Medio Oriente Netanyahu: «Spero si risolva il problema dell'invio di armi dagli USA»

SDA

23.6.2024 - 11:54

Benyamin Netanyahu ha sottolineato che nell'ambito della polemica con gli Usa egli è "pronto a subire attacchi personali per il bene della sicurezza di Israele".
Benyamin Netanyahu ha sottolineato che nell'ambito della polemica con gli Usa egli è "pronto a subire attacchi personali per il bene della sicurezza di Israele".
Keystone

Alla luce di quanto sentito negli ultimi giorni, il premier israeliano Benyamin Netanyahu spera che l'invio di armi da parte degli Usa «sia risolto nel prossimo futuro».

«Ma vorrei sottolineare, e l'ho detto anche ai nostri amici americani – ha dichiarato il primo ministro nella seduta di governo a Gerusalemme – che abbiamo un mezzo e questo ha sempre fatto pendere l'ago della bilancia: il coraggio e la determinazione dei nostri combattenti, e con quest'arma vinceremo».

Netanyahu ha quindi ribadito che nella polemica con gli Usa – innescata dal suo video di critica all'amministrazione Biden – egli è «pronto a subire attacchi personali per il bene della sicurezza di Israele».

Dopo aver ringraziato gli Usa per il sostegno dato finora ad Israele, il premier ha spiegato che «circa 4 mesi fa si è verificato un drammatico calo nella fornitura di armamenti in arrivo dagli Stati Uniti a Israele. Per settimane abbiamo chiesto ai nostri amici americani di accelerare le spedizioni. Lo abbiamo fatto più e più volte, e a tutti i livelli, e ci tengo a sottolinearlo, lo abbiamo fatto in riunioni chiuse. Abbiamo ricevuto ogni tipo di spiegazione, ma una cosa non l'abbiamo ottenuta: la situazione di base non è cambiata».

«Dopo mesi in cui questa situazione non era cambiata, ho deciso – ha proseguito – di darle un'espressione pubblica. L'ho fatto basandomi su anni di esperienza e sapendo che questo passaggio è essenziale».

«Mi aspettavo che ciò comportasse attacchi personali contro di me dal mio paese e dall'estero, come è successo quando mi sono opposto all'accordo sul nucleare con l'Iran, come è successo e continua a succedere quando mi sono opposto più e più volte alla creazione di uno Stato terrorista palestinese, e come è sta accadendo ora, quando mi oppongo alla fine della guerra lasciando intatta Hamas».