Germania Il candidato alla cancelleria Merz promette la linea dura sui migranti

SDA

23.1.2025 - 21:01

«Siamo di fronte a un cumulo di macerie di dieci anni di politiche migratorie sbagliate», ha sentenziato il leader di CDU e candidato alla cancelleria Friedrich Merz.
«Siamo di fronte a un cumulo di macerie di dieci anni di politiche migratorie sbagliate», ha sentenziato il leader di CDU e candidato alla cancelleria Friedrich Merz.
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La svolta di Friedrich Merz arriva a un mese esatto dalle elezioni in Germania, e 24 ore dopo l'attentato in un parco bavarese, dove un afghano ha attaccato un gruppo di bambini di un asilo nido: il leader della CDU e candidato alla cancelleria vuole «un cambiamento sostanziale nel diritto all'ingresso, al soggiorno e all'asilo nella Repubblica federale», a fronte di regole europee che ha definito «disfunzionali».

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La virata avviene in nome di una tragedia letta da molti come il segno evidente del «fallimento dello Stato», sul quale si assiste in queste ore a un indecoroso scaricabarile, motivato dall'ansia sempre più tangibile di un'esplosione dell'estrema destra.

E il successore di Angela Merkel, incassato il sostegno dell'ex cancelliera appena pochi giorni fa, ha fatto i conti anche con lei in modo definitivo: «Siamo di fronte a un cumulo di macerie di dieci anni di politiche migratorie sbagliate», la sua sentenza.

«Adesso basta, adesso basta, adesso basta», ha ripetuto per ben tre volte il governatore del Land Markus Söder (CSU, l'equivalente della CDU in Baviera). Mentre Olaf Scholz (SPD) ha replicato indispettito: «Non accetterò che chi deve fare i suoi compiti provi a distrarre l'attenzione».

L'attacco in Baviera ha fatto traboccare il vaso

Ma il duplice omicidio di una bimba marocchina di due anni e dell'eroe che ha tentato di salvare un gruppetto di bimbi di un asilo nido, assalito col coltello mentre giocava in un parco di Aschaffenburg, è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso, spostando molti voti a favore di Alternative für Deutschland (AfD).

La cui leader Alice Weidel ha tuonato: «Il Parlamento voti la chiusura delle frontiere la settimana prossima», ha scritto su X, chiedendo ai conservatori di abbattere il «cordone sanitario dei morti». Ovvero la promessa dell'Unione di non cedere a un'alleanza con loro.

L'artefice del duplice omicidio, che avrebbe potuto essere un'ennesima strage, era un paziente psichiatrico, che il giudice ha fatto ricoverare ancora una volta in emergenza all'indomani dell'attentato. Ma è anche un migrante che aveva fatto richiesta di asilo e avrebbe già dovuto lasciare il paese a causa di ben tre precedenti di violenza.

Aumentare le espulsione e applicare «un divieto di accesso»

«Io mi rifiuto di riconoscere che i fatti di Mannheim, Solingen, Magdeburgo, e adesso Aschaffenburg siano la nuova normalità», ha scandito Merz per il quale «i compromessi su questo tema non sono più possibili».

Per l'aspirante cancelliere, che resta per ora in testa nei sondaggi, si dovranno aumentare le espulsioni e applicare di fatto «un divieto di accesso» per chi non ha le carte in regola. «Per me è del tutto indifferente chi mi seguirà su questa strada. Dico soltanto: io non ne prenderò un'altra», ha aggiunto.

Chiari segnali da AfD e Liberali sulla volontà di collaborare

Parole a cui sono seguiti chiari segnali da AfD e Liberali sulla volontà di collaborare. E questa linea, nel giorno di un roboante discorso sulla politica estera in cui Merz ha promesso «una Germania di nuovo affidabile» nel futuro se sarà lui a reggere il timone, è stata applaudita da un appariscente editoriale della «Welt», giornale di Axel Springer notoriamente vicino ai conservatori, secondo cui la svolta di Merz rappresenta «l'ultima chance di rendere la CDU credibile».

«C'è una chiara maggioranza contro l'insensatezza della politica migratoria della Merkel – ha scritto il direttore Ulf Poschart – e il calcolo cinico di feticisti di sinistra che vogliono alzare la pressione sociale per forzare la redistribuzione attraverso un'immigrazione di stranieri poveri, non qualificati e di altre culture».