Medio Oriente Netanyahu: «Torneremo in guerra», Guterres: «Serve un vero cessate il fuoco»

SDA

29.11.2023 - 16:59

Serve un vero cessate il fuoco umanitario, dice il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. (Immagine d'archivio del 19 settembre)
Serve un vero cessate il fuoco umanitario, dice il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. (Immagine d'archivio del 19 settembre)
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«Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c'è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine».

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Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu aggiungendo che «questa è la mia politica, l'intero governo è a favore di questa posizione, i soldati e il popolo: ed è esattamente quello che faremo».

«La tregua deve diventare un cessate il fuoco permanente. Il massacro non può riprendere, questa non è una guerra, è una carneficina che nessuno può giustificare e deve finire», ha detto dal canto suo il ministro degli esteri palestinese Riyad Al-Maliki alla riunione del Consiglio di sicurezza (Cds) dell'Onu.

«Il nostro popolo affronta una minaccia esistenziale», ha proseguito il ministro. «Chiunque non sia ancora sicuro di essere contrario a ciò che sta accadendo o che tutto ciò debba finire, dovrebbe verificare la propria umanità», ha aggiunto, sottolineando che «alla nostra gente non deve essere più negata la giustizia». «Israele non ha il diritto di difesa contro la gente e i territori che ha occupato. Non cerca giustizia, perché altrimenti vorrebbe la pace».

Guterres: «Serve un vero cessate il fuoco»

Nel corso della riunione del Cds, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha sottolineato che «la popolazione di Gaza si trova nel mezzo di un'epica catastrofe umanitaria davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo distogliere lo sguardo».

«Sono in corso intensi negoziati per prolungare la tregua, cosa che accogliamo con grande favore, ma serve un vero cessate il fuoco umanitario – ha aggiunto – «e muoversi in modo determinato e irreversibile verso la soluzione a due Stati. Il fallimento condannerà palestinesi, israeliani, la regione e il mondo a un ciclo infinito di morte e distruzione».

«La risoluzione del Consiglio di sicurezza sulle pause umanitarie è stata approvata in un contesto di morte diffusa e distruzione totale scatenata dal conflitto a Gaza e in Israele», ha aggiunto Guterres, precisando che presenterà al Cds «una serie di opzioni per monitorare efficacemente la sua attuazione» e ha già preparato un gruppo di lavoro a questo scopo.

Contano le vite salvate

«Finora è chiaro che l'attuazione è stata, nella migliore delle ipotesi, solo parziale e deplorevolmente insufficiente – ha aggiunto. Sappiamo che la misura del successo non sarà il numero di camion spediti o le tonnellate di forniture consegnate, per quanto importanti, ma il successo si misurerà in vite salvate, sofferenza finita e speranza e dignità ripristinate».

«I civili a Gaza hanno bisogno di un flusso continuo di aiuti umanitari salvavita e di carburante dentro e attraverso l'area. L'accesso umanitario sicuro e senza ostacoli a tutti coloro che ne hanno bisogno è fondamentale».

«La pausa ci ha permesso di migliorare la fornitura di aiuti a Gaza, ma il livello rimane del tutto inadeguato a soddisfare gli enormi bisogni di oltre due milioni di persone», ha precisato.

Il segretario generale dell'Onu ha poi ribadito il suo appello chiaro: «I civili devono essere protetti. I beni civili, compresi gli ospedali, devono essere protetti. Le strutture delle Nazioni Unite non devono essere colpite. Il diritto internazionale umanitario deve essere sempre rispettato da tutte le parti in conflitto».

Hamas: «Rilasciate due donne russe»

Intanto le Brigate Ezzedin Al Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno annunciato di aver liberato due donne con cittadinanza russa. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz.

Israele ritiene che Hamas abbia donne e bambini in ostaggio da permettere un'estensione della tregua «al massimo per due, tre giorni».

«Sappiamo per certo che ci sono altri ostaggi, donne e bambini, nelle mani di Hamas – ha spiegato una fonte citata da Haaretz – per almeno altri due, forse tre giorni» di tregua.