Guerra in UcrainaIntesa al Senato statunitense sui fondi a Kiev, Trump la affonda
SDA
6.2.2024 - 07:47
Donald Trump e i vertici del partito repubblicano alla Camera affondano, poche ore dopo l'annuncio, l'accordo bipartisan raggiunto al Senato per un radicale giro di vite al confine col Messico, cui i repubblicani hanno subordinato e legato anche i nuovi fondi per Ucraina, Israele e Taiwan. Un'intesa da 120 miliardi di dollari, di cui 60 per Kiev e 12 per Tel Aviv, ma con fondi persino per il muro voluto dal tycoon.
06.02.2024, 07:47
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Un disegno di legge «ridicolo», ha denunciato l'ex presidente su Truth, invitando a non cadere in una «trappola altamente sofisticata» per scaricare sui repubblicani «la colpa di ciò che i democratici della sinistra radicale hanno fatto al nostro confine, giusto in tempo per le nostre più importanti elezioni di sempre».
«Solo uno sciocco, o un democratico della sinistra radicale, voterebbe per questo orrendo disegno di legge sulle frontiere, che conferisce l'autorità di bloccarle solamente dopo 5'000 attraversamenti al giorno, quando abbiamo già il diritto di chiudere il confine ora», ha tuonato Trump chiedendo un provvedimento ad hoc, «non legato agli aiuti stranieri in alcun modo o forma».
L'accordo sarà affondato?
Un'esternazione che pesa come un macigno sul destino del provvedimento, dettando la linea al partito, almeno alla Camera, dove the Donald ha più presa.
Lo speaker Mike Johnson ha già avvisato su X: «Se arrivasse in aula, arriverebbe già morto». «Non riceverà un solo voto alla Camera», ha promesso il capogruppo repubblicano Steve Scalise. «Uno spreco di tempo», è stato il coro dei leader Gop nel ramo basso del Congresso.
L'accordo dovrebbe passare questa settimana al Senato, dove bastano 60 voti, ossia i 50 dei democratici più almeno una decina di repubblicani. Ma rischia di naufragare alla Camera, e forse non solo per l'ampia opposizione dei deputati del Grand Old Party: nella sinistra del partito dell'Asinello c'è malumore per la stretta sui migranti.
La reazione di Joe Biden
Joe Biden si è rallegrato per un'intesa che «include le riforme sul confine più dure ed eque degli ultimi decenni» e che «renderà il nostro Paese più sicuro, ma tratterà le persone in modo umano preservando l'immigrazione legale, in linea con i nostri valori come nazione».
Il presidente si è detto inoltre pronto ad usare i nuovi poteri di emergenza previsti per chiudere la frontiera quando è travolta dai migranti.
Per questo ha invitato i repubblicani alla Camera ad approvare la legge e a non fare «giochi politici», ammonendo anche sui rischi di non garantire nuovi aiuti a Kiev: «Se non fermiamo la sete di potere e di controllo dell'Ucraina, Putin non si limiterà solo a Kiev e i costi per l'America aumenteranno».
Ma il suo appello rischia di cadere nel vuoto. Trump è deciso a lasciarlo col cerino in mano sino al voto su quella che è la questione prioritaria per quasi metà degli americani e per la maggioranza dell'elettorato repubblicano: «il caos» e «l'invasione» al confine col Messico, dove il Texas repubblicano sta lanciando un'offensiva in proprio sfidando l'amministrazione federale.
Il tallone d'Achille di Biden
Secondo i dati del ministero dell'Interno, da quando Biden è entrato in carica sono stati arrestati 6,3 milioni di illegali, di cui circa 2,4 milioni sono rimasti negli Stati Uniti in attesa dell'esame della loro richiesta di asilo.
Un vero e proprio tallone d'Achille per il presidente, che alla fine sarebbe pronto a mettere la firma su misure impensabili fino a poco tempo fa.
Come la chiusura del confine sud quando gli arrivi superano la soglia di 5'000 a settimana (non al giorno come ha scritto Trump), che significa impedire ai migranti di chiedere asilo ed espellerli, sulla falsariga di quanto fece il tycoon con le misure di emergenza anti Covid (Title 42).
O limiti alla libertà condizionale per motivi umanitari, maggiori poteri per allontanare i migranti dagli Stati Uniti, conseguenze più severe per gli attraversamenti illegali e persino 650 milioni di dollari per costruire o rafforzare chilometri di muro di confine.
Ma per Trump la priorità ora non è la sicurezza del Paese bensì battere Biden.