Guerra La Nato a Zelensky:  «Possiamo aiutare l'Ucraina e Israele»

SDA

11.10.2023 - 20:44

Un eventuale sostegno dell'Occidente a Israele non fiaccherà gli aiuti dell'Alleanza Atlantica all'Ucraina. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky voleva sentirselo dire di persona.
Un eventuale sostegno dell'Occidente a Israele non fiaccherà gli aiuti dell'Alleanza Atlantica all'Ucraina. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky voleva sentirselo dire di persona.
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Un eventuale sostegno dell'Occidente a Israele non fiaccherà gli aiuti dell'Alleanza Atlantica all'Ucraina. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky voleva sentirselo dire di persona. Dalla Romania, martedì sera, è volato a Bruxelles, direzione quartier generale della Nato.

Una visita a sorpresa, quella del presidente ucraino, che per la prima volta è entrato nel cuore dell'organizzazione che da 600 giorni è al suo fianco nella guerra contro Mosca.

Lì, il leader di Kiev ha partecipato al Gruppo di Contatto per l'Ucraina, ribadendo le sue priorità militari: più aiuti, soprattutto più sistemi di difesa aerea, in vista dell'inverno. «Forniremo ciò che è necessario, la battaglia dell'Ucraina è la nostra», è stata la rassicurazione di Jens Stoltenberg.

Lo spettro di un conflitto allargato in Medio Oriente non poteva che essere il convitato di pietra della due giorni di vertici organizzata alla Nato. Prima quella del Gruppo di Contatto, poi il Consiglio Nato-Ucraina, infine la riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza, prevista per domani.

«Comprendiamo cosa significhi»

Lo stesso Zelensky ha esortato «i leader del mondo a non lasciare la popolazione israeliana da sola». «Comprendiamo cosa significhi. Ricordo i primi giorni della nostra guerra su larga scala iniziata con attacchi terroristici dalla Bielorussia», ha sottolineato il leader ucraino, secondo il quale Mosca «ha ancora risorse per intromettersi nella guerra in Medio Oriente».

Poi Zelensky è passato al cuore della sua missione: tornare a catalizzare l'attenzione sull'invasione della Russia. «La guerra è alla fase finale, la più dura.

Dobbiamo aumentare la pressione militare su Mosca senza darle pause», ha sottolineato, riprendendo un concetto che aveva già messo sul tavolo del vertice della Comunità politica europea a Granada.

Sistemi di difesa aerea, missili, munizioni: le richieste di Kiev sono andate nello specifico, perché l'inverno è alle porte e la Russia, è stato l'allarme generale emerso alla Nato, «è pronto ad usarlo nuovamente come un'arma, attaccando le infrastrutture energetiche» ucraine.

La Nato continua a supportare l'Ucraina

«Abbiamo dimostrato a Zelensky che gli alleati continuano a supportarlo, non solo a parole ma nei fatti», ha spiegato a fine giornata Stoltenberg.

Danimarca e Belgio hanno annunciato la prossima consegna di F16. La Germania ha appena approvato un pacchetto da un miliardo di aiuti. Canada e Gran Bretagna pure si sono mosse, seppur su cifre minori.

E a Bruxelles il segretario americano alla Difesa Lloyd J. Austin III ha annunciato un nuovo pacchetto da 200 milioni di dollari, che prevede l'invio di missili Aim-9 a corto raggio, di munizioni per gli Himars, e degli anticarro Tow.

Aiutare Israele e Kiev? «Faremo entrambe le cose»

Aiutare Israele e Kiev? «Possiamo certamente fare entrambe le cose e faremo entrambe le cose. Siamo la nazione più forte al mondo e faremo ciò che è necessario», è stata la sentenza di Austin, che si è detto fiducioso anche sul prosieguo del supporto bipartisan del Congresso all'Ucraina.

«La democrazia ha i suoi tempi, tra gli americani il consenso è ampio», ha osservato.

A Bruxelles, per Zelensky, le buone nuove non si sono fermate alla Nato. Il premier Alexander de Croo, che lo ha incontrato subito dopo, gli ha garantito che i diamanti russi saranno eliminati dal mercato del Belgio, che ha un ruolo chiave nel commercio delle pietre preziose. «Ma quelli sono insanguinati», ha tagliato corto De Croo.

L'attenzione della Nato resta alta anche perché i possibili incidenti sono dietro l'angolo. Il sabotaggio al gasdotto che collega Finlandia e Estonia è oggetto di attente indagini. Il tubo sottomarino resterà out per 5 mesi. «È allarmante quanto accaduto», è stato il commento del Cremlino.

Ma la mano russa, per gli Alleati, non è affatto esclusa. «Se a metterlo fuori uso è stato un atto deliberato la nostra risposta sarà forte e e determinata», ha avvertito Stoltenberg.

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