Italia Il ministro Sangiuliano si dimette. Anatomia di uno scandalo di fine estate

ATS / Red

6.9.2024 - 17:32

Il dimissionario ministro italiano della cultura Gennaro Sangiuliano. (foto d'archivio)
Il dimissionario ministro italiano della cultura Gennaro Sangiuliano. (foto d'archivio)
Keystone

Il ministro italiano della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si è dimesso: da giorni sotto i riflettori per il caso scatenato da Maria Rosaria Boccia, Sangiuliano ha comunicato le sue «dimissioni irrevocabili» in una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

«Ho preso atto delle dimissioni irrevocabili di Sangiuliano e ho proposto al Presidente della Repubblica di nominare Alessandro Giuli, attualmente Presidente della Fondazione MAXXI, nuovo Ministro della Cultura»: lo scrive in una nota la premier Giorgia Meloni.

Precisando che «proseguirà l'azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi».

Anatomia di uno scandalo di fine estate

È il 26 agosto quando l'imprenditrice pubblica su Instagram: «Grazie al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la nomina a Consigliere del ministro per i Grandi Eventi». La smentita ufficiosa dal Collegio Romano non tarda ad arrivare.

Di tutta risposta Boccia comincia a pubblicare le foto per dimostrare come lei fosse più che organica al ministero. Alle foto che viaggiano sui social si accompagnano poco dopo quelle pubblicate dal sito Dagospia. Boccia non arretra. «La mia nomina era stata fatta, mi è stato chiesto di strapparla», dichiara la donna.

Intanto la bomba è scoppiata. I partiti di opposizione chiedono chiarimenti: il Pd solleva dubbi sulla possibile «gestione opaca degli incarichi fiduciari del ministro». Dall'opposizione viene anche evidenziato come la presenza della 41enne accanto al ministro appare costante anche in occasione di eventi ufficiali, «facendo sorgere interrogativi circa il suo ruolo e le sue responsabilità».

Meloni in TV

Il 2 settembre, dopo aver chiesto chiarimenti al ministro, Meloni va in tv, ospite di Paolo Del Debbio su Rete 4: Sangiuliano, spiega, «mi garantisce che non ha avuto accesso ad alcun documento riservato, particolarmente sul G7 e che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona» aggiunge la premier. Nel giro di un'ora Boccia replica alla presidente del Consiglio sui social: «Questa persona ha un nome, un cognome e un titolo».

Il 3 settembre Sangiuliano scrive una lettera pubblica alla Stampa e riferisce di aver valutato la nomina di Boccia come consulente a titolo gratuito. Mentre il botta e risposta continua tra post sui social e dirette tv, nel pomeriggio Sangiuliano ha un colloquio di un'ora e mezza con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, al termine del quale spiega che non si dimetterà.

Boccia diffonde delle mail

Nella notte Boccia pubblica nuove storie e diffonde il testo di una mail arrivata dal capo di gabinetto della Cultura il 10 luglio in cui si legge la sua «nomina» a «Consigliere del ministro per i grandi eventi». Oltre alla mail, anche l'audio di una telefonata avuta con il funzionario.

In una storia successiva il testo di un'altra mail, datata 15 luglio, dall'oggetto «voli Sangiuliano/Boccia» in cui compaiono le carte di imbarco come allegati. Boccia, inoltre, avrebbe anche girato alcuni video all'interno degli uffici di Montecitorio con una telecamera nascosta negli occhiali. «Nulla di illegale», replica su Instagram lei.

Il 4 settembre il ministro Sangiuliano va al Tg1 a dire la sua verità e mostra i pagamenti con la carta di credito personale. Aggiunge: «Sono pronto a dimettermi, ma Meloni mi ha detto di andare avanti e chiarire». Boccia replica, criticando indirettamente anche la premier: «Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o «l'altra persona», sfruttando un momento strategico per il Paese?».

Boccia ha registrato tutto

Il 6 settembre, in un'intervista esclusiva pubblicata sulla Stampa (anticipata il giorno prima in una pillola video), dice che Sangiuliano è «sotto ricatto», accusa Meloni di «comportamenti sessisti» contro di lei. Parla dei viaggi con il ministro ("non solo legati alla sua attività"), di chi sono a suo avviso i ‹veri ricattatori› di Sangiuliano ("chiedete a lui, posso dire che ci sono direttori di settimanali").

E spiega perché, dalla fine di luglio in poi, ha deciso di registrare tutto dei rapporti con il ministro della Cultura: «Perché mi ha detto una frase che mi ha colpito molto»: «Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l'istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai"'.

Quanto alle spese per i viaggi, «io ho sempre saputo che le trasferte venivano pagate dal ministero». Alla domanda se abbia altre registrazioni, audio, video, replica: «Io ho semplicemente documenti per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta». Coinvolgono altri politici, ministri, la premier Meloni? «Io ero a stretto contatto con il ministro. Quindi ho ascoltato telefonate e ho letto messaggi».

Non teme di aver commesso reati? «Assolutamente no. Forse il reato lo commette chi dice bugie. Io – sottolinea – ho sempre e solo detto la verità».

La Corte dei Conti indaga

Come ampiamente prevedibile il caso Sangiuliano-Boccia finisce sotto la lente non solo della Corte dei Conti ma anche della magistratura, tra esposti e contro-esposti che trascinano la vicenda nei Palazzi di giustizia.

Le parole dell'ormai ex ministro al Tg1 e quelle dell'imprenditrice campana a La Stampa hanno acceso i riflettori degli organi inquirenti che, dunque, si preparano ad avviare le indagini del caso.

La Corte dei Conti assicura che la vicenda «non è rimasta inosservata» e si prepara ad avviare un'istruttoria – probabilmente per danno erariale – forse già all'inizio della prossima settimana. I magistrati contabili vogliono vederci chiaro sulle spese effettuate dal ministero della Cultura in occasione delle trasferte di Boccia con Sangiuliano.

Diverse trasferte?

In particolare saranno passate al setaccio le dichiarazioni dell'imprenditrice che giovedì ha parlato di diverse trasferte fatte con il ministro sull'auto di tutela, anche su lungo raggio. Ma non è escluso che le indagini possano riguardare anche le ospitate del ministro, in compagnia dell'influencer, ad eventi finanziati con contributi statali.

Sangiuliano, dal canto suo, è tornato a ribadire – anche nella sua lettera di dimissioni alla premier Giorgia Meloni – di non aver mai utilizzato neanche un euro del ministero in favore della donna con cui, come ha rivelato lui stesso, aveva una relazione.

«Sono lieto di apprendere che la Corte dei conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda – le sue parole prima del passo indietro a Palazzo Chigi -. In tal modo avrò la possibilità di chiarire tutto e dimostrare che non sono stati spesi fondi pubblici né un euro del Ministero è stato utilizzato per viaggi e trasferimenti della signora Maria Rosaria Boccia».

ATS / Red