sebastopoli del 22 settembre che, secondo Mosca, gli ucraini avrebbero portato a termine in stretto coordinamento con gli Usa e il Regno Unito.
Verso retrovie più sicure
Nonostante l'ostentazione di forza da parte dell'ammiraglio, però, in Crimea la Russia sta soffrendo i raid ucraini. Già nei giorni scorsi, dopo che alcune navi della sua flotta erano state neutralizzate, dal Cremlino era arrivato l'ordine di avvicinarle verso lidi più sicuri.
Ora arriva la notizia che si starebbero cercando anche strade alternative per collegare la penisola, annessa nel 2014, ai territori russi. I frequenti bombardamenti avvenuti sul ponte di Kerch avrebbero spinto Mosca a iniziare a costruire una rete ferroviaria che permetta il collegamento diretto con Mariupol, Volnovakha e Donetsk.
Nel caso il progetto dovesse andare a buon fine, spiega il consigliere del sindaco in esilio di Melitopol Petro Andriushchenko, «la linea esistente Mariupol-Aslanove-Kalchyk-Volnovakha sarà collegata direttamente a Taganrog e Rostov sul Don», regioni russe di confine.
La Wagner torna sul fronte in numero ridotto
La controffensiva ucraina, però, prosegue e si fa forza anche a est dopo le recenti vittorie ad Andriivka e Klishchiivka. Anche per questo, nel Donetsk, vengono richiamati i soldati della Wagner.
La conferma che i mercenari siano di nuovo sul campo di battaglia di Bakhmut arriva dall'esercito ucraino, ma i numeri non sono più quelli di un tempo: «Stiamo parlando di circa 500 persone, parte dei circa 8mila che si trovavano nei campi in Bielorussia e che ora negoziano contratti con il ministero della Difesa russo» dopo la fallita insurrezione del 24 giugno, spiega Ilya Yevlash, capo del servizio stampa del Gruppo orientale delle Forze armate ucraine.
Ci sono anche nuovi comandanti pronti a sostituire i vertici fatti fuori, probabilmente, per volere di Mosca. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti simpatizzanti della milizia, pronti su Telegram a definire «traditori» gli uomini tornati sul fronte orientale.
Secondo Yevlash, comunque, la scelta non rappresenta una svolta vista l'assenza di una leadership forte come poteva essere quella di Prigozhin. Proprio in direzione di Bakhmut l'esercito ucraino rivendica successi nelle ultime 24 ore, soprattutto nei pressi dei villaggi di Klishchiivka, Otradovka e Shumy.
Si contano i caduti
Nonostante ciò, Mosca non abbandona l'idea di riconquistare le posizioni vicino a Klishchiivka e Andriivka, assaltando e sparando costantemente sull'esercito ucraino. Anche a costo di perdere un numero considerevole di uomini.
Sarebbero 276'990 i soldati russi uccisi in Ucraina dal 24 febbraio 2022 al 27 settembre 2023, 320 solo nell'ultimo giorno. Ma i numeri, diffusi dallo Stato maggiore ucraino, potrebbero sottostimare il bilancio totale dei morti.