Per la morte di Elisabetta I sudditi in lacrime davanti a Buckingham Palace

SDA

8.9.2022 - 22:13

Una folla di sudditi della regina fuori da Buckingham Palace, nonostante la pioggia.
Una folla di sudditi della regina fuori da Buckingham Palace, nonostante la pioggia.
AP

Il popolo britannico piange la sua regina. Un'enorme folle in lacrime si è radunata in serata davanti a Buckingham Palace all'annuncio della morte di Elisabetta, avvenuta nel castello di Balmoral, in Scozia.

Con gli ombrelli aperti, sotto una classica pioggia londinese, i sudditi hanno intonato «God Save the Queen» dopo che è stata diffusa la notizia; poi altre migliaia di persone sono arrivate davanti ai cancelli del Palazzo per condividere il momento di lutto per l'intero Regno Unito.

Già dalle prime ore del pomeriggio, poco dopo l'annuncio delle tv sul peggioramento delle sue condizioni di salute, i sudditi di Sua Maestà, ma anche tantissimi turisti, si erano ritrovati davanti ai cancelli del Palazzo reale sotto un cielo plumbeo per condividere inquietudini ed emozioni.

C'era chi portava fiori, chi messaggi di auguri, chi aveva lo sguardo appiccicato al telefonino per avere aggiornamenti sull'amata sovrana. A colpire subito la massiccia presenza dei media di tutto il mondo mentre la folla aumentava di ora in ora.

Che lo cose volgessero al peggio si è capito quando è arrivata la notizia dello stop a una delle tradizioni tipiche del Paese: l'iconica cerimonia del cambio della guardia, che era in programma per domani mattina all'esterno di Buckingham Palace, era stata annullata e i turisti ne venivano informati con un cartello davanti ai cancelli dove si svolge il celebre passaggio di consegne. Il passaparola ha fatto il resto.

Un silenzio surreale ha accolto l'annuncio fatidico

Mano a mano che passavano le ore, l'ansia tra i sudditi cresceva. Poi un silenzio surreale ha accolto l'annuncio fatidico, e tanti sono scoppiati in lacrime, ancora increduli, alla vista della bandiera a mezz'asta su Buckingham Palace mentre la BBC trasmetteva in diretta l'inno nazionale.

Sulle grate, poco dopo, due membri dello staff del palazzo hanno affisso il messaggio ufficiale che in molti hanno anche fotografato, quasi a voler immortalare un momento unico nella storia: «Sua Maestà è morta pacificamente oggi pomeriggio a Balmoral. Il re e la regina consorte rimarranno a Balmoral stasera e torneranno domani a Londra».

L'annuncio del Palazzo reale.
L'annuncio del Palazzo reale.
KEYSTONE

Le testimonianze tra la folla

«Sentivo che dovevo venire qui, nel cuore della monarchia», ha raccontato Alexander Caplan, un imprenditore tecnologico di 40 anni che stava lavorando nella vicina St. James quando sono circolate le prime notizie sulla regina. «Penso che le persone siano consapevoli del fatto che, purtroppo, non era immortale», ha aggiunto.

«Come francese anch'io sono commossa», ha aggiunto una turista al suo fianco. «Non riesco ancora a crederci», le parole di un'altra cittadina britannica che faticava a trattenere le lacrime. «E' la fine di un'era», ha commentato una signora, con in mano la foto di Elisabetta.

Anche davanti ai cancelli del castello di Balmoral nel pomeriggio si era radunata una folla che la polizia aveva provveduto a posizionare dietro le transenne prima dell'arrivo della famiglia reale, accorsa al capezzale di Elisabetta.

«Un momento di grande shock»

«Questa notizia è, per la famiglia reale e per la nazione, un momento assolutamente importante, il momento che tante persone hanno temuto per tanto tempo. Un momento di grande solennità e di tristezza nazionale. È davvero difficile da comprendere appieno», ha scritto il royal correspondent della Bbc, Nicholas Witchell.

«Non è una grande sorpresa, data l'età della regina, ma è comunque un momento di grande shock per la sua morte. Milioni di persone proveranno un senso di perdita personale e molti saranno disorientati. Non si tratta solo della morte del monarca più longevo della storia britannica, ma della fine di uno dei regni più straordinari degli oltre 1000 anni di storia della corona britannica. È un regno che verrà ricordato e di cui si parlerà negli anni a venire».

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