Medio OrienteIsraele, dopo essersi ritirato dai negoziati a Doha, colpisce ancora Gaza
SDA
3.12.2023
Israele ha continuato a colpire nella notte (su oggi, domenica) la Striscia di Gaza e Hamas ha lanciato razzi contro diverse città israeliane. Israele sabato ha abbandonato i negoziati a Doha. Netanyahu: «Continuiamo a combattere per distruggere Hamas». Dal canto suo l'organizzazione terroristica ha annunciato sabato che i morti sono stati ieri 300 sotto le bombe israeliane nella sola Gaza City.
SDA
03.12.2023, 09:53
SDA
Israele ha affermato che due dei suoi soldati sono morti in combattimento, i primi dalla fine della tregua.
E almeno sette persone sono rimaste uccise in un bombardamento israeliano questa mattina vicino al confine meridionale di Gaza con l'Egitto, secondo il Governo guidato da Hamas.
Sabato sera, attacchi israeliani hanno colpito anche il campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, uccidendo almeno 13 persone, secondo l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa ripresa dai media internazionali.
Hamas, «300 uccisi dai raid israeliani su Gaza City»
Trecento persone sono state uccise negli attacchi israeliani sul quartiere di Shejaiyeh, nella parte orientale di Gaza City. Lo sostiene l'Ufficio informativo di Hamas in un comunicato riportato da Haaretz.
Secondo la dichiarazione, l'aeronautica israeliana ha bombardato più di 50 edifici residenziali e case del quartiere.
Intanto gli ospedali a Gaza sono al collasso con il personale disponibile sopraffatto perché sono pochi gli addetti rimasti. Lo afferma Rob Holden, alto funzionario per l'emergenza dell'Organizzazione mondiale della Sanità dell'Onu (Oms) che si trova nella Striscia.
Nell'unico centro traumatologico operativo a Gaza, «i corpi sono allineati nel parcheggio all'esterno e il pavimento è inondato di sangue», ha aggiunto. Quando entri in ospedale, ti trovi di fronte ai corpi di persone morte all'arrivo o durante la loro permanenza in ospedale. In fila fuori, in attesa, i loro familiari che vengono a identificarli». «E' come un film dell'orrore», prosegue.
Israele abbandona i negoziati a Doha
«Alla luce del punto morto in cui sono giunte le trattative, dietro istruzione del premier Benyamin Netanyahu, il capo del Mossad David Barnea ha ordinato al suo staff di rientrare da Doha»: lo rende noto un comunicato ufficiale.
«L'organizzazione terroristica Hamas – prosegue il comunicato – non ha realizzato la propria parte dell'accordo, che includeva la liberazione di donne e bambini secondo una lista inoltrata a Hamas, e approvata da quella organizzazione».
«Il capo del Mossad ringrazia il capo della Cia, il ministro egiziano per l'intelligence ed il premier del Qatar – si legge ancora nel comunicato – per la loro partecipazione agli enormi sforzi di mediazione che hanno consentito la liberazione da Gaza di 84 bambini e donne, nonché di 24 cittadini stranieri».
Netanyahu: «Continuiamo a combattere per distruggere Hamas»
«Continuiamo a combattere con tutta la forza per distruggere Hamas, per impedire che Gaza torni a minacciarci e per far sì che tutti gli ostaggi ritornino a casa›»: lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu, do una conferenza stampa.
«La guerra proseguirà fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi. La manovra terrestre e› necessaria per raggiungere questo scopo», ha aggiunto Netanyahu.
Il premier israeliano ha inoltre dichiarato che gli accordi di Oslo «furono un errore terribile» e l'Autorità nazionale palestinese che ne scaturì non potrà dunque assumere il controllo su Gaza, una volta sconfitto Hamas.
«Malgrado ciò ci sia consigliato dai nostri migliori amici, io mi oppongo», ha proseguito Netanyahu. Il premier ha rilevato che «‹Abu Mazen non ha condannato la strage del 7 ottobre». «L'Anp – ha aggiunto – ha fallito del tutto. Non solo non combatte il terrorismo, ma anzi lo finanzia». L'esercito israeliano manterrà dunque «un controllo di sicurezza su Gaza», ma la sua gestione avverrà «con un processo del tutto diverso».
Gli ostaggi israeliani a Gaza «sono prigionieri dal Diavolo», ha aggiunto Netanyahu. «Mentre si accumulano le testimonianze di quanti sono tornati, si comprende che hanno vissuto esperienze infernali. In maniera diversa, ma comunque infernali. La fame. La violenza. L'incertezza».
Netanyahu ha aggiunto di essersi domandato, riferendosi al leader di Hamas Yihya Sinwar: «come si fa a negoziare col Diavolo?». Ha quindi osservato che il ricorso ad una forte pressione militare avrebbe comunque favorito gli sforzi di mediazione.